28 - Partenze

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Gemma, entusiasta, osserva lo chalet in cui soggiorneremo, insieme agli altri invitati al matrimonio, per tutto il fine settimana.
Anne, allegra, prende la sua valigia.
Chiudo con violenza lo sportello dell'auto e, sbuffando, mi avvio con il resto della famiglia verso l'ingresso della struttura.
Harry, dispiaciuto, mi osserva. «Andrà tutto bene» , cerca di rassicurarmi.

«Certo, sicuramente» , affermo, sarcastica.

Louis

«Fate i miei auguri ad Anne e a Luke e salutatemi tutti» , raccomando a Susan e a mio padre.

«Certo, Louis. Non preoccuparti» , mi rassicura lei. Stringe a sé le gemelle in lacrime mentre mio padre viene ad abbracciarmi.

«Louis» , mormora il mio nome Fizzy.

«Ti voglio bene anche io, sorellina» , la precedo e le scompiglio in modo affettuoso i capelli.

Sorride. «Sappi che lotterò per avere la tua camera.»

Scoppio a ridere. Lottie, invece, le rivolge un'occhiataccia. Subito dopo, viene a stringermi forte. «Mi mancherai tanto» , ammette.

«Non piangere, piccola. Tornerò a trovarvi» , cerco di rassicurarla.

«Lasciatelo andare, ragazze. Non è un addio» , viene in mio soccorso Susan. Ha gli occhi lucidi.

Sorrido, grato, e vado ad abbracciarla. «Sono felice di averti in famiglia» , confesso. «Prenditi cura delle mie sorelline e di papà.» Una lacrima mi riga una guancia. Non riesco a credere che questo momento, alla fine, sia arrivato sul serio. «E resta sempre accanto a Celeste. Stalle vicino quando avrà bisogno di essere consolata, abbracciala quando sarà triste e tratta male tutti i ragazzi che ti porterà a casa fino a quando non ti presenterà quello giusto per lei. Fa che sia felice e ricordati di dirle che le voglio bene e che sarà sempre la mia principessa.»

Sorride flebilmente. «Lo farò Louis.»
Mi stringe di nuovo forte a sé e poi mi lascia andare.
Papà si avvia verso la macchina e inizia a caricarci dentro tutti i bagagli della famiglia.
Un po' alla volta, tutte lo seguono.
Do un'ultima occhiata alla casa. Noto sul divano la mia giacca blu e chiamo Lottie a gran voce. Lei, spaventata, accorre.

«Che cosa è successo?»

«Perché è lì?» , le indico l'indumento con un dito.

«Le gemelle l'hanno presa dalla stanza di Celeste ieri e si sono dimenticate di restituirgliela prima che se ne andasse» , mi spiega.

«Lei lo sa? Cioè, sa che quella giacca era nella sua camera?»

«È sua, Louis. Credo di sì.»

«No, Lottie, è mia. L'ho lasciata nella sua stanza mentre era in cucina con Susan. Secondo te, l'ha vista prima che gliela portassero via?»

«Lou, non lo so. Quando Phoebe è entrata, Celeste non era in camera. È così importante?»

Vorrei dirle di sì e che, se Celeste mi amasse, non partirei, ma mi limito a scuotere il capo.
Potrebbe non aver visto la mia giacca, è vero, ma questo, in fin dei conti, non cambia le cose. Non è detto che ricambi i miei sentimenti. Probabilmente, mi sono soltanto risparmiato una figuraccia. Non era destino che sapesse, a quanto pare.

Celeste

Corro ad aprire, seccata, la porta della mia camera quando qualcuno inizia a bussare con insistenza.
Mi ritrovo davanti le mie amiche e, sorpresa, sgrano le palpebre.
Allegre, mi abbracciano.

«Le ho invitate io.» Harry compare alle loro spalle.

Grata, gli sorrido.
Mi aiuteranno a non crollare in questi giorni. O almeno lo spero.
Niall passa in corridoio e mi saluta, felice, prima di entrare in una stanza.

«Ci sono anche i tuoi amici» , constato. «Manca soltanto Louis» , aggiungo. Il riccio abbassa lo sguardo. Non sa che dirmi. «Credi che sia già arrivato in Italia?»

«Cerca di non pensarci, ti prego. Non farti del male.» Harry avanza e le altre, in silenzio, ci osservano.
Fa per toccarmi una spalla, ma indietreggio. Mi mordo con forza il labbro inferiore per non scoppiare a piangere. «Celeste, non sei sola. Ti aiuteremo a superare tutto.»

«Sto bene Harry, non preoccuparti. Ho soltanto un po' di mal di testa. Vado a riposare. Scusatemi.» Chiudo la porta prima che possano dire altro e mi ci accascio contro.
Una lacrima mi riga una guancia. Mi copro il volto con le dita e mi ripeto di smetterla.
Louis è partito.
Devo andare avanti e basta. Ma fa male.

«Quell'idiota non doveva andarsene» , sento dire a Marie, particolarmente arrabbiata.

Louis

«Non sei felice? A breve conoscerai buona parte della mia famiglia.» Francesca, euforica, si aggrappa al mio braccio.

«Certo, Celeste.»

«Celeste?» Si allontana da me di scatto, sconvolta.

«Francesca» , mi correggo.

«Hai ancora in testa la tua sorellastra, non ci credo!»

«Ti sbagli» , mento. «Pensavo soltanto al fatto che le ho lasciato una giacca che potrebbe servirmi.»

Sollevata, sorride. «Non preoccuparti, amore. Ne compreremo una più bella in Italia.» Mi accarezza il dorso della mano. «Andiamo a fare il check-in, adesso. Siamo in ritardo» , mi ricorda, agitata.

Si avvia e io la seguo, ma mi fermo quando qualcuno mi tocca una spalla. «Ha perso questo.»

Sorrido all'uomo. «Grazie» , mormoro. «Deve essermi caduto dalla tasca.»

«Louis!» , mi chiama Francesca.

Mi rigiro fra le mani il regalo di Celeste, il ciondolo a forma di 'c'.
Partire è la scelta giusta?

La ragazza con la valigiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora