i have to protect the one thing that I can't live without, you [6]

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Si trovava in una stanza da sola, si girò sia destra che a sinistra ma quello che vide fu solo la stessa camera dove era stata tempo prima, quando era stata ritrovata da James. Appena gli comparve la sua figura nella testa subito andò nel panico e si tolse le coperte da dosso, erano due giorni che non aveva sue notizie, nonostante il piano che avevano programmato insieme, James aveva insistito di compiere la missione unicamente ed è stato uno strazio per Wanda, per tanti motivi. Non voleva che gli venisse fatto del male, non dopo che le aveva mostrato tanto affetto, tanta cura, non attraverso i fatti, non attraverso le parole ma solo attraverso quegli occhi profondi. Era strano, lo era davvero considerando che a stento si conoscevano benissimo, non avevano mai scambiato una parola che non riguardasse il piano, forse James lo aveva fatto ma lei era troppo convinta che le sue cose non doveva saperle.

Uscì dalla sua stanza e poi scese le scale, per andare al piano di sotto, di fretta non pensando che forse correndo si sarebbe sentita male. Ma l'aveva fatto perché sentiva un vuoto improvviso, e non sapeva il motivo per cui improvvisamente una sensazione come questa, si faceva spazio nel suo corpo e cercava risposte, che se non sarebbero arrivate, sarebbe caduta in dirupo e non si sarebbe più rialzata, si mise a cercare nel salone ed anche in cucina, vista che quella era collegata al salotto enorme, cerco anche fuori al giardino ma poi si rese conto che quelli doveva aveva cercato fino ad ora non erano il luogo dove lui poteva essere. Rientrò in casa e scese le scale per poter andare nel seminterrato, dove si trovava la palestra ed anche quel poligono di tiro... e lui era lì.

Aprì la porta con la maniglia antipanico non distogliendo l'attenzione su di lui che continuava a tirare pugni sul sacco messo di fianco al ring, se aveva portato a compimento la missione perché era ancora frustrato? Perché manifestava ancora così tanta rabbia? Non capiva esattamente se lui si sentiva così, perché non l'aveva guardato ancora negli occhi, ma vedeva come tutto di lui fosse così concentrato, attento solo per tirare un pugno e questo era segno che dentro di lui regnava un fuoco, forte che rischiava di bruciare chiunque lo avesse toccato. Lei si avvicinò cauta, attenta, mettendosi di fronte a lui, ma proprio il castano non la vide arrivare, quindi lei decise di aspettare che lui si accorgesse della sua presenza, si poggiò al muro e restò con le braccia incrociate e si, era noioso restare lì ma Wanda oltre alla rabbia che James scaricava ogni volta su quel sacco da box, vedeva altro e lasciò andare l'immaginazione, forse fin troppo.

"Da quanto tempo sei lì?"chiese lui dopo molti minuti, bevendo dell'acqua

Wanda deglutì, non credeva che era rimasta davvero a fissarlo, tra l'altro senza ritegno, per tutto il tempo finché lui non se ne accorto. Ma insomma, come poteva evitare questo, se davanti a lei c'era lui... così

"Pensavo che non c'eri"

"Sono tornato stanotte, verso le quattro...tu dormivi"

"Quindi è venuto da me prima di venire qui?"pensò lei

"Non hai riposato?"

"No, non ho potuto..."disse lui togliendosi delle fasce che gli coprivano i polsi e le nocche

"Com'è andata?"chiese lei e il castano sapeva a cosa si riferiva

"È stato preso dal MI6... sarà stato arrestato"

"MI6? Il caso non è stato affidato alla CIA? A te?"

"Così sembrava... ma ora è tutto a posto"

"Ne sei sicuro?"

"Non tanto... Zemo ha sempre esercitato il suo potere per metà Europa, l'MI6 sono i servizi inglesi e lui è un terrorista, non credo che possono fermarlo eventualmente..."

"Quindi cosa vuoi fare?"

"Non lo so... senza dubbio tu devi andare via da qui"

"Cosa?"chiese lei scioccata

Winterwitch One ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora