CAPITOLO 26

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Restai seduto, nel corridoio, su quelle scomodissime sedie di plastica, proprio davanti a quella porta blu su cui erano affissi i risultati dell'esame che avevo appena sostenuto. Il mio primo esame.

Volevo andare a casa, mettermi a dormire, urlare dalla gioia, correre, baciare Taehyung fino a sentire le labbra bruciare, ma non riuscivo a fare nulla di tutto ciò perché era come se le mie gambe si fossero trasformate in sabbia. Ogni muscolo si era lentamente tramutato in minuscoli granellini gialli, non permettendomi quindi di alzarmi ed andarmene da quell'edificio.

Restai lì seduto per una buona mezz'ora prima di tirare fuori il cellulare dalla tasca davanti dello zaino. Lo accesi e non trovai nessuna chiamata, nessun messaggio. Probabilmente nessuno dei miei amici voleva mettermi pressione nel caso in cui l'esame non fosse andato bene, ma non era così: il test era andato più che bene.

La prima persona che chiamai fu mia madre: volevo renderla fiera di me. In realtà non la sentivo da un paio di giorni per cui le raccontai tutto, dell'esame, dello studio, dello stress, della conversazione avuta con JianPu, di quanto mi trovassi bene a Seoul. Restammo al telefono per una ventina di minuti scarsa, poi la salutai. Le volevo bene, ma in quel momento volevo sentire una voce in particolare, quella voce di cui mai mi sarei stancato. Non gli telefonai, volevo sentire la sua voce di persona, possibilmente a pochi centimetri dal mio volto, sentire il suo respiro sulle mie labbra.

Finalmente trovai la forza di alzarmi e mi diressi velocemente a casa con un sorriso enorme stampato in volto. L'aria fredda sul volto non era mai stata così piacevole come in quel momento. Camminare per il campus con la consapevolezza di essersi tolti un esame è una sensazione indescrivibile. Finalmente gli sforzi fatti erano stati ripagati, ora volevo solo abbracciare Tae, mi mancava infinitamente.

Salii i gradini a due a due per arrivare il più velocemente possibile nella mia stanza con la speranza di trovarci ancora dentro il mio ragazzo addormentato. Già mi immaginavo di entrare, sdraiarmi accanto a lui, abbracciarlo e dargli tanti piccoli baci sulla nuca fino a che non fosse stato abbastanza sveglio per dargli la buona notizia.

Per mia sfortuna non fu così.

Appena aprii la porta vidi il mio letto vuoto. Ci rimasi male.

Non avevo chiesto a Tae di aspettarmi perché non volevo che vivesse quella giornata in mia funzione. Però sotto sotto speravo con tutto me stesso che, anche se non glielo avevo chiesto, lui sarebbe rimasto per me. Mi sbagliavo.

O forse no.

Appena gli angoli della mia bocca si inclinarono verso il basso portando via una parte della felicità che stavo provando, la porta del bagno si aprì rivelandomi il mio bellissimo ed incredibilmente attraente ragazzo con i capelli bagnati, avvolto nel mio accappatoio blu scuro.

Ed ecco di nuovo sul mio volto quell'enorme sorriso che permetteva a chiunque mi guardasse di vedere i miei denti bianchi leggermente sporgenti.

Non gli dovetti dire nulla perché il mio sorriso aveva parlato per me.

Tae si precipitò da me prendendomi il volto tra le mani, ancora leggermente bagnate, per poi baciarmi delicatamente il naso, arricciato dall'enorme sorriso di cui non riuscivo a liberarmi.

"Sei stato bravissimo, lo sapevo che ce l'avresti fatta" mi elogiò continuando a lasciarmi piccoli e soffici baci sulle labbra.

"Grazie di essere rimasto" dissi guardandolo come un bambino guarda il gioco che tanto desiderava finalmente tra le sue mani.

"Ovviamente, non me ne sarei andato per nulla al mondo" disse sorridendomi dolcemente e appoggiando la sua fronte alla mia. "Ho dormito benissimo, il cuscino aveva il tuo profumo, era come averti vicino a me."

Cherry tea - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora