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8 mesi dopo.

Le cose tra me e Bucky andavano a gonfie vele. Ormai tutti gli Avengers sapevano della nostra relazione. Anche mio padre. Quando glielo dissi andò più o meno così.

Erano passati ormai 4 mesi da quando io e Bucky ci eravamo messi insieme. Ormai non potevamo nasconderci più. Ogni volta che eravamo insieme all'Avengers Tower venivamo interrotti in continuazione e mio padre iniziava a sospettare qualcosa. Così presi coraggio e glielo dissi. Era un normale lunedì. Ero nella mia camera insieme a Bucky e stavo ripassando il discorso da dire a mio padre, camminando su e giù per la stanza.

< Y/n devi essere più naturale > disse Bucky prendendomi per i fianchi e baciandomi il collo.

< Sono così agitata. Se non la prendesse bene? >.

Bucky non riuscì a dire nulla che qualcuno bussò alla porta della mia camera. Andai ad aprire e vidi mio padre.

< Y/n ho letto il tuo messaggio. Che succede? >.

< Papà entra e siediti sul letto. Devo dirti una cosa >. 

Mio padre entrò ed andò a sedersi sul letto affianco a Bucky. Appena lo vide gli rivolse uno strano sguardo e domandò < Lui che ci fa qui? >.

< Allora papà, Bucky è qui perché abbiamo una cosa importante da dirti >.

< Sei incinta? >.

< Cosa? No papà! Almeno non credo. Ma... >.

< Non credi? C'è la possibilità che sei incinta? > domandò Bucky interrompendomi.

< No Bucky, n-non sono incinta. Non è questo il punto. Il motivo per qui ti ho fatto venire qui, papà, è che volevo dirti c-che io e Bucky stiamo insieme >.

Nella stanza calò un silenzio tombale che mi mise ancora più in agitazione. Mio padre continuava ad alternare il suo sguardo tra me e Bucky. Poi, dopo qualche minuto, disse < Lo sapevo >.

< Come facevi a saperlo? >.

< L'ho capito Y/n, non sono stupido > rispose lui.

< Allora? Che ne pensi? >.

< Ho notato che negli ultimi mesi sei sempre di buon umore e adesso so il motivo. Perciò se sei felice tu sono felice anch'io > rispose alzandosi dal letto ed avvicinandosi a me.

< Grazie papà! > dissi abbracciandolo. Intanto Bucky era ancora seduto sul letto che ci stava guardando. 

Mio padre si staccò dal mio abbraccio, si avvicinò a Bucky e gli disse < Se la farai soffrire sarò felice di staccarti il tuo braccio per strangolarti. Intesi? >.

Bucky annuì con la testa e mi guardò in cerca di aiuto. Io scrollai le spalle non sapendo cosa dire o fare.

< Bene. Ora devo andare, ci vediamo dopo tesoro > disse mio padre posando un dolce bacio sulla mia guancia. Si diresse verso la porta per andare via ma, prima di uscire, si girò e disse < Un'ultima cosa. Cercate di fare meno rumore, vi ricordo che sono nella stanza affianco >.

A quelle parole il mio cuore perse un battito e le mie guance si fecero rosse per l'imbarazzo. Bucky, anche lui imbarazzato, si schiarì la gola. Mio padre sorrise, divertito dalla scena, ed uscì dalla camera chiudendo la porta.

< C-credo sia andata bene. N-no? > domandò Bucky.

< S-si. A parte la minaccia di morte, è andata bene > dissi abbracciandolo.

IMMAGINA BUCKY BARNESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora