Rimasi ancora pochi istanti ferma a fissare l'ombra avvicinarsi, poi cercai di tornare indietro.
«Aspetta!» disse una voce
Quando mi voltai vidi davanti a me la figura di una donna, si abbassò il cappuccio nero e si rivelò completamente; tacchi scuri, un completo verdastro ornato da un cappotto nero, capelli castani che le ricadevano sulle spalle e due grandi ciocche biondo platino legate dietro, non avevo dubbi su chi fosse.
«Sono Narcissa, ma pensò che tu questo lo sappia»
Narcissa. Narcissa Malfoy, o meglio, Black. La mamma di Draco.«Oh» dissi in un filo di voce «Io sono Moon»
«La sorella di Harry Potter, giusto?» chiese cercandone conferma.
Il suo tono era calmo, pacato, non pareva essere accusatorio.«Si..» ammisi intimorita
«Draco mi ha parlato di te» confessò.
Sul serio gli aveva parlato di me?«Davvero?» chiesi senza riuscire a nascondere un sorriso.
La donna davanti a me annuì e replicò il mio stesso gesto, ci trovammo poi seguite da un momento di silenzio; fu allora che decisi di prendere parola.«Senta, volevo scusarmi, sul serio non era mia intenzione fingermi suo figlio e rispondere alla lettera, non avrei dovuto» ammisi ammettendo le mie colpe sinceramente.
«Devo confessarti che ho esitato molto prima di venire, quando ho ricevuto la lettera ho capito subito ci fosse qualcosa che non andava, Draco non mi ha mai chiamato mamma, non per lettera almeno, siamo cresciuti della cultura del "madre" e dubitavo potesse cambiarlo proprio ora» spiegò «Sono venuta anche ieri sera, ma non me la sono sentita di avvicinarmi»
La ascoltai con molta attenzione, mi sembrò così assurdo che lui non la chiamasse spesso in quel modo, io se ne avessi avuta una di mamma, l'avrei ripetuto all'infinito, suonava così dolce quella parola.
«Ho pensato molto a chi potessi essere, poi mi ricordai della ragazza di cui mi aveva parlato e non ci misi molto a capire che fossi proprio tu» terminò sorridente
Era così...diversa da come me l'ero immaginata.
«Non so se lei lo sa, se Draco glielo ha detto, ma anche io sono Serpeverde, so che anche voi lo siete da generazioni» le raccontai, sperando di poterle fare una bella impressione.
«Lui non mi ha mai detto che fossi tu, mi ha parlato di questa ragazza, una sua compagna di casa, non ha mai fatto il tuo nome, probabilmente per paura di una mia reazione negativa»
«Signora Malfoy io-»
Venni interrotta dalla sua voce.«Chiamami Narcissa» precisò.
Le sorrisi.
«Vede, Narcissa, il fatto che lei ora sia qui a parlare con me, nonostante il mio cognome, nonostante il mio sangue, per me significa molto e gliene sono grata, non è da tutti»La vidi sorridere a se stessa, chinando la testa.
«Hai ragione, non lo è, se mio marito o mia sorella scoprissero che sono qui con te ora, non oso immaginare il putiferio che scatenerebbero» ridacchiò «Draco è la persona più selettiva che conosco, se ti ha permesso di entrare nel suo cuore e se si fida di te, vuol dire che sei andata oltre alla sua corazza, devi aver fatto un bel lavoro»
«Se lo merita, ha tanto da dare» ammisi. Lo pensavo, ogni parola. Avessi potuto farlo, avrei dato il mondo a quel ragazzo.
«Ad ogni modo, la ringrazio per non essersi fermata ai pregiudizi»«Se lui è felice lo sono anch'io» sorrise malinconica.
«Beh, per quanto possa esserlo in questo periodo almeno»Si accupì e fece dietrofront per tornare da dove era venuta.
«Narcissa, aspetti» la fermai «So di Draco, so del marchio» confessai
«Come-»
«Non è importante» la zittii
«Ho bisogno di sapere la verità, la prego, lasci che lo aiuti» la supplicai. Avevo bisogno di sapere come stavano realmente le cose.Gli occhi della donna divennero un pozzo di lacrime, un fiume in piena che minacciava di strabordare; con eleganza prese un fazzoletto nero e lo poggiò sul suo contorno occhi, per tamponare qualche lacrima che stava per cadere.
«Draco ha una missione da svolgere e non c'è niente che tu possa fare ora per lui, stagli vicino e parlate il meno possibile della cosa» disse duramente.
Forse il fatto che stesse per crollare la rendeva più rigida.«Deve esserci un modo» insistetti
«Gli rimangono solo nove giorni per completare l'incarico, fa quel che ti dico e tieni questa cosa per te» mi rispose «Ora devo proprio andare»
«Aspetti io-» provai a dire.
«Grazie Moon» mi disse poco prima di avviarsi «Sono sicura che tu sia riuscita a migliorargli questi ultimi, tremendi, mesi di agonia»
Pronunciata l'ultima frase scomparve nell'ombra e io rimasi li, immobile ad osservare il buio come avevo fatto prima del suo arrivo.
Mi ripresi dallo stato di trance e lasciai il posto in poco tempo, consapevole di essere decisamente oltre l'orario e che, se fossi stata beccata, l'avrei rischiata grossa, già prevedevo la punizione di Piton...Riuscii ad arrivare fin dentro il Castello e prima di arrivare in dormitorio passai davanti all'infermeria, trovai un trambusto seguito da un via vai di gente, ma fu solo quando riconobbi la figura di mio fratello e di Hermione che corsi immediatamente dentro.
«Che succede?» urlai allarmata
Ron giaceva su un lettino, pallido come le lenzuola che lo coprivano, privo di sensi e affiancato solo dal professor Lumacorno, da madama Chips e da Silente; alla mia richiesta di spiegazioni fu la riccia a spintonarmi, insieme a lei, fuori dalle mura.
«Ha bevuto dell'Idromele contenente del veleno, Harry l'ha salvato con un Bezoar, ora sta bene» spiegò breve e coincisa.
«Che diavolo ci facevano nell'ufficio di Lumacorno? Lo stavano ancora importunando?» domandai esausta.
«Rilassati» disse mio fratello raggiungendoci fuori dall'infermeria «Non stavo chiedendo niente a nessuno, Ron aveva assunto un potente filtro d'amore ed ero andato da lui solo per risolvere il guaio, non sono così scemo come pensi»
Così, offeso, fece per tornare nel corridoio principale.
«Harry» lo richiamai «Sai che non penso tu sia uno scemo, lo sai benissimo»«Spesso mi ci fai sentire però» confessò. Dannazione, riusciva a farmi sentire persino in colpa.
«Lo so e mi dispiace, a volte sono dura, è che quando si tratta di Silente ho sempre l'impressione che si approfitti di te e della tua bontà»
Odiavo quel preside, in una maniera inspiegabile.«Fidadi di me Moon, so quello che faccio»
Credetemi, avrei avuto da ridire, ma ero stanca, triste e già la situazione era pesante per altre mille cose, litigare con Harry era proprio l'ultima cosa di cui avevo bisogno, perciò mi fiondai tra le sue braccia e mi feci cullare dalle sue carezze così che, per un momento, potessi ritrovare un po' di tranquillità.
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Piccola Mezzosangue 4 || Draco Malfoy
RomanceQUARTO LIBRO DELLA RACCOLTA "Piccola Mezzosangue" *** L'anno precedente per Moon si era concluso nel più strano dei modi; la perdita di Sirius avrebbe lasciato in lei un vuoto incolmabile, ma la vicinanza della sua famiglia e dei suoi amici, sarebbe...