Capitolo 114 - Approfondimenti di Arti Oscure

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Nel silenzio della stanza, interrotto solo dai nostri respiri, Draco mi stava pettinando i capelli mentre ammiravo la bellezza del Lago Nero dalla finestra della sua stanza.
«Draco?» lo richiamai.

«Dimmi» sussurrò non smettendo di toccare le mie ciocche.

«Non mi mentiresti mai, vero?» gli chiesi sperando solo in una blanda conferma.

Attese qualche minuto a rispondermi, come se stesse riflettendo sulle parole da usare.
«No Moon» rispose, quasi in tono scocciato.

«Posso sapere dove vai quando sparisci? Ti allontani per ore senza una ragione» sbuffai «E non venirmi a dire che non mi fido, perché il discorso è che se io sparissi all'improvviso senza darti spiegazioni, anche tu saresti confuso e sospettoso»

Sospirò forte, sembrava quasi frustrato.

«Sto lavorando a un progetto con il professor Piton, un lavoro approfondito per le Arti Oscure» spiegò «Perché sai com'è, il migliore della sua classe sono io» si vantò.

«Come scusa?» ridacchiai
«Dai su, poi ti insegno» disse con aria di superiorità.

Mi voltai trovandomi faccia a faccia con lui e con poca grazia lo spinsi sul letto alle sue spalle, facendolo cadere di peso sul materasso coperto dal lenzuolo di raso verde scuro. Mi sedetti a cavalcioni su di lui e mi sporsi in avanti per baciarlo.

In poco tempo le sue mani finirono sui miei glutei, li palpò forte mentre i suoi denti stringevano tra di loro il mio labbro inferiore, costringendomi a gemere nella sua bocca; sentivo la sua erezione premere sul mio basso ventre, facendo irrigidire una serie di nervi li sotto che si muovevano senza sosta, senza darsi pace, così iniziai a sbottonargli la camicia.

«Aspetta» mi fermò.
Rimasi immobile con i suoi bottoni tra le dita in attesa che lui parlasse.
«Piccola emh, non mi sembra il caso» proseguì.

«Oh..» sussurrai delusa.
Mi stava, in un certo qual modo rifiutando, non ne capivo la ragione, mi sentii tremare.

«Moon, guardami» disse prendendomi il mento «Non pensarlo»

«Non sto pensando niente» mi affrettai a dire.

«Si invece, ma non far passare nemmeno per un secondo nella tua testa il pensiero che io possa non desiderarti, perché ti voglio, più di ogni altra cosa al mondo» soffiò sul mio viso. «Solo che non mi sento molto bene»

Annuii silenziosa, mi resi conto che forse non c'era motivo per prendersela, ma non potevo fare a meno di sentirmi un po' delusa, un po'... rifiutata...

«Vieni qui» disse aprendo le braccia.

Mi lasciò cadere sul suo petto mentre tenevo l'orecchio poggiato all'altezza del suo cuore che batteva rapidamente. Il suo profumo di menta solleticava le mie narici costringendomi a sorridere, non potendo fare a meno di pensare a quanto mi facesse sentire bene, al potere che avesse nel cambiare drasticamente il mio umore e giuro che mai, avrei pensato di arrivare a tanto con lui.

Però qualcosa non andava, qualcosa non mi convinceva e per quanto lo amassi, il mio istinto diffidente e paranoico mi rendeva quasi impossibile essere certa delle sue parole e credergli ad occhi mi risultava davvero complicato; sentivo che mi stava nascondendo qualcosa, non ne capivo la ragione e sentivo l'impellente necessità di scoprirlo.

«Che ore sono?» gli chiesi dopo minuti interminabili di coccole e baci.

«Non saprei, perché?» chiese spaesato

«Ho la cena con il Lumaclub, devo andare a prepararmi per le sette» spiegai

«Sono le sette e dieci» mi disse sbirciando l'orologio appeso alle pareti marmoree.

«Allora vado, che alle otto devo essere lì» feci alzandomi.
Mi sporsi per dargli un bacio a stampo ma ovviamente venni trascinata su di lui, di modo che potesse approfondirlo; dopodiché lo congedai definitivamente per dirigermi in camera a cambiarmi.

«Come mi sta?» domandai alla mia compagna di stanza.

«Ma sei stupenda!» gioì Pansy.
Indossavo un abito a bretelle color lilla, semplice ma ornato di perline argentee sulla parte del seno, avevo completato l'outfit aggiungendo una giacca nera e degli stivali del medesimo colore; abbellii con un trucco leggero e il solito profumo, in pochissimo tempo ero già pronta.

«Posso farti domanda?» chiesi alla mora

«Ovvio» sorrise

«Le sparizioni Draco, ne sai qualcosa? Insomma sai dove va?» sputai senza peli sulla lingua.

«Assolutamente no! Te lo avrei già detto altrimenti» mi rassicurò.
In effetti sembrava sincera, oltretutto mentire a me, visto il rapporto che avevamo costruito non avrebbe avuto senso in quel momento.

«Capisco..» dissi intristita

«Moon, vedrai che non sarà niente, spesso è con Piton, magari c'entra lui» ipotizzò.

«Si mi ha detto che hanno un corso di Arti Oscure, dato che l'insegnamento è stato discontinuo e lui era il migliore della classe in Pozioni, Piton ci teneva che rimanesse uno dei più bravi anche nella nuova materia»

«E allora! Non hai di che preoccuparti, vedo il modo in cui ti guarda Moon, se ne sono accorti persino Blaise e Theo» ridacchiò.
Sorrisi inevitabilmente all'idea: se tutti intorno erano così certi del suo amore per me, come potevo farmi venire io i dubbi?

La salutai con un bacio sulla guancia prima di scendere verso l'ufficio del professor Lumacorno per la cena.

«Buonasera» dissi timidamente entrando.

«Signorina Potter, venga pure, si sieda, si sieda» mi invito gentilmente.

Ero in ritardo di pochissimi minuti ma tutti erano già seduti a tavola, perciò mi misi nel posto libero tra Harry ed Hermione, salutando con un cenno del capo anche Blaise che era seduto dall'altro lato del tavolo.

«Allora cara, cosa ci racconta?» mi domandò

«Oh niente di che, stavo ripassando Pozioni e non ho visto l'orario» inventai

«Studiare la mia materia è sempre una motivazione valida!» ridacchiò «Ho saputo che sei una bravissima Occlumante naturale»

«Si signore, penetrare la mia mente è piuttosto difficile» informai

«E con la Legilimanzia? Come te la cavi?» chiese curioso

«Oh beh, sto cercando di impararla» risposi

«Farai grandi cose, ne sono certo!» elogiò

Non so cosa stesse pensando Harry, ma io continuavo a trovare questo professore estremamente gentile, lusinghiero e anche buffo, ma nella maniera più tenera del termine.

«E tu signorina Granger, cosa fa la tua famiglia nel mondo dei babbani?» chiese alla mia amica

«I miei genitori sono dentisti» si affrettò a rispondere.
Noto in poco tempo che tutto il tavolo era confuso, come se non ne avessero mai sentito parlare.

«Curano i denti delle persone» precisai io per aiutarla in un momento di evidente difficoltà

«Affascinante» esordì Lumacorno «Ed è considerata una professione pericolosa?»

«No! Anche se, un bambino Robbie Fenwick ha dato un morso a mio padre una volta, dieci punti di sutura» rise lei

Il momento fu decisamente imbarazzante, per fortuna però un racconto di Blaise voltò l'attenzione su di lui, credo che Hermione lo stesse ringraziando mentalmente in quel momento.

La cena proseguì tranquilla e ringraziai di aver avuto una serata di relax, poi però pensai: chissà dov'era Draco in quel momento...

Piccola Mezzosangue 4 || Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora