undici

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jack's pov

jack osservava il suo riflesso nello specchio sopra la cassettiera, chiuse rapidamente la felpa nera tirando su il cappuccio, lasciando fuori delle ciocche dei suoi capelli castani.
indossò i guanti e si riguardò allo specchio per studiare il suo aspetto, annuendo fiero di sè stesso.

soddisfatto del suo aspetto minaccioso, tornò in cucina per prendere il toast da portare ad agatha.

agatha's pov

dopo giorni passati sotto il tetto di jack iniziai ad essere disturbata dal fatto di essermi abituata alla mia nuova vita da "animaletto" del mostro cannibale grigio.
non ero ancora molto sicura di cosa questo termine significasse nello specifico, ma includeva sicuramente il servizio dei pasti a letto e anche il servizio "spaventiamo agatha perchè è divertente".
nonostante avesse iniziato a togliermi le catene, mi sentivo ancora strana ad uscire dalla stanza a girovagare per la casetta, soprattutto sapendo che c'erano altri suoi amici sicuramente strani come lui se non di più.

non mi parlava molto, diventava più loquace quando cercava di intimidirmi però.
dopo la terza volta, mi accorsi che queste strane "sessioni" iniziavano con una domanda da parte mia, quindi evitai di chiedergli più cose possibili.
il suo comportamento era davvero imprevedibile, un giorno mi vuole spaventare, l'altro mi accarezza i capelli e mi regala dei libri, non che mi stessi lamentando ma era strano, tutto qui.

due giorni dopo aver ricevuto i libri, mentre ne leggevo uno di genere thriller la porta si aprì.
notai subito il suo cappuccio che copriva la testa, una cosa che faceva quando doveva uscire, uno sguardo fuori dalla finestra confermò anche la mia ipotesi, stava andando fuori e mi stava per incatenare di nuovo.
mi stavo davvero abituando...

mentre faceva quel che doveva fare si fermò e alzò lo sguardo verso di me
"cosa c'è?"
"la tua caviglia"
guardai la mia caviglia, oh, certo, avevo messo delle bende per impedire che le catene scorticassero interamente via il mio piede, cose da tutti i giorni.
"quando dormo mi da fastidio, quindi ho messo delle bende"
il ragazzo annuii e si alzò.

a volte mi chiedevo cosa avrei fatto in caso della sua morte, non che mi preoccupassi per lui, ma chi mi avrebbe liberata? avrei dovuto amputarmi un piede?

una volta finito portai le gambe sul letto riprendendo il libro. sfogliando tra le ultime pagine notai che jack era ancora davanti a me a fissarmi.
"...che?"

"...nulla" mormorò, girandosi.
aggrottai la fronte, perplessa.
ma cambiò presto argomento portandomi un panino.

"oh giusto... volevo chiederti cos'era quell'odore di bruciato l'altro giorno?"
di solito evitavo di fargli domande, ma non era nulla di provocativo o strano.
"...cereali"
"...cosa"
"li ho tenuti nel microonde per troppo..."
lo guardai confusa, microonde?

"perchè..."
no, non può essere
"non dirmi che non sai preparare dei cereali..."
non rispose subito.
"sì che so farlo, tu sai farlo?"
mh... mi stava testando?
"sì... basta versare del latte sopra i cereali"
"esatto" jack annuii, come se sapesse davvero prepararli.
a quel punto non riuscii a resistere, scoppiai a ridere.
questo tipo era terrificante ma su, non saper "cucinare" latte e cereali?
magari non mangiava cibo umano ma era una cosa davvero semplice.. eppure...

jack mi guardò e smisi di ridere, facendo completamente scomparire il sorriso dal mio volto.
mi guardò in silenzio per un momento per poi uscire e chiudere la porta.
ovviamente ripresi a ridere.

eyeless jack- non so scrivere<3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora