25 - Complici

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He drives to school every morningWhile I walk alone in the rainHe'd kill me without any warningIf he took a look in my brainWould he say he's in L-O-V-E?Well if it was me then I would, I wouldWould he hold you when you're feeling low?Baby you shou...

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He drives to school every morning
While I walk alone in the rain
He'd kill me without any warning
If he took a look in my brain
Would he say he's in L-O-V-E?
Well if it was me then I would, I would
Would he hold you when you're feeling low?
Baby you should know that I would, I would

Harry

Gemma si volta e, spaventata, sussulta quando mi nota steso, con le braccia incrociate dietro la testa, sul divano, intento a fissarla intensamente.
Non ho chiuso occhio tutta la notte e ho soltanto voglia di scappare di casa prima che Celeste si svegli. Non ho avuto il coraggio di chiederle del suo incontro con Louis.
Sono stato un idiota.
Credevo davvero che potesse dimenticarlo?
Mi sono soltanto intromesso fra loro.

«Harry, sono soltanto le sei del mattino; perché sei già sveglio?»

«Non ho dormito» , confesso.

«Celeste?» , domanda. Mi fa male soltanto sentire il suo nome.
Gemma mi osserva con più attenzione. «Hai pianto?» Preoccupata, viene a sedersi accanto a me.
Mi sollevo e, senza dire nulla, l'abbraccio. «Harry?» Scoppio a piangere e lei, confusa, inizia ad accarezzarmi i riccioli. «Che cosa è successo?»
Trovo il coraggio di aprirmi con lei. Mi ascolta attentamente, in silenzio, e si decide a parlare soltanto alla fine del mio racconto.

«Non sei in una brutta posizione, secondo me. Magari, Louis è il vero amore di Celeste e ciò che sto per dirti è sbagliato, ma credo, conoscendovi entrambi, che ci sia qualcosa di incredibilmente puro fra voi due e che non potrà mai avere un rapporto del genere con lui. Siete dei ragazzini e queste sono le vostre prime esperienze. Credo che sia normale che Celeste, adesso, abbia perso la testa per un ragazzo più grande e indipendente di lei e di te che potrebbe proteggerla e insegnarle tanto, visto che si sente inesperta in molte cose. Alla sua età, cercavo anche io passione. Volevo sentirmi viva. Il vostro rapporto è più maturo. Tu per lei, Harry, sei un fratello, un amico e sei stato anche un fidanzato perfetto, sebbene siate stati poco insieme. La vostra complicità è invidiabile. Sono sicura che, quando maturerà, se ne renderà conto. Magari, non l'aspetterai o lei non tornerà mai, ma questo è comunque ciò che penso. Non pentirti di quello che hai vissuto e non starci troppo male. Sii felice perché è accaduto, piuttosto.»

Sabrina

Liam ci ha convinti a tornare al parco e ancora non mi sembra vero. Mi sto rammollendo troppo? Fino a qualche giorno fa, non gli avrei dato così tanta fiducia.
Mark mi passa la palla e io, con un calcio, la faccio arrivare a Peter. E sto addirittura giocando a calcio. Quasi non mi riconosco più.
Indietreggio fino a quando non sento più il terreno sotto i piedi. Mi ritrovo nel laghetto e il panico mi assale. Non so nuotare.

«Aiuto!» , urlo, sbattendo le mani sulla superficie dell'acqua nel vano tentativo di restare a galla.

Liam inizia a ridere. «Smettila, Sabrina. Esci fuori.»

«Liam, ti prego, aiutami» , lo supplico, agitata.

Prima di andare sott'acqua, riesco a scorgere un barlume di preoccupazione nei suoi occhi. Si tuffa subito per recuperarmi e gli circondo il collo con le braccia. Tossisco e lo ringrazio. Sorride e mi accarezza i capelli. «Usciamo da questo laghetto e torniamo a casa» , dice.
Mi ha appena salvato la vita.

Harry

Il discorso di Gemma è stato molto toccante, sul serio, ma non mi ha comunque convinto a restare a casa e a non evitare Celeste. Sono scappato prima del ritorno di mamma e Luke. Ho pranzato al parco con un panino e, adesso, sto raggiungendo Niall sotto casa sua.
Quando arrivo, noto Louis davanti al palazzo. Imbarazzato, abbasso lo sguardo. Che cosa dovrei dirgli? Sono felice che Celeste mi abbia lasciato per te? Mi preparo ad andarmene, ma si accorge di me e mi chiama. Sospiro e mi volto.

«Lou» , mormoro. Lo raggiungo e lui mi dà un'amichevole pacca sulla schiena. «Gli altri?» , mi affretto a chiedere.

«Sono in ritardo, come al solito» , mi risponde. Sbuffo e lui, invece, accenna un sorriso. «Mi mancheranno anche questi momenti, però, quando sarò in Italia.»

Confuso, aggrotto le sopracciglia. «Andrai in Italia?»

«Finirò l'anno scolastico lì con Francesca. Partirò fra circa tre mesi.»

Sgrano le palpebre. Come è possibile? «Stai scherzando, vero?»

Scuote il capo. «Non credi anche tu che sia una grande opportunità?»

Celeste gli ha parlato o non lo ha fatto per questo motivo? Louis sa tutto o nulla?
La sto evitando e lei, probabilmente, adesso ha bisogno di me e sta malissimo. Sono un idiota. Devo correre subito a casa. «Non lo so, Lou. Non ho abbastanza materiale fra le mani in questo momento per giudicare la tua scelta. Ti farò sapere.» Mi rivolge un'occhiata confusa. «Adesso, però, scusami, ma devo proprio andare. Ho un problema a casa. Salutami gli altri.»

Celeste

«Celeste!» Harry piomba nella mia stanza. Ha l'affanno. Sembra abbia corso una maratona. Mi asciugo le lacrime e mi volto a guardarlo. «Sei stata qui tutto il giorno? Hai mangiato qualcosa?» Preoccupato, viene a sedersi accanto a me.

«Louis» , mormoro.

«Lo so. Me lo ha accennato poco fa» , mi anticipa. «Gli hai parlato?»

Sorrido amaramente. «No. Che cosa avrei dovuto dirgli? Il suo gesto vale più di mille risposte. In ogni caso, non preoccuparti per me, Harry. Non devi consolarmi proprio tu dopo quello che è successo ieri.»

Mi abbraccia, fregandosene, e io mi lascio stringere. Fruga nella tasca della giacca e mi porge una caramella all'arancia. Riesce a strapparmi un sorriso. «Ti starò accanto anche questa volta. Farà male, forse, ma mai quanto vederti piangere come in questo istante. Supereremo tutto insieme e non importa se torneremo o meno ad essere una coppia un giorno. La mia priorità è vederti felice. Ti aiuterò a non soffrire per Louis. Aspetterò che tu rifletta e accetterò qualsiasi scelta che prenderai.»

Sabrina

Do un bacio sulla fronte a Peter e gli rimbocco le coperte.

«Mark si è addormentato» , mi informa Liam quando ci incontriamo in corridoio.

«Grazie, sul serio. In genere, a loro ci pensa mamma. Quando lei e papà sono fuori città, la situazione è sempre tragica. Il tuo aiuto è stato prezioso.»

Ricambia il mio sorriso.
Raggiungiamo il soggiorno. Lo invito a sedersi sul divano e corro in cucina a preparare della cioccolata calda.
Quando torno da lui, mi accorgo che ha preso sonno.
Lascio le tazze fumanti sul tavolino di cristallo accanto alla televisione e gli metto addosso una coperta.
Mi ritrovo a pensare che averlo intorno, in fin dei conti, non è poi così spiacevole.

La ragazza con la valigiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora