San
«Hey San!»esclamò la donna di mezza età che entrò nella mia stanza proprio in quel momento. Mi alzai dal letto e mi stiracchiai gambe e braccia, per poi far scrocchiare il collo e la schiena con un movimento rapido.
«Ciao.»risposi al saluto con un cenno per poi sbadigliare a bocca aperta. Lei ridacchiò prima di venirmi a posare la colazione sul comodino che avevo accanto al letto, per poi sedersi sul materasso attenta a non schiacciarmi le gambe.
«Come stai ragazzo?»mi domandò con un sorriso che avevo visto soltanto sul viso di mia madre delle volte, soprattutto rivolto a Jongho. Scrollai le spalle a quella domanda per poi prendere il bicchiere di succo e portarmelo alle labbra.
«Oggi stranamente sto bene.»ammisi sincero per poi buttare giù per la gola l'aranciata. Poggiai poi di nuovo il bicchiere e poi rivolsi l'attenzione verso la donna, la quale aveva un sorriso sul volto, che però non riuscivo a decifrare.
«Che c'è?»le chiesi allora confuso da come si stava comportando.
Ormai erano passate due settimane da quando ero entrato in quella clinica quella notte. Avevo viaggiato per un paio d'ore per poi ritrovarmi davanti a quell'edificio. Mi avevano subito accolto e spiegato che non era la prima volta che un ragazzo della mia età si presentasse nel bel mezzo della notte, da quel che avevo capito gli adolescenti e i giovani in generale erano quelli meno prevedibili.
Mi avevano dato una camera e, al giorno dopo mi avevano fatto almeno una cinquantina di domande per sapere come avrebbero dovuto trattarmi e quanto grave fosse la situazione. Mi avevano tranquillizzato, dicendomi che non era nulla che non si potesse recuperare col tempo dato che ero a mala pena agli inizi di una dipendenza e che mi sarebbe servito soltanto qualche giorno per rimettermi.
Avevamo iniziato una cosa alla volta, e quando eravamo arrivati alle sigarette avevo insistito, volendo liberarmi anche di quelle, ma semplicemente non ero stato in grado di farcela, proprio per questo avevo rinunciato.
«Vorrei farti vedere il tuo cambiamento da quando sei qui.»rispose con una leggera alzata di spalle, alchè io feci una smorfia e storsi la testa da un lato, continuando a non capire di cosa stesse parlando.
Avevo fatto "amicizia", se cosí si può dire, soltanto con lei. Gli altri rimanevano piuttosto sul personale, nessuno si spingeva a chiedere qualcosa in più, mentre mi ero affezionato molto a quella signora ormai, anche se spesso non riuscivo a comprendere quello che mi diceva, dato che la maggior parte dei suoi discorsi erano basati su pensieri filosofici o roba del genere.
«Gli altri ragazzi quando entrano qui sono rovinati, hanno il viso a pezzi, sono magri e i capelli, mio Dio, ci vogliono almeno tre lavaggi per portargli via lo schifo che hanno in testa.»commentò per poi ridacchiare, io sorrisi e aspettai che continuasse perchè sapevo che l'avrebbe fatto.
«Te invece eri diverso, si vedeva che eri alle prime armi, eppure hai preso in mano la tua vita e hai deciso di mettere subito un freno, e non è una cosa da tutti. Avevi il viso di un normale ragazzo della tua età e infatti all'inizio non capii il motivo per cui fossi qui, pensavo fossi venuto a trovare qualcuno. Ora invece...sei radioso.»finì di parlare e io mi sentii quasi onorato nell'udire quelle parole, perciò la guardai e sentii gli occhi pizzicarmi.
«Quando mi hai raccontato la storia di quella ragazza all'inizio non ci credevo che lo stessi davvero facendo per lei, eppure devo ricredermi davvero.»commentò e io sentii un brivido al sentire nominare, anche se indirettamente, Byeol.
«Dovrai ringraziarla, ora che torni a casa.»affermò alzandosi e io, al sentire quelle parole, subito posai gli occhi sulla sua figura. Che avessi sentito male?
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Mist[C.S.]
Fanfiction«Di cosa hai paura?» «Di rovinarti.» Byeol è al quarto anno di liceo, i suoi amici possono contarsi sulle dita di una mano mentre per i suoi voti servono per forza quasi tutte le dita da contare. "Gli amici prima di ogni cosa." questo è il suo motto...