CAPITOLO 5

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Mi faceva male il petto, era come se un grosso macigno ci si fosse appoggiato sopra e non mi lasciasse respirare a dovere. Il mio cuore mi stava pregando di smettere di guardare quella scena, la mia testa continuava a dirmi di girarmi ed uscire dal locale, ma il mio corpo rifiutava qualsiasi stimolo. Non riuscivo a muovermi, gli occhi fissi sui due ragazzi che ridevano e scherzavano scambiandosi sguardi complici tra di loro.

Non seppi neanche spiegarmi il perché ci fossi rimasto così male, in fondo conoscevo solo il suo nome, non eravamo amici, non eravamo neanche conoscenti. Eppure una parte di me, senza neanche che me ne accorgessi, apparteneva già a lui, ai suoi capelli rossi che avrei tanto voluto toccare, ai suoi occhi profondi in cui mi sarei voluto perdere ogni minuto della mia vita dal momento in cui li avevo incontrati per la prima volta.

Ero sempre stato un inguaribile romantico, ma ero anche sempre stato convinto che il romanticismo fosse una cosa riservata ai film, ai libri, a quei testi sdolcinati delle canzoni che si sentono in radio. Avevo sempre dato poco peso alle mie relazioni passate, a volte erano state un passatempo, altre volte erano state più serie, ma erano sempre state un mezzo di paragone, un modo per trovare le risposte alle domande che attanagliavano il mio rapporto con HaiRan.

Quando avevo visto Taehyung però, inconsapevolmente, avevo lasciato libero quel mio lato sentimentale. Che fosse stato il destino a farci incontrare? E anche se continuavo a dirmi di smetterla, che ero troppo grande per queste stronzate, in realtà questo pensiero non se ne era mai andato. Fino ad ora.

"Jeon, ti muovi ad ordinare da bere o vuoi restare lì tutta la sera?" le parole di P-hyung risuonarono nelle mie orecchie, ma non furono sentite solo da me.

Jimin alzò lo sguardo e lo punto dritto sul mio.

Non sapevo che fare, ero nel panico, volevo solo scappare da quel posto, ma non riuscii a fare nulla di tutto ciò.

Jimin mi fece un enorme sorriso riducendo i suoi occhi a due mezze lune e mi fece segno di avvicinarsi al bancone con la mano.

Riluttante avanzai. Ormai ero stato visto e andarsene sarebbe stato veramente da maleducati. Mentre mi avvicinavo al bancone vidi Jimin chinarsi per cercare qualcosa. Taehyung era invece rimasto fermo fino a quel momento, ancora seduto di schiena, ma quando arrivai al bancone ruotò sulla sedia per girarsi verso di me. Appoggiò il gomito sul tavolo, la mano a reggergli il volto. Mi fece un piccolo sorriso.

"Mi chiedevo se saresti mai arrivato" mi disse.

Non ebbi il tempo di rispondere perché Jimin si rialzò improvvisamente da sotto al bancone sbattendo la testa contro il piano "AHIA".

"Chim, tutto bene?" gli disse il ragazzo dalla camicia verde.

"Ahi...ahi..." disse Jimin massaggiandosi la testa "sì, sono solo un po' sbadato" continuò ridendo "comunque tieni, hai lasciato questa al bar la scorsa mattina."

Guardai la mano di Jimin che mi stava porgendo qualcosa. Eccola lì, la mia maledettissima tessera studenti. Quella tessera che avevo perso, che mi aveva fatto avere quell'incontro con Taehyung, che mi aveva permesso di essere qui questa sera. Quella tessera che ora stavo odiando fortissimo perché mi aveva solo illuso. O meglio, mi ero illuso da solo.

"Va bene, allora Tae grazie ancora, mi stai salvando. Per le 3 inizia a far uscire tutti e poi ricordati di chiudere entrambe le porte." Il biondo prese la giacca da uno sgabello lì vicino e abbracciò Taehyung velocemente "Veramente grazie, ci vediamo a casa." Detto ciò uscì di corsa dal locale controllandosi l'orologio da polso.

Ci vediamo a casa. Vivevano addirittura insieme? Mi ero proprio fatto dei castelli di carta. Avevo mentito ad HaiRan per cosa? Per nulla. Il mio ennesimo flusso di pensieri venne però interrotto dal ragazzo che si trovava di fronte a me.

Cherry tea - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora