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Erano passati già sei mesi da quando Bucky era di nuovo con noi e tutto era tornato come prima, più o meno. Io, Bucky ed il piccolo James eravamo finalmente una famiglia. Bucky era molto felice di essere padre e cercava di passare più tempo possibile insieme al piccolo. James non aveva avuto nessun problema ad accogliere Bucky come suo padre. Si era subito affezionato a lui ed erano diventati inseparabili. Inoltre James aveva iniziato la scuola da circa due mesi ed era molto felice di andarci e di stare con dei bambini della sua età. Mio padre, invece, era ancora in ospedale. I medici gli avevano indotto il coma circa una settimana dopo il suo arrivo in ospedale ed ancora non si era svegliato. I dottori stavano iniziando a perdere le speranze sul suo risveglio, visto i gravi danni cerebrali che aveva riportato, ma io no. Io continuavo a pensare che si sarebbe ripreso e tutto sarebbe tornato come prima. 

Ormai ogni giorno era lo stesso. La mattina mi alzavo, preparavo la colazione per James e del caffè per me e Bucky. Facevo mangiare il piccolo e, dopo essersi lavato e vestito, lo accompagnavo a scuola. Una volta lasciato James a scuola ritornavo a casa ma lungo il tragitto mi fermavo in ospedale per andare a far visita a mio padre. Ormai era diventata una tappa fissa. Ogni volta che andavo a trovarlo, Pepper era già lì, seduta su una sedia affianco al letto dove giaceva mio padre. Nonostante fossero passati sei mesi lei era sempre rimasta al fianco di mio padre e non lo aveva mai lasciato. Inoltre durante questi mesi, io e Pepper avevamo approfondito il nostro rapporto. Dopo lo scontro con Thanos, dove la base degli Avengers era stata distrutta, Pepper non sapeva dove andare così la ospitai a casa mia finché non avrebbe trovato un'altra sistemazione. Dopo varie sue ricerche, Pepper trovò un cottage in montagna e, dopo averlo acquistato, la aiutai a trasferirsi. Anche se Pepper se ne era andata da casa nostra, non avevamo perso i contatti e ci veniva a trovare ogni fine settimana. Ormai era diventata parte della nostra famiglia ed ero molto felice di averla accanto in un momento così difficile.

Era un normalissimo sabato e, nonostante fossero quasi le nove del mattino, ero ancora a letto insieme a Bucky. James non andava a scuola di sabato così potevamo riposarci di più rispetto al resto della settimana. Mi ero appena svegliata e cercai di alzarmi dal letto ma fui bloccata dal braccio di Bucky che stava cingendo la mia vita.

< Buongiorno > biascicò Bucky con voce roca e mi avvicinò a lui con il suo braccio in vibranio.

< Buongiorno > risposi girandomi verso di lui. La luce che entrava dalla finestra illuminava il volto di Bucky. Era così dannatamente bello di prima mattina. Aveva un espressione stanca in volto ed i suoi capelli erano tutti scompigliati, un piccolo dettaglio che lo rendeva ancora più attraente. I suoi occhi color ghiaccio stavano scrutando attentamente ogni centimetro del mio volto così, incuriosita, gli domandai < Che c'è? >.

< Niente > rispose Bucky abbozzando un sorriso.

< Perché mi guardi in quel modo allora? >.

< Perché sei bellissima > rispose sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

Bucky si avvicinò sempre di più a me ed annullò la distanza che separava le nostre labbra, unendole in un dolce bacio. Mentre le nostre lingue iniziarono una dolce e piacevole danza, la sua mano in vibranio iniziò a scorrere lungo il mio fianco accarezzandolo delicatamente, fino ad arrivare all'elastico degli slip. Il contatto del metallo freddo con la mia pelle calda mi creò un brivido di piacere. Bucky stava quasi per infilarsi sotto il tessuto morbido della mia biancheria quando sentimmo la porta cigolare. 

< Continueremo più tardi, abbiamo un ospite > sussurrò Bucky prima di darmi un ultimo bacio e si allontanò da me. < Ehi campione, che ci fai qui? > esclamò Bucky facendo salire James sul letto ed il piccolo si mise tra me ed il padre. < Hai fame? > domandò.

< Si > rispose il piccolo.

< Che ne dici di andare a preparare la colazione. Ti piacciono i pancake? >.

< Si > rispose James < La mamma me li ha fatti tante volte >.

< Quelli del papà sono molto più buoni > disse Bucky rivolgendomi un sorrisetto prima di alzarsi dal letto < Andiamo piccolo > disse Bucky aspettando James.

< Ehi aspetta, non dai un bacio alla mamma? > chiesi fingendomi offesa e subito James mi venne a dare un bacio sulla guancia prima di salire in braccio al padre. < Vi raggiungo subito > dissi prima che Bucky uscì dalla stanza con il piccolo in braccio.

Mi alzai dal letto ed andai in bagno per lavarmi la faccia. Tornai in camera e presi un paio di pantaloni da mettere, visto che indossavo solo una maglietta di Bucky e degli slip. Una volta che mi fui vestita, raggiunsi James e Bucky in cucina. Quando arrivai, vidi Bucky ai fornelli che stava cuocendo gli ultimi pancake mentre James era seduto al tavolo e stava già mangiando. Mi avvicinai al piccolo e vidi che aveva il volto ricoperto di farina.

< Sono buoni? > gli domandai pulendogli il viso dalla farina e James rispose annuendo con la bocca piena. < Non buoni come quelli della mamma > dissi sorridendo e vidi che Bucky si voltò a guardarmi.

< Ne sei sicura? > chiese Bucky avvicinandosi a noi con un piatto pieno di pancake. Prese un pezzo di pancake con la forchetta e me la avvicinò alle labbra < Tieni, assaggia > disse ed io mangiai il boccone di pancake. < Com'è? > chiese sedendosi di fronte a James.

< Odio ammetterlo ma sono deliziosi > dissi e Bucky sorrise. < Preparo del caffè ne vuoi un po'? > gli chiesi.

< Si grazie > rispose Bucky ed andai a preparare del caffè. Quando fu pronto lo versai in due tazze e ne portai una a Bucky. Mi misi a sedere affianco a James ed iniziai a mangiare. Proprio in quel momento iniziò a squillare il telefono.

< Vado io > disse Bucky alzandosi ed andò a rispondere. < Y/n > disse Bucky venendomi incontro < È l'ospedale > disse porgendomi il telefono.

< Pronto? > dissi dopo aver afferrato il telefono < Si sono io... Cosa? > esclamai posando la forchetta che avevo in mano < Sarò lì il prima possibile, grazie > dissi chiudendo la chiamata.

< Che succede? > mi chiese Bucky.

< Bucky mio padre si è svegliato > dissi alzandomi in piedi. Presi il telefono e digitai velocemente il numero di Pepper e, dopo qualche squillo, rispose.

< Pepper ascolta, mi ha appena chiamato il dottore > dissi camminando su e giù per la cucina < Tony si è svegliato... si devo mettermi qualcosa e vado in ospedale. Tra circa dieci minuti sono lì... si ci vediamo lì > dissi chiudendo la chiamata. < Tesoro io... > iniziai a dire ma Bucky mi interruppe.

< Vai, tranquilla. Ci sono io qui >.

< Come farei senza di te > dissi prima di dare un bacio a lui ed a James.

Andai in camera e misi velocemente un paio di scarpe. Presi la borsa e, dopo aver salutato nuovamente James e Bucky, uscii di casa. Misi in moto l'auto e partii per raggiungere l'ospedale.

IMMAGINA BUCKY BARNESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora