CAPITOLO 12

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Taehyung mi aveva invitato a passare il resto del pomeriggio con lui ed io non riuscivo a nascondere la mia felicità. In realtà mi aveva chiesto di restare solo ancora un po', ma avrei fatto in modo di restare il più possibile con lui ora che ne avevo l'occasione.

Lo aiutai a liberare il divano da quella miriade di stoffe che ci erano state abbandonate sopra. Era un divano piccolo, ma estremamente carino che, ora sgombro da ogni cosa, risaltava in quel minuscolo appartamento. Era in velluto blu e azzurro, l'unico mobile colorato in quella stanza che, senza esso e senza i modelli di Taehyung di ogni pattern e colore, sarebbe risultata estremamente scialba e triste.

Ci sedemmo uno vicino all'altro, ma mantenendo comunque una distanza, la massima che quel piccolo divano ci permetteva. Io cercavo di stare il più educatamente seduto possibile, mentre Taehyung aveva messo i piedi sul divano e aveva appoggiato la testa allo schienale, il busto rivolto verso di me.

"Jungkook guarda che non mordo mica, puoi rilassarti" aveva detto sorridendomi con dolcezza.

Mi irrigidii ancora di più a quel suo commento, non perché non lo avessi apprezzato, quanto perché mi aveva di nuovo letto dentro, come se sapesse sempre quale fosse il problema.

Feci un respiro profondo e mi voltai anche io verso di lui, mantenendomi la testa con il braccio che avevo appoggiato allo schienale del divano.

"Prima scherzavo ovviamente, non sei obbligato a raccontarmi cosa è successo a Busan, era solo una scusa per farti restare un po' più a lungo."

Come riusciva a dire certe cose senza imbarazzarsi un minimo? Io probabilmente avevo assunto la sfumatura di un pomodoro, ma fortunatamente per me questa volta Taehyung non la vide, o forse preferì ignorarla per cercare di farmi rilassare.

"Mi va di parlartene, è solo un po'...complicato ecco."

"Ti ascolto, abbiamo tutto il tempo del mondo."

La sua voce mi arrivò alle orecchie e come sempre mi tranquillizzò. Non dovevo raccontagli proprio tutto nei minimi dettagli, per esempio raccontargli della mia pazzesca cotta nei suoi confronti era fuori discussione. Però mi faceva piacere che si interessasse a me e alla mia vita.

Gli raccontai della mia amicizia con HaiRan, dei commenti dei nostri amici, dei miei genitori, del fidanzamento tra Seojun e Miyon, di quel pezzo di merda di ChungHo e infine della discussione avuta con HaiRan. Tralasciai la causa scatenante di tutto, ossia la bugia che avevo raccontato, e mi concentrai più sul passato, sulle mie vecchie relazioni e sui miei sentimenti confusi.

Taehyung mi ascoltò senza dire nulla mentre raccontavo. Non mi ero reso conto quanto, nonostante tutto si fosse risolto, avessi bisogno di parlarne con qualcuno, di far uscire tutto quello che mi ero tenuto dentro, dirlo a voce alta.

Non lo avevo capito io, ma lo aveva capito lui. Lo aveva capito sin dal momento in cui non gli avevo risposto a quel messaggio che c'era qualcosa che non andava, lo aveva capito dal mio comportamento durante il pranzo, dai miei sguardi e gesti. Per lui ero stato come un libro aperto sin dal principio, mentre io di lui sapevo ancora poco.

Quando finii di raccontare restammo entrambi in silenzio, io con lo sguardo rivolto verso le mie mani, lui con lo sguardo fisso su di me. Poi parlò lui.

"Mi dispiace..." disse con voce bassa, ma delicata.

"Di cosa? Non c'è da dispiacersi, alla fine abbiamo risolto tutto. Io e HaiRan ci vogliamo ancora bene, magari sarà difficile all'inizio, ma supereremo anche questa."

"Ne sono sicuro, non mi sembra una ragazza così stupida da rischiare di perdere una persona come te solo perché non ricambi i suoi sentimenti."

Il mio cuore perse un battito alle sue parole. Una persona come me. Mi riteneva quindi una bella persona?

Cherry tea - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora