18 - Extra - Caramelle all'arancia

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Apro gli occhi.

Mi fa male la testa. Mi sento ancora triste e stordita.
Ho realizzato troppo tardi di amare Louis. Avrei dovuto capirlo prima. Volevo le sue attenzioni. Volevo che mi proteggesse, ma non in veste di fratello maggiore e posso dirlo con certezza soltanto ora. Se non ci fossimo avvicinati, non sarei mai arrivata a questo punto, al punto di interpretare in modo corretto tutti i miei comportamenti avuti in passato, come la volta in cui andai a stare da mio padre per tre settimane di fila perché mi infastidiva la ragazza che Louis stava frequentando e che si portava a casa quando i nostri genitori erano in giro. Non volevo incontrarla. Non mi seccava lei in sé, ma il fatto di non essere al suo posto e l'ho capito soltanto adesso, ripensandoci.

Basta.
Devo smetterla. Devo concentrarmi su altro.

Prendo un respiro profondo.
Mi volto e accarezzo con una mano il materasso.
È andato via.
Mi cade l'occhio sul comodino e, quando mi rendo conto che sopra c'è una caramella all'arancia, mi metto seduta per prenderla. La stringo fra le dita e una lacrima mi riga una guancia mentre alcuni ricordi iniziano a tornarmi in mente.

Cinque anni prima

Non riesco a credere che stia capitando proprio a me.
Seduta sul letto, continuo a piangere e a coprirmi il volto con le mani.

«Posso entrare?» Mi volto. Harry è in piedi davanti alla porta. In imbarazzo, mi asciugo le lacrime. Gli rispondo di no, ma viene ugualmente a sedersi accanto a me. Mi accarezza la schiena e io appoggio la testa sulla sua spalla. Non riesco a smettere di singhiozzare.

«Credevo che sarebbero rimasti insieme per sempre.»

«Mi odi perché mamma ha sposato tuo padre?»

Scuoto il capo. Gli voglio bene e mi piacciono anche Anne e Gemma. «No, Harry. Mi sei simpatico, ma detesto il fatto di dover stare qui senza mia madre o settimane lontana da papà.»

«So che è brutto, ma vivete tutti e tre nella stessa città e puoi stare con loro quando ti pare. Sei molto più fortunata di tante altre persone, Celeste.» Gli rivolgo un'occhiata. So che sta parlando anche di lui e Gemma; vedono il padre una volta ogni tanto e lo sentono poco.

Smetto di piangere e mi asciugo le lacrime. Trovo la forza di farlo per lui. «Harry» , mormoro.

«E avrai sempre me accanto, da ora in poi.» Sorride. «Fingi che la cosa ti faccia piacere.»

Riesce a strapparmi una risata. «Mi rende davvero felice.»

Prende dalla tasca una caramella all'arancia che mi passa. «Ti aiuterò a superare sempre tutto.»

Quattro anni prima

Mi guardo il braccio ingessato e sbuffo. Sentendo dei passi, sollevo la testa. Scorgo Harry in corridoio. I nostri sguardi si incrociano per un attimo e lui, allegro, lo prende come un invito ad entrarmi in camera.
Si lascia cadere accanto a me sul letto e mi sorride.

«Come te la passi?»

«Male. Mi prude il polso e devo stare attenta a non fare movimenti bruschi.»

«Sei veramente maldestra. Come hai fatto a scivolare sulle scale?»

«Erano bagnate» , mi difendo.

Ridacchia e mi passa una caramella all'arancia. Lo ringrazio e la scarto per mangiarla.

«Posso prenderti una penna per il braccio. Infilatela nel gesso e grattati.»

La ragazza con la valigiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora