17 - Extra - Il fratello responsabile

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Do ad Harry un colpetto sulla nuca e lui, infastidito, mi fulmina con lo sguardo. «Mi stai riempiendo il libro di briciole» , gli faccio notare. «E smettila di fotografare i miei esercizi» , aggiungo. Si allontana dalla bocca la ciambella e fa per protestare, ma ricomincio a parlare e si zittisce. «Lo dico per te; vorrei che imparassi qualcosa.»

Stranamente divertito, mi circonda le spalle con un braccio. «Sei un tesoro, davvero, ma non preoccuparti per me; ho già fatto matematica prima. Le foto sono per Dean.»

Strabuzzo gli occhi. «Dean che sta al secondo banco?» Annuisce. «Sei impazzito? Mandi i miei compiti a tutta la classe?»

Mi invita a non scaldarmi tanto. «Soltanto a chi ne ha bisogno. Invierei i miei, ma dicono che sono troppo disordinato e preferiscono le foto del tuo quaderno.» Serro i pugni e trattengo a stento la voglia di urlargli contro mentre lui torna a mangiare. «Lo faccio per vivere, sorellina. Come credi che le abbia comprate queste?» Mi mostra la busta piena di ciambelle al cioccolato. «Mamma non mi dà più soldi da quando siamo finiti in punizione e non avevo nulla da parte.»

Gli punto un dito contro. «Harry» , inizio a dire.

Sospira e incrocia le braccia dietro la testa. «Coraggio, fammi la tua solita ramanzina.»

Mi zittisco. Sono davvero così noiosa? «Passami una ciambella. Mi spetta di diritto.» Non mi lamenterò. Non oggi.

Sorpreso, sorride e lo fa.

Un rumore di passi ci fa voltare verso l'ingresso della cucina. «È bello vedervi andare d'accordo, sul serio. Finalmente io e Luke potremo passare una notte lontani da casa senza il terrore costante che uno di voi cerchi di uccidere l'altro nel sonno.» Anne ci sorride prima di prendersi un bicchiere d'acqua.
Rivolgo un'occhiata ad Harry. Fa piacere anche a me questa tregua inaspettata. «Torneremo domani sera, ma questo lo sapete già. Mi preme ricordarvi di non fare feste in nostra assenza o altre bravate che vi facciano rischiare il carcere. Questo lo sto dicendo in particolar modo a te, tesoro» , aggiunge, rivolgendo uno sguardo al figlio.

Lui sbuffa. «Mamma, perché hai così poca fiducia in me?» Si finge terribilmente offeso, ma sa che sarebbe capacissimo di cacciarsi nei guai.

Lei torna in soggiorno. «Perché ti conosco.» Indossa la giacca e prende il suo borsone, pronta a raggiungere papà in macchina. «E conosco i tuoi amici. Devo ricordarti quello che avete fatto l'anno scorso? Sospesi per aver lasciato aperti i rubinetti dei bagni con l'intento di far allagare la scuola. Non organizzare nulla con loro qui a casa.»

Il riccio rotea gli occhi. «Va bene.»

«Controllalo tu, Celeste. Mi fido di te e di Gemma.»

«Gli starò con il fiato sul collo» , la rassicuro. Lei, sollevata, ci saluta ed esce di casa.

«Ti sembro davvero così poco affidabile?»

Mi volto verso il riccio. «Lo stai seriamente chiedendo alla persona che hai fatto ingiustamente finire in punizione?»

Scoppia a ridere e solleva le mani in segno di resa. «Hai ragione, è meglio non aggiungere altro. Comunque, che vuoi fare stasera? Potremmo cucinarci qualcosa e guardare un film.»

Sorpresa, mi volto verso di lui. «Davvero non hai organizzato nulla con i tuoi amici per una volta che abbiamo casa libera?»

«Ti dispiace? Avevi per caso programmato di passare la serata con le tue amiche?»

«No» , rispondo, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Per qualche strana ragione, mi sento in imbarazzo. Sarà perché non passiamo mai del tempo insieme o perché l'ultima volta che abbiamo deciso di farlo ci siamo baciati. Mi sembra di star organizzando un appuntamento con il ragazzo che mi piace e non una tranquilla serata in casa con il mio fratellastro, ma non è così. Va tutto bene. E, fra l'altro, non saremo neanche soli.

La ragazza con la valigiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora