CAPITOLO 9

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"Lasciami stare" mi urlò HaiRan nel mezzo della strada "Piantala di seguirmi."

"Fammi spiegare, ti prego."

Si girò di scatto improvvisamente "Spiegare cosa? COSA? Il modo in cui mi hai mentito? Spiegare come continuavi a sentirti con quel cameriere mentre a me dicevi che non c'era nulla? Dai, avanti: spiega. Ti ascolto."

Non piangeva, aveva gli occhi lucidi, ma non gli scese neanche una lacrima. Era arrabbiata, probabilmente ferita e delusa dal mio comportamento. Non ero stato sincero con lei, le avevo mentito, le avevo omesso la verità. Aveva ragione ad essere incazzata con me ed io mi sentivo dannatamente in colpa.

"Possiamo...possiamo parlarne a casa?" le chiesi abbassando lo sguardo dai suoi occhi velati di lacrime.

Non mi rispose, si girò e si diresse verso casa. La ringraziai mentalmente per aver accettato la mia richiesta. Sapeva quanto odiavo fare scenate in pubblico e questa faccenda era privata, non volevo che qualcuno ci potesse sentire.

Il passo veloce e sostenuto che HaiRan stava tenendo presto rallentò e finalmente sentii i singhiozzi che aveva trattenuto fino a quel momento. Che stronzo che ero stato. Mi si spezzò il cuore a vedere le sue spalle alzarsi ed abbassarsi scosse dal pianto. Rimasi dietro di lei per tutto il tempo, senza affiancarla mai.




"Vado a lavarmi la faccia, aspettami in camera" mi disse quando arrivammo a casa sua.

Le risposi con un cenno della testa e mi diressi verso camera sua. Sentivo un peso sul petto. Quella situazione me l'ero creata io con le mie mani e ora ne avrei pagato le conseguenze. Speravo solo che il danno fatto fosse riparabile. Volevo bene ad HaiRan, avrei fatto qualsiasi cosa se me lo avesse chiesto. O almeno lo credevo.

La aspettai seduto sul suo letto. Dopo una decina di minuti la vidi entrare e sedersi alla sedia della sua scrivania. "Perché mi hai detto che con Jimin non era successo nulla? Mi hai sempre detto tutto Kookie, cos'è cambiato?" Cercava di tenere il tono più calmo possibile, ma sentivo che la sua voce si sarebbe potuta spezzare da un momento all'altro.

"Non ho mentito quando ho detto che con Jimin non era scattato nulla." Alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi che sembravano ora ancora più delusi da me. Aveva capito benissimo che se con Jimin non c'era nulla allora le avevo mentito su altro.

Era arrivato il momento di dirle tutto.

"Ecco, è vero quello che ti ho raccontato su Jimin. È uno dei camerieri del bar del campus, ma...non è lui la persona che mi ha mandato prima un messaggio, non è lui la persona che ho conosciuto a Seoul. Non c'è nulla tra di noi, non ancora, non so se..." HaiRan mi interruppe.

"Non voglio saperlo. Non voglio sentirlo." Fece un lungo respiro "Kook, non sai quello che vuoi. Sei andato a Seoul e ti sei sentito spaesato e ti sei attaccato emotivamente alla prima persona che hai incontrato. Ma io ci sono, sono ancora qua. Chiederò il trasferimento a Seoul se vuoi, così potremo continuare a stare insieme e..." questa volta fui io ad interromperla.

"Non è la prima persona che ho incontrato, non sminuire il mio rapporto con lui." Dissi infastidito dalle sue parole. "HaiRan noi possiamo continuare ad essere amici. Ti ho mentito è vero, ho sbagliato. Ma possiamo fare pace ed andare avanti come sempre, no?"

"...no, non questa volta."

Rimanemmo in silenzio per quelle che mi sembrano ore invece che pochi minuti. Qualcosa si era spezzato, potevo sentirlo, ma non capivo cosa.

Cherry tea - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora