sette

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il sole era alto nel cielo quando mi svegliai nella stanza sconosciuta, tirai le coperte fino a coprirmi la testa e mi girai verso il muro, preferivo stare in un brutto incubo che stare qui.

sentii la porta aprirsi e jack entrare. non mi mossi.
"la smetti di far finta di dormire? so che sei sveglia"
mi strofinai gli occhi sedendomi, riflessivamente presi lo straccio che jack mi lanciò.
"pulisci"
sbuffai e mi alzai, meglio obbedire che essere mangiate.
mi stiracchiai e iniziai a pulire la mia stanza, in due ore la polvere era scomparsa, avevo cambiato le lenzuola e avevo ovviamente dovuto risistemare i vestiti nell'armadio ora pulito.
mentre mi asciugavo il sudore dalla fronte, il mostro mi prese per il polso,
"prendi dei vestiti"
lo feci e mi trascinò fino ad un piccolo bagno, forzandomi dentro e chiudendo la porta.
c'erano degli asciugamani, dello shampoo e del balsamo presi dalla mia vecchia casa.
"fatti una doccia, rimuovi le bende e chiamami quando hai fatto così te ne do altre nuove"
non risposi, sentii i suoi passi allontanarsi.
feci scorrere l'acqua e mi spogliai, esitando iniziai a togliere le bende, strinsi i denti alla vista della ferita, c'era ancora del sangue essiccato attorno, pungeva al contatto dell'acqua bollente.
mi lavai per bene, all'inizio pensai di evitare di fare lo shampoo ma non sapevo per quanto tempo sarei rimasta senza lavarmi, quindi lo feci.
una volta finito, mi asciugai e mi vestii.

incerta bussai alla porta,
"ho fatto..."
passarono pochi secondi finchè sentii i suoi passi avvicinarsi.
la porta si aprì rivelando jack a pochi centimetri da me, indietreggiai ma mi prese per il braccio tirandomi nella stanza e facendomi sedere sul bordo del letto.
c'era un kit del pronto soccorso sul materasso da cui prese una salvietta di cotone e del disinfettante per pulire il taglio.

faceva male, ma il dolore era coperto dall'imbarazzo, mostro o no, rimaneva un uomo ed io una ragazza mezza nuda.
in ogni caso, il fatto che mi vedesse più come uno spuntino che come una ragazza era rassicurante.
decisi di smettere di pensare e concentrarmi sulla ferita che veniva medicata.
una volta finito tirai giù la felpa, ma impallidii appena vidi jack prendere le catene.

"cosa stai facendo?"
sussurrai allontanandomi
"ti incateno al letto" disse direttamente stringendo la mia caviglia, cercai di muovermi ma aveva già approfittato del mio momento di shock per chiudere il lucchetto.
con questo, ero in trappola, era una catena più lunga di quella a casa ma non era comunque confortevole.

"se pensi che scapperò, non lo farò" dissi stringendo le ginocchia al petto guardandolo "non ho nessun posto in cui andare"
"la gente diventa pazza quando è disperata" replicò camminando verso la porta.
"pranzo?"
non risposi subito, lo fissai e basta.
"...perchè?"
"perchè hai bisogno di cibo"

"no, intendo, perchè non mi hai uccisa? perchè mi hai portata qui?" le risposte mi spaventavano, ma dovevo saperle.
jack si fermò all'entrata, girando il capo verso di me.
non potevo leggere la sua espressione dietro quella maschera, ma fissai nei due grandi buchi comunque, sperando di intravedere i suoi veri occhi.
un momento dopo, interruppe la gara di sguardi e uscì senza dire una parola, lasciando la porta aperta.

jack's pov

perchè non l'aveva uccisa? bella domanda, pensò jack cercando ingredienti presi nella casa di agatha per prepararle un panino.
logicamente, la soluzione più facile sarebbe ucciderla e mangiarla, soprattutto ora che era debole e aveva bisogno di carne.
riflettendoci su, decise che era più per il fatto che, ai suoi occhi, lei appariva ancora come la sua salvatrice.
era l'unico motivo che bastava per salvarle la vita, anche se era la figlia di quell'uomo, o nipote.. era adottata? comunque, non importa, era una vittima di quell'uomo proprio come me.

la cosa però non spiegava ancora il perchè del rapimento. l'aveva risparmiata, le aveva curato la ferita ma l'aveva rapita? tornò col panino dalla ragazza, ancora riflettendo.
seduto davanti a lei la osservava mangiare, all'inizio esitante.

jack si alzò e si appoggiò al muro incrociando le braccia continuando ad osservarla in silenzio, studiando ogni suo movimento cercando di capire perchè l'avesse portata a casa con sè.
sentendosi osservata, la ragazza rivolse uno sguardo a jack, arrossendo lievemente, carino, pensò il mostro.
la paura era davvero un'emozione eccitante, anche quando si manifestava in diverse forme come l'imbarazzo e la frustrazione.
finalmente, poggiò il piatto vuoto sul comodino e stette in silenzio per dei secondi.
jack continuava a fissarla mentre lei giocherellava con le sue mani.
"insomma...?" mormorò
"insomma cosa?" il ragazzo inclinò la testa curioso, guardandola prendere un grosso respiro.

"insomma perchè non mi hai uccisa? perchè sono qui?"
ci stava ancora pensando allora eh?
all'inizio non rispose, poi si avvicinò a lei.

eyeless jack- non so scrivere<3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora