Capitolo 12 - Facciamo Un Gioco

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Il 31 dicembre gli elfi sono impegnati ad allestire la sala grande, sembra una festa intima, dolcetti e bevande sui tavoli, musica e generale umore di allegria e relax.
Io e Meg non siamo tornate a casa per le vacanze, molti di noi sono rimasti ad Hogwarts in questi giorni, tranne quelli che abitano più vicini come Bletchley, Pansy, Montague e Zabini..
Sono circa le sette di sera e stiamo cenando tutti seduti: i tavoli sono stati disposti in modo da crearne uno unico per "farci sentire parte di una stessa famiglia" a detta di Silente.
Finalmente passiamo al dopo cena e iniziamo a ballare e a divertirci, io e Meg balliamo in coppia, poi lei viene 'rapita' da Krum così io ballo con Crystal..
Mi avvicino a Riddle dopo un po'
"ehy.."
"Carpenter" mi saluta
"tutto bene? Mi sembri un po' troppo assorto per essere ad una fantastica festa della scuola" dico ironica
"non mi piacciono le feste. E non mi piace capodanno" mi risponde freddo
"Ma non mi dire" mi allontano senza insistere, non è in vena di conversazione.. É un enigma quel ragazzo, non smetterò mai di pensarlo.
Mancano quindici minuti alla mezzanotte e io decido di lasciare la sala grande e avviarmi verso la torre di astronomia.
Sento sempre la necessità di assentarmi un po' quando c'è troppa confusione.
Ho bisogno di stare sola.
Dalla torre si vede tutta la vallata di Hogwarts, mi calma la mente vedere la foresta, il lago, il cielo nero.. Si vedono anche le stelle questa notte.
Ecco Astride che vola assieme a qualche altro gufo vicino alla guferia.. Possibile sia sempre in giro quella civetta?
Sento dei passi, sicuramente sarà mia sorella che è venuta a cercarmi, mi giro verso la botola e ho un colpo al cuore
"che ci fai qui?" chiedo sorpresa
"stavo cercando una persona" mi risponde Riddle
"pensavo fossero tutti alla festa" dico
"tutti tranne una" allude a me.
Mi giro nuovamente verso la ringhiera e guardo il panorama "quassù è tutto diverso"
Lui è alle mie spalle
"ti mancano le feste di capodanno tra famiglie di alto rango a cui sei abituata?" mi chiede sarcastico
"di feste aristocratiche ne faccio fin troppe.. Ma mi mancano i miei.. Quello si.."
mi giro per guardarlo, ha gli occhi tristi, accidenti Aria lui è orfano! Sei proprio un genio!
"oddio Tom mi dispiace.. Io non volevo, mi lamento per niente.." dico scusandomi.. sono imbarazzatissima
"non li ho mai conosciuti" dice riferendosi ai suoi genitori, "so solo che mia madre è morta mettendomi alla luce nell'orfanotrofio in cui vivo.. Nient'altro." dice freddo
"non ti hanno mai detto nulla di tuo padre? Non so, magari tua madre ha informato le signore che lo gestiscono?" chiedo cauta
"certe cose è meglio non saperle" ma è un'affermazione che non comprendo bene.. Non so se io non devo saperle o se lui non vuole avere a che fare con quello che potrebbe essere la sua famiglia.
Non so che dire così d'istinto gli prendo la mano, cosa di cui mi pento subito.. Chissà cosa penserà!
Lui la guarda, e poi guarda me.. Mi sorride e poi
"oggi è il mio compleanno Aria"

Nessuno lo sa.. Me l'ha detto Pansy una volta, non l'ha mai detto a nessuno e ora lo sta dicendo a me! È una stupidaggine ma è come se mi stesse dando una piccolissima parte di lui.
"Buon compleanno Tom" dico con un filo di voce presa dal suo sguardo magnetico che non riesce a farmi pensare in maniera lucida.
Riddle si avvicina, tiene una mano nella tasca della giacca, poi con l'altra mi prende il viso e con il pollice mi sfiora la bocca, i nostri respiri sono veloci e corti, sembra passare un tempo infinito, mi perdo dentro i suoi occhi, occhi che non lasciano percepire l'emozione che sta provando, poi.. mi bacia.
Chiudo gli occhi, è un bacio possessivo e passionale e in quel momento sparisce ogni cosa.

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