22 - Bugie

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Marie

«Niall, lasciami in pace!» , gli urlo contro, stanca delle sue continue attenzioni.

È il quinto giorno di ottobre; lunedì, per la precisione. L'ho schivato per tutto il fine settimana e, ora, me lo ritrovo alle costole. Non l'ho mai sopportato e non riuscirà a farmi cambiare idea su di lui.

«Non posso. Non ho ancora finito di mostrarti l'efficacia delle mie regole» , non accenna a scomporsi. Sbuffo sonoramente. «Devo dirti quella di oggi.»

«Non mi interessa conoscerla.»

«Dovremmo fare qualcosa di divertente insieme.»

«Ascolta bene quello che sto per dirti, Niall. Io, Marie Parker, non voglio aver nulla a che fare con te. Non ti volevo come amico prima, non ti voglio come amico adesso e non ti vorrò come amico nemmeno in un lontano futuro.»

Non batte ciglio. «Quindi, secondo te che cosa potremmo fare oggi? Una partita a bowling?»

Non ci credo! L'ordine restrittivo non mi sembra più un'idea da accantonare.

«No.»

«Che ne dici, allora, di un film al cinema?» , propone.

«Ho da fare» , rispondo.

«Oggi? Possiamo rimandare a domani.»

«Tutto l'anno.»

Non riesce a trattenere una risata, ma il mio intento non era quello di farlo divertire. Sto sinceramente cercando di levarmelo di torno. «Allora, passo a prenderti questa sera.» Entra in classe e mi lascia sola in corridoio.

Colpisco il mio armadietto con un pugno. Non lo sopporto più.

Celeste

«Non vedo l'ora che arrivi domani» , mi sussurra Harry per non farsi sentire dal professore.

«Anche io. Voglio ritornare da voi» , ammetto, prima di appuntare un concetto sul quaderno.

«Non ti piace stare con tua madre e gli altri?»

«Certo, ma mi manca il mio ragazzo» , rispondo, sorridendogli.

Allegro, mi accarezza il dorso della mano. «Non conta il fatto che io non ti stia dando un bacio in questo momento. Vorrei farlo, credimi, ma poi finiremmo di nuovo in punizione.»

«Non ti sei divertito l'altra volta?»

Gli compare un sorrisetto furbo sul volto. «Molto, ma, ora, non ho più bisogno di una scusa per stare con te.»

«Scusate, può uscire mia sorella?» Persa nel discorso, mi accorgo che il professore ha interrotto la lezione soltanto quando noto Louis in piedi davanti alla porta spalancata della nostra aula.

«Sua sorella?» , gli chiede il signor Stewart, confuso.

«Celeste.»

Harry sbuffa sonoramente e io, sorpresa, non riesco a dire nulla.

«È urgente?»

«Sì.»

«In tal caso, esca pure, signorina.»

Raggiungo, svogliatamente, Louis fuori dalla classe. Mi chiudo alle spalle la porta. «Dimmi tutto.»

«Phoebe non sta bene; dobbiamo portarla d'urgenza in ospedale. Susan ci sta aspettando in macchina. Corri a prendere le tue cose.»

Allarmata, rientro in aula e spiego al professore la situazione. Mentre metto i libri nello zaino, lui fa firmare a Louis il permesso per farmi uscire prima da scuola.

La ragazza con la valigiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora