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Byeol

Quando la sveglia suonò quella mattina aprii di scatto gli occhi per poi sbuffare sonoramente ed infastidita da quel rumore che mi fracassò i timpani.

Rimasi per alcuni minuti nel mio letto sdraiata a pancia in su intenta a fissare il soffitto sopra di me per poi farmi coraggio e alzarmi. Sbadigliai e stiracchiai braccia, gambe e schiena prima di alzarmi per prepararmi per la scuola.

Mancavano solo pochi mesi alla fine del mio quarto anno e il fatto che quello dopo sarebbe stato l'ultimo mi metteva una grande ansia. Gli esami di maturità, la fine del mio percorso di studio e in un certo senso l'inizio di una nuova fase della mia vita mi spaventava da morire.

Aprii l'armadio e ne tirai fuori una maglia a maniche lunghe bianca e un paio di pantaloni della tuta per rimanere più comoda e passai davanti allo specchio, quasi spaventandomi quando vidi le mie occhiaie e i capelli biondi in disordine.

Mi sistemai il più possibile prima di sentire il suono del clacson sotto casa, simbolo che i miei amici erano arrivati a prendermi come tutte le mattine da ormai anni. Mi lavai quindi in fretta denti e viso e uscii di casa di corsa perchè sapevo che, se avessimo fatto tardi, mi avrebbero dato tutta la colpa.

«La porta!»mi urlò il più grande del gruppo quando mi vide uscire e per un attimo lo guardai confuso per poi tornare indietro e chiuderla a chiave. Me ne dimenticavo sempre e lui mi conosceva fin troppo bene. Subito dopo averla chiusa mi voltai e andai a mettermi nei sedili posteriori della macchina dove c'erano già tutti presenti.

«Cosa farei senza di te, Seonghwa.»gli dissi quando fui dentro e lui semplicemente ridacchiò nel sentire quelle parole.

«Nulla, ti scorderesti anche la testa a casa.»mi prese in giro e io gli diedi uno scappellotto sulla spalla prima di salutare gli altri presenti.

Io e Seonghwa eravamo praticamente cresciuti insieme. Nonostante i due anni di differenza i nostri genitori ci avevano sempre fatto giocare insieme da piccoli e ormai lui era come un fratello maggiore per me.

«Mi ricordo ancora quando da bambini si dimenticava i giocattoli a casa mia.»gli diede man forte Yeosang che in quel momento era accanto a me e anche lui si prese uno schiaffo dietro la testa che lo fece gemere per il dolore anche se sapevo bene che in realtà fingeva.

«Ha-ha-ha siete davvero divertenti, davvero.»commentai per poi prendere il telefono in mano e iniziare a scrollare le notifiche che ancora non avevo letto quella mattina.

Arrivata alle elementari avevo fatto amicizia con Yeosang, anzi, lui mi rubava la merenda quando era il momento del pranzo e io lo picchiavo. Alla fine sia io che lui finivamo in punizione e, in un modo o nell'altro, siamo diventati amici.

Andando in quella scuola sia io, che Yeosang, che Seonghwa abitavamo vicini e infatti passavamo ogni pomeriggio insieme. Anche se avevamo alcuni anni di differenza non avevamo mai avuto problemi, o almeno non seri.

«Con chi parli che già cazzeggi con quel dannato telefono?»questa volta fu Jongho a parlare e alzai gli occhi al cielo quando si allungò verso di me per prendermi il cellulare. Cercai di scansarmi in tempo ma lui fu più veloce, afferrandolo e iniziando a scorrere le dita sullo schermo.

«Sei proprio un coglione, ridammelo!»urlai e nel piccolo abitacolo della macchina risuonò come se avessi gridato in un megafono, tant'è che non mancò la lamentela che arrivò dai sedili davanti.

«Ridalle il telefono, lo sai come va a finire ogni volta.»borbottò Seonghwa girando la testa prima a destra e poi a sinistra per attraversare la strada e io subito mi voltai verso quello a cui si era riferito, alzando le sopracciglia e mettendogli la mano davanti al viso.

Mist[C.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora