Paure e insicurezze

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Ormai è più di un mese che sono alla casa editrice, mi sono ambientata benissimo, amo il mio lavoro, i miei colleghi sono fantastici e si è creato un bel rapporto con la maggior parte di loro, devo dire che formiamo una bella squadra. Loro tutti i venerdì sera si incontrano fuori dall'ufficio e trascorrono la serata insieme, mi hanno invitata più di una volta ad andare ma fin'ora ho sempre rifiutato, perché preferisco stare con il mio ragazzo e poi non mi andava l'idea di lasciarlo solo, stasera però ho deciso di provare a passare una serata diversa e quindi di accettare e ne sono entusiasti, mando un messaggio a Nicolò per avvisarlo

"Ciao amore, stasera vado fuori con i miei colleghi di lavoro, non ti dispiace vero?"

Mi risponde dopo un po'

"Nessun problema piccola, passa una buona serata"

"Grazie, ti amo"

"Idem"

Non è da lui rispondermi in quel modo, non lo ha mai fatto ma ci passo sopra, almeno per il momento, certo, ripeto, mi dispiace lasciarlo da solo, ma in fin dei conti non faccio nulla di male, anche se non riesco a scacciare la sensazione che anche se mi ha detto che per lui va bene, non è esattamente così, ho come un deja vu e non mi piace affatto. Comunque sia decido di mettere quei pensieri da parte e di godermi la serata, ed è esattamente quello che faccio, devo dire che mi diverto molto in compagnia dei miei colleghi e in questo modo posso anche conoscerli un po' meglio, al di fuori dell'ambiente lavorativo. Questa situazione si ripete anche nelle settimane successive e se all'inizio la cosa sembrava non creare problemi al mio ragazzo, ora inizia a mostrare i primi segni di insofferenza, quel venerdì mi manda un messaggio in cui mi dice

"Anche stasera esci con i tuoi colleghi?"

"Si, l'intenzione era quella ma se vuoi, posso restare a casa"

"No vai pure, devi fare quello che vuoi tu non quello che voglio io, casomai mi vedrò con qualche mio amico"

L'idea che esca con i suoi amici non è che non mi piaccia, solo che penso che potrebbe incontrare quella tipa e questo si che non mi va giù e mi mette in allerta, mi fido di lui ma preferirei che non la incontrasse e poi non mi è piaciuto il modo in cui mi ha risposto, così appena ho un attimo di pausa, visto che so che è a casa, decido di chiamarlo, mi risponde subito

<<Ehi piccola che succede?>>

<<Nico voglio saperlo da te cosa succede, se non vuoi che stasera esca basta che me lo dici>>

Lo sento sospirare al di là della cornetta

<<E' che esci tutte le settimane ormai, non che mi dispiaccia, sia chiaro, non voglio certo incatenarti a me e tu hai il diritto di divertirti, ma lo sai che vorrei stare con te sempre e mi manchi, mi sento solo quando non ci sei, ultimamente siamo stati sempre io e te>>

Aveva ragione, negli ultimi tempi, avevamo completamente tagliato il mondo fuori, concentrandosi solo su noi due e sul nostro amore, ma lo sapevo che c'era qualcosa che non andava e il fatto di sapere che si sentisse solo senza di me mi faceva sentire leggermente in colpa anche se sapevo bene di non fare nulla poi di così sbagliato, infatti gli dico

<<Amore mio, si tratta solo di una volta a settimana però, le altre sere le trascorriamo insieme>>

<<Si, hai ragione, è colpa mia, sono sempre il solito stronzo egoista, mi dispiace, senti stasera esci e divertiti>>

<<Ne sei proprio sicuro?>>

Gli domando perché non mi sembra propriamente convinto

Storia di un grande amore - Nicolò ZanioloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora