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Quando tornammo a casa, Bucky prese James in braccio e lo portò a letto. Io invece andai dritta in cucina a prepararmi una tazza di thè caldo. Dopo qualche minuto Bucky mi raggiunse in cucina e, come previsto, intraprese la discussione che avevamo evitato di avere in auto.

< Mi spieghi perché non volevi che dicessi agli altri che stiamo provando ad avere un altro figlio? > mi chiese Bucky confuso e leggermente irritato.

< Bucky ti ho detto che non ne voglio parlare > risposi secca versando del thè nella tazza.

< Io invece si > iniziò a dire avvicinandosi < Stiamo insieme da molto, non ci sono mai stati segreti tra di noi, non ti sei mai comportata così. Cosa succede? >.

< Niente. Non volevo che gli altri sapessero che stiamo provando ad avere un altro figlio, tutto qui > risposi allontanandomi da Bucky.

< Mi spieghi perché? >.

< Ti ho detto che non ne voglio parlare > risposi andando verso al corridoio.

< Perché!? > domandò Bucky un'altra volta, ma questa volta il suo tono di voce era più alto e stava iniziando ad agitarsi.

< Perché non so se possiamo averne altri! > gli risposi con lo stesso tono che aveva usato lui.

< Cosa? > domandò perplesso.

< Non so se possiamo avere altri figli... > gli risposi con voce tremante. < Aver avuto James è stato un miracolo. Dal mio aborto il dottore mi disse che avevo riportato un grave trauma all'utero e che sarebbe stato molto complicato per me avere dei figli, quasi impossibile > iniziai a dire cercando di evitare di piangere e far trasparire troppo le mie emozioni.

< Perché non me lo hai mai detto? > chiese lui tranquillamente avvicinandosi a me.

< So quanto adori i bambini e so quanto ci tieni ad essere padre... lo sei già, ma non sei potuto stare insieme a James durante la sua infanzia... e so quanto ci tieni a vivere quell'esperienza perché io l'ho vissuta ed è stata grandiosa. Non hai partecipato alla sua nascita, ti sei perso i suoi primi passi, la sua prima parola... e dirti che probabilmente non avresti potuto più avere l'occasione di vivere tutto ciò mi terrorizzava. Avevo paura che ti saresti allontanato sapendo che io non posso darti ciò che vuoi > risposi con la voce che mi tremava e gli occhi che si fecero umidi. < Ho paura che ti stancherai e ti allontanerai da me >.

< Piccola... sta tranquilla > sussurrò Bucky stringendomi nelle sue forti braccia e, a quel contatto, non riuscii più a trattenermi e scoppiai in lacrime. < Sta calma > iniziò a dire per cercare di farmi smettere di piangere, ma non ci riuscì. < Ehi y/n... > disse Bucky allontanandomi dal suo abbraccio per riuscire a guardarmi in faccia. < Ascoltami bene > esclamò facendomi alzare il volto verso il suo in modo che i nostri sguardi si incrociassero. < Tu sei stata l'unica donna che io abbia mai amato, l'unica che abbia mai compreso chi sono veramente e che mi abbia accettato per ciò che sono, soprattutto dopo il mio passato con l'HYDRA. Ogni giorno che passa ti amo sempre di più e nulla potrà mai cambiare ciò. Se non riusciremo ad avere altri figli non importa, ne abbiamo già uno stupendo. A me bastate voi > disse accarezzandomi delicatamente la guancia.

< Tu ora dici questo, ma quando vedrai che non riusciremo ad avere un altro figlio ti stancherai di me e di tutto e te ne andrai > dissi asciugandomi le lacrime < Ne sono convinta >.

< Allora si vede che ancora non mi conosci bene > rispose Bucky < Non ho mai abbandonato le persone che amo, e non lo farò mai. Ne abbiamo passate tante, riusciremo a superare anche questo. Insieme > disse Bucky prendendo le mie mani nelle sue. Mi diede un dolce bacio sulla fronte e mi avvolse in un abbraccio. Esausta, poggiai la testa sul suo petto ed iniziai a calmarmi.

IMMAGINA BUCKY BARNESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora