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Arrivammo alla base e, dopo aver parcheggiato, scesi dalla macchina ed andai verso l'entrata insieme a Steve. Entrammo dentro e ci dirigemmo verso il laboratorio di mio padre. Quando entrammo nella stanza, trovammo mio padre, Bruce, Clint, Scott e Natasha seduti intorno al tavolo che stavano parlando.

< Finalmente siete arrivati > disse mio padre alzandosi.

< Tony che succede? > chiese Steve avvicinandosi.

< Abbiamo trovato la soluzione > rispose mio padre alzandosi.

< Si ma non sappiamo se funzionerà > disse Scott.

< Funzionerà > disse mio padre.

< Ne sei sicuro? > gli domandai.

< Certo > rispose mio padre avvicinandosi insieme a Bruce ad uno strano macchinario < Clint vai lì al centro > disse e Clint andò nel punto che gli aveva indicato mio padre e rimase fermo aspettando altre sue direttive.

< Pronto? > gli domandò Natasha e lui annuì come risposta.

< Va bene Clint ci siamo. Tre, due, uno... > disse Bruce e subito dopo Clint sparì.

Passò qualche minuto ed ancora Clint non era tornato. Iniziai a pensare che la prova non era andata a buon termine e cominciai a camminare su e giù per la stanza cercando di smorzare la tensione.

< Dovrebbe essere tornato. Dov'è? > chiese Natasha.

Mio padre non fece in tempo a risponderle che, improvvisamente, riapparve Clint nello stesso punto dove era sparito qualche minuto prima e Natasha, Scott e Steve gli andarono in contro per controllare se stesse bene.

< Ha funzionato > disse Clint entusiasta.

Io ero vicino a mio padre e, appena sentii le parole di Clint, gli saltai addosso abbracciandolo.

< Ce l'abbiamo fatta > mi sussurrò mio padre nell'orecchio stringendomi ancora di più a lui.

Quando mio padre si staccò dal mio abbraccio, si diresse verso gli altri e disse < Bene il come funziona. Ora dobbiamo pensare al dove e al quando >.

Stavo per raggiungerli quando il mio telefono iniziò a squillare. Andai a prenderlo da dentro la mia borsa e vidi che era Grace, così risposi subito.

< Grace dimmi... Cosa?... Si torno subito > dissi sospirando e rimisi il telefono nella borsa < Scusate ragazzi ma devo andare > dissi avvicinandomi agli altri.

< Tutto bene? > chiese Steve.

< James si è sentito male >.

< Ha ancora la febbre? > domandò mio padre.

< No, ma la baby sitter mi ha detto che ha appena vomitato > risposi prendendo la borsa < Tenetemi aggiornata >.

< Tranquilla, tu pensa a James > disse Natasha.

Gli rivolsi un caloroso sorriso e salutai gli altri prima di uscire dalla base e salire in macchina. Partii e, quando arrivai a casa, parcheggiai ed entrai dentro.

< Sono a casa > dissi e subito vidi Grace arrivare dal corridoio. < Come sta? > gli chiesi.

< Come ti ho detto per telefono ha rimesso e gli si è anche alzata la febbre > rispose < Ora sta dormendo >.

< Va bene, grazie mille per essere rimasta. Puoi andare ora >.

< Di nulla, figurati > disse prendendo le sue cose ed andando verso la porta. < Ah, le ricordo che domani parto. Starò via per due settimane >.

IMMAGINA BUCKY BARNESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora