17 - Un tarlo che si insinua nella mente

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Mi piace ripetermi che questo è soltanto un incubo, ma, sfortunatamente, quando apro gli occhi sono ancora in palestra, pronta a scontare la mia punizione, con Harry che mi fa compagnia.

«Resti con me qui o vengo io con te negli spogliatoi?» , mi domanda il riccio.

«Facciamo che io vado a pulire gli spogliatoi e tu resti in palestra» , rispondo. Afferro una scopa e mi allontano.

Ride. «Non vuoi proprio stare con me, vero?» , mi chiede.

«No, lasciami in pace» , taglio corto, voltandogli le spalle.

Siamo in questa situazione per colpa sua e, per questo motivo, al momento lo detesto. E poi, perché continua a starmi addosso? Sono anni che ci detestiamo.

Marie

Niall sta per incollare una gomma da masticare sotto a uno dei banchi in ultima fila.

«Se ti permetti, vengo lì e te la faccio ingoiare!» , gli urlo, facendolo spaventare.

Non ho intenzione di continuare a pulire per colpa sua. Spero che Celeste se la stia passando meglio di me in palestra con Harry.

Il biondo, scosso, si avvicina al cestino e, dopo aver sputato la gomma in un fazzoletto di carta, ce lo butta dentro. Soddisfatta, sorrido. «Sei aggressiva, Parker» , commenta, divertito.

«A doversi difendere ogni giorno dagli insulti si diventa così.» Incrocio le braccia al petto.
«A proposito, perché ti diverti a tormentarmi?»

«Allo scorso compleanno di Louis mi hai vomitato sulle scarpe nuove.»

Spiazzata, resto in silenzio a guardarlo. «Mi dispiace» , balbetto in difficoltà. «Sono astemia» , inizio a dire.

Scoppia a ridere. «Scherzavo, non farti venire i sensi di colpa.»

Lo fulmino con lo sguardo. «Imbecille» , sibilo.

«Ti tormento perché hai detto a suo padre che avevamo portato io e Zayn gli alcolici alla festa; non mi piacciono le spie.» Faccio per ribattere, ma ricomincia a parlare. «Scherzavo, di nuovo. Te l'ho detto ieri. Mi diverto a discutere con chi riesce a tenermi testa.» Si appoggia con la schiena al muro.

«La smetterai prima o poi?» , chiedo, stufa.

«Non lo so» , mormora. Mi raggiunge con qualche falcata e mi porta due dita sotto il mento per sollevarmi il viso. Che sta succedendo? Restiamo in silenzio a guardarci. Voglio andarmene. Ora. «Parker, dovresti farti dare una controllata al cuore, batte un po' troppo velocemente» , mi sussurra in un orecchio prima di allontanarsi.

Senza dire nulla, torno a pulire i banchi.
Lo sento ridere alle mie spalle e trattengo a fatica la voglia di correre a prenderlo a schiaffi.
In imbarazzo, intanto, mi porto una mano sul petto. Ha ragione lui sul mio cuore.
Mi costringo a prendere un respiro profondo nella speranza che riprenda a battere con regolarità.

Celeste

Osservo, soddisfatta, il mio lavoro. Lo spogliatoio brilla.
Infilo la spugna nel secchio e torno da Harry che, a quanto pare, sta ancora pulendo la palestra.
Decido di aiutarlo facendo sparire alcune macchie dalle pareti. Come fanno ad esserci impronte di scarpe qui sul muro? Chi frequenta la scuola? Aspiranti Spiderman?

«Ti mancavo?»

«Prima finiamo e prima ce ne andiamo» , mi limito a rispondergli.

•••

Non ce la faccio più. Sono ancora qui e credo sia passata quasi un'ora da quando ho iniziato ad aiutare Harry (che sta prendendo con filosofia la punizione divertendosi a fare scivolate sul pavimento bagnato mentre mi lamento).
Improvvisamente, mi colpisce con una secchiata d'acqua. I vestiti mi si incollano al corpo e i capelli alla fronte. Furiosa, serro i pugni.

La ragazza con la valigiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora