18 - Un compleanno indimenticabile

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Sono passati esattamente undici giorni da quando ho scontato la mia punizione pulendo gli spogliatoi e la palestra insieme ad Harry. È sabato mattina e questa sera ci sarà la mia festa.
Mi trovo ancora a casa di papà visto che, tempo fa, aveva chiesto a mamma di dargli il permesso, accordato senza alcun problema, di farmi restare con lui fino a martedì.
Sono quasi le otto e, stranamente, sono già sveglia.
Mi rigiro nel letto pensando a tutto quello che potrebbe accadere fra poche ore. Immagino l'intero corpo studentesco del liceo che mi fa gli auguri e di tagliare una torta a due piani ricoperta di panna sotto lo sguardo attento di Louis che, come mi aveva promesso, ha organizzato tutto riuscendo a convincere il proprietario di una sala ricevimenti, presso cui aveva lavorato come cameriere, ad affittargliela per la serata; a quanto pare, l'uomo gli doveva un favore e lo aveva anche preso in simpatia. Si è occupato, inoltre, degli inviti e mi sembra ancora incredibile che alla fine abbia davvero chiesto a tutta la scuola di presentarsi al mio compleanno.
La porta della mia camera, improvvisamente, si spalanca. Intravedo in corridoio Harry con in mano un vassoio pieno di cibo.
Mi alzo dal materasso, affamata, e lo raggiungo. Alla vista della mia espressione incantata, sorride.

«Ti ho preparato la colazione.»

Prendo una brioche, ma mi fermo prima di addentarla. «Di solito non fai queste cose.»

«Lo so, ma ti assicuro che non morirai avvelenata perché non ho intenzione di eliminarti. Sto soltanto cercando di comportarmi in modo carino con te.» Mi sorpassa per andare a lasciare il vassoio sul letto. «E, in ogni caso, auguri, Celeste.»

Gli sorrido. Torna da me, mi scompiglia i capelli e mi dà un bacio sulla fronte. Istintivamente, lo abbraccio. «Grazie, Harry. Mi hai fatto anche un regalo?»

«Più o meno.» Si irrigidisce di colpo.

«Più o meno? Dammi un indizio!»

Scuote la testa e mi allontana da lui. «Alla festa capirai.» Corre a chiudersi nella sua stanza prima che possa chiedergli altro.

Teddy

Non riesco a crederci.
Non è possibile.
Mi passo con insistenza le mani sul volto mentre guardo lo schermo del mio portatile.
La professoressa di scienze mi ha chiesto di aiutare un ragazzo a studiare e io, fondamentalmente altruista e desiderosa di non farle cambiare opinione su di me, visto che mi ritiene brillante e diligente, ho accettato di farlo.
Fino a qualche minuto fa, non sapevo a chi avrei dovuto dare una mano, ma poi mi è arrivata un'e-mail e, da quel momento, tutto è cambiato e non riesco più a non provare ansia mista ad euforia mentre continuo a rileggerla.

Ehi, tutor, la professoressa ha detto che dovrai aiutarmi. Ci vediamo a casa mia lunedì; ti allego l'indirizzo. A presto.
Zayn

Marie

«Chi ha deciso di rovinarmi la giornata? Questo rumore è insopportabile!» , grido, furiosa, entrando in cucina.

In famiglia sanno che il sabato mattina dormo e che non bisogna svegliarmi.

«I nuovi vicini; si sono appena trasferiti e stanno portando in casa dei mobili» , mi risponde mio fratello, intento a leggere il giornale.

«Chi diavolo sono?» , chiedo, alterata.

«Non lo so, non li abbiamo ancora visti. Marie, vuoi dare loro il benvenuto?» , mi domanda a sua volta mia madre.

«Con piacere!» Mi accorcio le maniche del pigiama. «E stai certa che, dopo avermi conosciuta, ritorneranno da dove sono venuti.» Quasi correndo, esco dal nostro appartamento e mi fermo sul pianerottolo.

La ragazza con la valigiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora