𝐄𝐱𝐭𝐫𝐚 𝐈𝐈

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𝑾𝒐𝒐𝒚𝒐𝒖𝒏𝒈 

Scesi le scale di corsa e un po' scazzato, ancora vestito comodamente da casa, in modo da dimostrare a San di come non avessi voglia quel giorno a stare fuori. La sessione estiva si era rivelata più pesante del previsto e, per quanto amassi studiare, ero rimasto indietro con il programma a causa della mia prima raccolta di poesie. Avevo passato molto tempo con l'editore a discutere di alcuni concetti e temi delle poesie, a sistemarle e finalmente, un paio di giorni prima, pubblicai la raccolta.
Quando terminai le scale aprì il portone verde del palazzo e davanti a me si presentò San sorridente, con il suo solito look curato di cui io non riuscivo mai a concepirne l'ordine, il totale contrario di me.
«Oggi non posso uscire San», chiarì al ragazzo con un dolce sorriso alla vista dei suoi occhi pronti a riempirmi di idee per una giornata fuori. Quello sguardo elettrizzato morì nel giro di poco e la sua espressione divenne un po' cupa e irritata, ma nel suo solito modo dolce.
«Volevo portarti in giro a festeggiare la tua prima pubblicazione: ho preparato un piccolo giro per Seoul in bici, un pic-nic appena fuori città e una serata tranquilla da me.» il tono languido e seduttore di San era sempre stato in forte contrasto con il suo sguardo dolce e straripante di amore per me, come i suoi gesti: si dondolava sui talloni, mi accarezzava dolcemente la mano per poi raccoglierla e portarla alle sue labbra, dove abbandonava in paio di baci sulla mia pelle, e non sapevo mai resistere a quella sua gentilezza riservata solo per il sottoscritto.
«Ti ringrazio, ma ho molto da studiare»,
«Ti farà bene staccare un po', dai!»
I pochi scalini su cui ero e che mi permettevano di godermi una certa diversità di altezza da San, cambiarono parte e corsero a favore di San, il quale mi cinse la vita con le sue braccia e mi sollevò appena per portarmi affianco a lui.
«Visto? Ormai hai superato la soglia."
«San! sono vestito da casa, non posso ugualmente uscire.»
«Ti sei vestito peggio, andrà bene lo stesso e poi è una bella giornata, non patirai il freddo.»
Rimasi stupito da come il ragazzo cercasse di convincermi, con quell'espressione divertita e speranzosa di uscire.
«Non so andare in bici comunque, quindi il giro non possiamo farlo.»
Nel periodo iniziale in cui avevo conosciuto San, per quanto fosse stata estate, non eravamo mai usciti in bici e quella mia rivelazione, fino ad ora, non aveva mai lasciato le mie labbra. Ma quel giorno scossero la vita di San, mi osservò indignato e dispiaciuto da quella rivelazione, da avergli distrutto i piani così all'ultimo, ma sapevo che non era tipo da arrendersi e avrebbe trovato un'altra variante all'uscita, o forse lo speravo.

«Beh, credo che sia giunto il momento di imparare.» forse quella era l'unica frase che non aspettavo di certo sentir dire da lui, il primo che non costringeva nessuno ad andare oltre i propri limiti, ed ora lo stava facendo? Per un istante pensai di mollarlo e piantarlo in asso.
«Tu scherzi.» risposi a tono duro in modo da far intendere i miei pensieri contrari a quella cosa, ma San mi sorrise amorevolmente, mi cinse la vita con le sue mani in modo da avermi in pugno e ammonirmi, e cazzo se ci riuscì.
Bastarono dieci minuti delle sue frasi dolci, dei suoi desideri romantici di fare i giri lungo il fiume con me, portarmi in mezzo ai campi e molto altro, che mi ritrovai sulla sella della bici nera. 
Tirai un sospiro amareggiato per come fosse per quell'uomo facile manipolarmi e lo sapeva più che bene, purtroppo.
«Non ci hai neppure mai provato?» chiese con tono ridente, ma negai con il capo.
«Forse una volta ad otto anni, ma poi basta, caddi disfandomi una gamba e da allora non ho mai più provato.»
Quando rivolsi uno sguardo a San notai il sorriso dolce sul suo viso, accompagnato da quelle delicate fossette.
«È divertente?» domandai scocciato alla vista della sua faccia,
«Mi immagino solo un piccolo Wooyoung urlante che si dispera per un graffietto sul ginocchio.»
«TU-» mi alzai di scatto dalla sella per aggredire San, ma lui si allontanò di un passo indietro prontamente da me, mentre io caddi come una pera di lato, dimenticandomi dei miei piedi incastrati nelle stringhe dei pedali. Ero pronto a sbattere la testa quando una mano mi afferrò, ritirandomi in piedi. Alzai gli occhi su San che si era velocemente occupato del mio poco equilibrio. Mi sorrideva teneramente come si faceva ai bambini, dalla sua leggera ma favorevole altezza, mente amorevolmente mi stringeva a sé, come per tranquillizzarmi.
«Visto? Se cadrai ti prenderò senza batter ciglio.» me lo disse con tono rassicurante e caldo che riuscì a tranquillizzarmi.
«Ti va?», annuì timidamente. 
Impiegai quasi un paio di ore a stare decentemente sulla bici e San mi evitò molto cadute che mi avrebbero solamente convinto ad abbandonare tutto. L'equilibrio all'inizio fu la difficoltà maggiore, poi ci furono le svolte e di seguito le frenate che mi misero in difficoltà e per poco non presi sotto San, che mi dovette fermare quasi di peso. Alla fine, bene o male avevo imparato in qualche modo ad andare in bici e mi trovavo più che soddisfatto della mia piccola grande conquista. Giravo agilmente nel parcheggio del condominio, mentre San riposava sulle scale d'entrata in cemento. Giravo in tondo e ridevo alla vista di San distrutto dal corrermi dietro da ore, ma il suo sguardo su di me era rimasto lo stesso, quello sguardo colmo di amore che fa scatenare brividi e gioia in tutto il corpo di chi lo riceve.
«Seonghwa ha una bici?»
Mi fermai alla domanda del moro e annui indicandogli l'entrata del parcheggio, dove affianco erano sistemate le bici.
«La terza da sinistra, quella grigia, non dovrebbe avere il lucchetto.» diedi le informazioni a San mentre rimanevo ad osservare il ragazzo da lontano rovistare fra le bici e, in breve tempo, liberare la bici di Seonghwa da quel groviglio di ferri vecchi.
«Andiamo?» mi chiese il maggiore appena mi ebbe raggiunto e controllato le ruote e il sellino della vecchia bici. Alzai un sopracciglio un po scettico.
«Tu vuoi portarmi in giro?», annuì.
«Sai che ho appena imparato, vero? Mi hai visto?», annuì una seconda volta con un sorriso dolce.
«Sì, ed ho piena fiducia in te.», concluse così la discussione, premendo le sue labbra contro le mie prima di partire in quarta con la bici.
«Aspettami!» urlai iniziando a borbottare qualche imprecazione verso il moro, già ben distante da me.
A nostra sorpresa non ebbi molti problemi lungo il tragitto, ma solo poca forza nelle gambe a causa del poco allenamento di quegli ultimi mesi.
Pedalammo veramente lungo il fiume, e appena presi destrezza con la bici iniziai a sfrecciare al fianco del ragazzo, sfilando come il vento fra i passanti ed evitando all'ultimo i bambini che ci tagliavano la strada. Girammo per i parchi fino a dirigerci fuori dal centro abitato.
San mi guidò fuori città, lungo le strade sterrate che si diramavano in mezzo ai campi fioriti, pullulanti di visitatori della stagione. Era uno spettacolo piacevole e mi piacque girare in bici per quelle stradine, seguire San, tentando di superarlo, fino ad arrivare in un luogo isolato e lontano dai rumori della metropoli. Era un semplice campo di grano, con le spighe d'oro e slanciate verso il cielo sereno di quella giornata.
«Vieni!» San prese la mia mano dopo aver abbandonato le bici nel grano, ai lati della strada in modo che si nascondessero dai passanti. Mi guidò di qualche passo nel campo, fino a che non arrivammo distanziati di una decina di metri dalla stradina sterrata e a quel punto si sedette a terra, trasportando anche me. Caddi ridendo al suo fianco e mi ritrovai ad ammirare il cielo pulito da qualsiasi nuvola riempire lo spazio sopra la mia testa.
Mi sistemai con il braccio di San sotto il capo, in modo da stare comodo e avere un po di vicinanza a lui. Dopo essermi sistemato in quel modo mi accorsi di come stesse rovistando nella tasca della sua giacca e rimasi a guardarlo incuriosito, senza capire cosa stesse facendo, poiché il suo cellulare lo avevo io. Da quando era tornato dalla Germania mi divertivo a fare foto con il suo cellulare di ultima uscita, con mille fotocamere ad alta definizione, totalmente l'incontrario del mio visto che era un miracolo se si accendeva senza esplodere.
Voltai il viso di lato, sentendo grattare la stoffa calda della sua maglia contro la mia guancia, mentre con gli occhi rincorrevo curiosi la mano del ragazzo fino a quando non video sbucare fuori dalla sua tasca un libro. A quel punto mi riempì di stupore e non riuscì più a distogliere lo sguardo dalla piccola copertina bianca che San alzò sopra ai nostri visi, coprendo il cielo azzurro che divenne un comune sfondo.
«Congratulazioni.» disse solamente il moro, adagiandomi un bacio sul capo. Non sapevo come reagire, ma sentì chiaramente una felicità diffondersi in tutto il corpo alla vista del mio libro fresco di stampa. Non avevo ancora realizzato, fino a quel momento, di cosa avessi fatto, di come fossi riuscito a realizzare uno dei miei sogni più grandi.
«Il formato mi piace moltissimo e anche la copertina non è male...» San iniziò a ispezionare la piccola edizione che si rigirava tranquillamente fra le mani, ammirandone ogni singolo dettaglio con dolcezza, apprezzandone ogni minima parola al suo interno, indicandomi le sue poesie preferite, come le aveva interpretate e mi mostrò i suoi appunti sparsi per le pagine. I suoi segni pesanti rigavano le mie parole stampate, segnavano quelle dedicate a lui, che conosceva. 
San aveva per la prima volta sottolineato e cerchiato con la sua penna rossa i miei pensieri. Alla vista di tutto quello iniziai a piangere, la felicità iniziò a sgorgare dai miei occhi assieme allo sfogo dello stress che mi aveva messo la produzione di quel fascicoletto e che non ero mai stato capace di sfogare. San se ne accorse e mi parve di percepire come non aspettasse altro, sembrava averlo fatto apposta. San era sicuramente l'unica persona che mi conoscesse bene quanto me in quel mondo, avevamo una connessione profonda ed ora, sicuramente, aveva sentito il mio bisogno disperato di sfogarmi, di realizzare quel mio traguardo.
«Spero che venga letto da moltissime persone, pure dai peggiori critici, se lo mando a mio padre potrebbe pubblicarlo e portarlo in occidente, ha molte conoscenze nel campo dell'editoria, ti piacerebbe?»
La mano di San accarezzava la mia schiena, salendo fino tra i miei capelli e scendendo nuovamente sulla maglia, mi stringeva a sé con quelle dolci parole proponendomi idee niente male, ma dovetti zittirlo. Gli abbassai la mano con il libro sul suo petto, affianco al mio viso, accarezzai le sue dita sulla copertina ammirandole dolcemente e innamorato mentre le lacrime mi uscivano ancora dal viso in silenzio.
«Mi stai bagnando la maglia.», mi riprese la risata di San da quella felice disperazione e ricambiai il suo sorriso.
«Lo so», tirai su con il naso nascondendo meglio il viso nel suo petto.
«Sei felice?», annuì stringendo le sue dita ancora avvolte attorno al libro.
"Sono felice di sapere che lo hai letto e di vederlo con le tue sottolineature."
«Beh, nessun mio libro è completo senza i tuoi appunti.», disse quella frase con leggerezza, come se fosse scontata e probabilmente lo era. La mano inserì il libro nella tasca larga del mio giaccone verde, tranquillamente e sorrisi a quel gesto.
«Beh, visto che non abbiamo nulla da fare potrei già farlo qua.» proposi a San riprendendo il libro dalla tasca.
Il ragazzo non si pronunciò contrario e mi lasciò sistemarmi appena sopra di lui, appoggiato con il libro e una matita al suo petto. Passammo il pomeriggio in quel modo, a leggere in pace tra noi due e il silenzio fu riempito dai nostri pensieri, velocemente, senza alcuna tregua. Chissà se il vento li avrebbe trasportati fino a qualcuno di lontano.  




Spazio autrice: 

Eccoci qui con il secondo extra, spero vi sia piaciuto. 
Era una bozza che mi era rimasta fra le varie idee per i capitoli di Egeo, ed ho voluta revisionarla ed adattarla al dopo. Che poi, la fine, sembra quasi una premessa per un sequel, dove magari il libro di wooyoung finisce nelle mani di una persona che si interessa di lui e inizia a cercarlo
Sì, this is how sforno le idee per le storie, per quanto sia carina come idea, io sono della squad "I sequel rovinano tutto".
Comunque, oltre i miei pensieri volevo domandarvi se per il prossimo extra preferivate sempre qualcosa di inedito sui woosan del presente o magari un extra che scavi un episodio passato appena accennato, ditemi voi che accetto tutte le idee e potrei tranquillamente svilupparle tutte, può essere anche richiesto l'approfondimento su qualcun'altro

Egeo WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora