CAPITOLO 20

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I suoi occhi castano scuro erano fissi sui miei, le sue mani sulle mie guance bollenti. Avevo il fiato corto, come se avessi corso una maratona, il petto che mi si alzava e si abbassava pesantemente come se la sua vicinanza mi impedisse di respirare correttamente.

Amavo come il suo pollice tracciasse dei piccoli cerchi immaginari sulla mia guancia sinistra ogni volta che ci baciavamo per poi restare minuti interi a fissarci in silenzio. Ogni centimetro del mio corpo fremeva a contatto con il suo ed ero sicuro che non mi sarei mai abituato alle sue labbra sulle mie.

Era passata una settimana dalla festa di capodanno e non riuscivo a non pensare a lui ogni secondo delle mie giornate. Era come se tutto il resto, ora che avevo lui, avesse perso importanza. Avevo desiderato così tanto poterlo stringere tra le mie braccia che ora che ne avevo realmente la possibilità non avrei voluto fare nient'altro se non quello.

Mi avvicinai a lui quel che bastava per far toccare le nostre fronti, per poter sentire il suo respiro infrangersi sulla mia bocca. Mi piaceva stare in quella posizione con lui, mi donava serenità.

"A cosa pensi?" mi chiese in un soffio avendo paura di rovinare quel silenzio in cui eravamo immersi da ore.

Dopo la mezzanotte del 31 dicembre eravamo rimasti in quella stessa posizione: le fronti attaccate, le sue mani sul mio volto, le mie tra i suoi capelli. In quel momento la mia testa si era completamente svuotata. Ero stato agitato tutta la sera comportandomi persino in modo strano per dissimulare tutto il mio nervosismo, ma non era servito a nulla perché Tae aveva subito capito cosa non andasse. Poi era stato tutto così veloce: Jimin ubriaco, la conversazione con Taehyung e infine la mia spudorata confessione. Quel bacio aveva spazzato via ogni mio pensiero. Mi ero sentito come se fossimo le uniche due persone sulla faccia della terra, come se fossimo invincibili insieme. Ed ora provavo esattamente le stesse cose. Ogni volta che mi baciava e mi guardava negli occhi tutto il resto scompariva. Per quei secondi dimenticavo ogni cosa.

"A nulla."

"Non puoi non pensare a nulla, starai immaginando pur qualcosa" ribatté lui sorridendo. Quella sua risatina sussurata era uno dei suoni che ero certo non mi starei mai stancato di sentire.

"Tu a cosa pensi allora?"

"Al nulla."

"Ma se hai appena detto – "

"Eh no, vedi che non sei attento" mi interruppe. "Sto pensando a come potrebbe essere fatto il nulla, quindi sto comunque pensando a qualcosa" disse per poi allontanarsi dal mio viso facendomi un occhiolino.

Scoppiai a ridere tirando fuori quel sorriso che ero solito riservare a poche persone, ma che a lui avevo donato praticamente da subito. Sarei voluto restare con lui ancora, ma purtroppo si era fatto sera e dal giorno seguente avremmo iniziato entrambi a studiare per la sessione esami.

Ci alzammo dal divano così che Taehyung potesse accompagnarmi alla porta per poi lasciarmi l'ennesimo bacio a fior di labbra seguito dall'ennesimo brivido che mi percorreva la spina dorsale ogni volta che ci sfioravamo.

"Ci sentiamo più tardi per la buonanotte" gli dissi sorridendo timidamente sulle sue labbra.





Era già gennaio. Mi sembravano passati pochi giorni da quando ero arrivato a Seoul, invece erano già passati quattro mesi e in tutto quel tempo mi era successo veramente di tutto, tra cui riuscire a baciare il ragazzo di cui mi ero reso conto di essere innamorato.

Ovviamente non glielo avevo detto e non intendevo farlo presto. Dopo quel bacio eravamo rimasti sul divanetto di pelle nera della discoteca in silenzio, senza scambiarci una parola o uno sguardo. Ce ne eravamo semplicemente rimasti seduti lì, circondati da gente ubriaca che festeggiava l'inizio del nuovo anno, con Jimin addormentato vicino a noi, mano nella mano. Quello era stato il nostro modo di parlarci, perché come sempre le parole erano troppo rumorose e poco chiare per noi, mentre il silenzio era molto più assordante ed esplicito.

Cherry tea - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora