ventotto

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jack's pov

jack era seduto sulla poltrona accanto alla finestra, osservava le gocce fare a gara sul vetro.
le nuvole nere oscuravano il sole, rendendo il cielo scuro nonostante fossero solo le tre di pomeriggio.

uno scricchiolio proveniente dal corridoio attirò l'attenzione di jack, che girò il capo verso la stanza di agatha.
era appena uscita dalla stanza e si stava strofinando gli occhi, sembrava strana.
"agatha."  alzò lentamente lo guardò, ancora con la mano poggiata sulla maniglia della porta.
"a che pensi?"

non rispose e alzò le spalle
"a nulla..." jack si alzò e andò in bagno, cercando qualcosa nei vari cassetti, per poi andare davanti a lei.
indietreggiò vedendo che jack non si spostava.
"apri la bocca."
esitò, "agatha..."
immediatamente aprì la bocca, jack le infilò il termometro sotto la lingua.
confusa, guardò jack.
beep beep
prese subito l'aggeggio osservandolo.
"sì, hai un po' di febbre"
agatha lo guardò confusa.
"come... come facevi a saperlo?"
"ho studiato medicina da autodidatta per diversi anni... e due al college"
"hai studiato medicina?" chiese incredula, facendo sorridere jack sotto la maschera.

"sì, tempo fa, come pensavi sapessi tutte quelle cose sugli organi?"
"...esperienza?" ridacchiò alla sua risposta
agatha era confusa "ma... come hai fatto a..." sapeva cosa stava chiedendo
"pensi che sia nato così? un tempo ero umano, sai"
ridacchiando all'espressione sorpresa di agatha, tornò in bagno a mettere apposto il termometro e tornò poco dopo.
"cosa? lo eri? ma ora... come?"
"non ne sono sicuro" ammise incrociando le braccia "un giorno mi sono risvegliato in un campo senza bulbi oculari e con una voglia matta di reni, boh, non ho molti ricordi del passato, però ricordo come si guida, lo sai già dato che ti ho portata qui in macchina"

"sì, ricordo" annuii
"secondo te come ho imparato a guidare scusa? non è che vedi spesso qualcuno come me con un istruttore appresso"
ridacchiò.
parlare della sua vita lo faceva sentire strano, non ci pensava spesso. non ricordava nemmeno il suo nome per intero, o se jack fosse davvero il suo nome.
"e non ricordi nemmeno come fare latte e cereali..."
"mi lascerai mai stare con quella storia?" scosse la testa.
"mi spaventi per divertimento, mi incateni al letto. impara almeno qualcosa per me." sbuffando, la prese per il braccio e trascinò in camera, spingendola sul letto gentilmente.
"dormi" disse
"non sono stanca" protestò, solo per ricevere un libro in testa.
"hey! attento!"
"leggilo finchè non ti stanchi" ignorando la sua protesta.
agatha si girò prendendo il libro e si girò per ignorare la sua presenza.
jack ridacchiò alla vista, si avvicinò e avvolse le braccia al suo collo, facendo agitare la ragazza.
"calmati, agatha" sussurrò nel suo orecchio
"è solo un abbraccio, perchè ti agiti così?"
si girò e lo guardò con uno sguardo frenetico.
"jack, mi fa ancora male..."
oh... giusto, il collo... si allontanò sentendosi in colpa.
jack guardò la ragazza toccare il suo collo, sussultando al suo stesso tocco.
le faceva ancora male? davvero? beh, lei era umana a differenza sua, ma era così fragile?

scambiando un ultimo sguardo con agatha, si girò e tornò nella sua stanza, seduto ad osservare la pioggia.

"che ti ho detto? non devi più mordermi jacky"
"ti rendi le cose difficili da solo, povero jacky"

vomito, sangue, convulsioni
ogni giorno, ogni sera, ogni notte.
il sorriso di joe, era la cosa peggiore.

eyeless jack- non so scrivere<3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora