𝐗𝐈𝐕

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𝑺𝒂𝒏

In certi momenti la testa inizia a vagare come se fossimo sul punto di morte, vediamo passare davanti ai nostri occhi certe scene anche se non siamo in pericolo, ma semplicemente stiamo affrontando qualcosa di nuovo per noi, che ci funge come rinascita. Vidi così quegli istanti occupati dal bacio con Wooyoung, dalle sue labbra secche ben schiacciate contro le mie, pronte a ferirsi contro le sue pur di continuare quel bacio. La mia mano appoggiata sulla sua guancia calda era accarezzata da un paio di sue ciocche corvine, che si spostavano lentamente assieme alla sua posizione del capo, cadendo tra i nostri due visi indisturbati. Non durò molto il bacio, si trattò semplicemente di un bacio casto, adagiato sulle nostre labbra. Appena il suo capo si spostò un raggio del sole si scontrò con i miei occhi, costringendomi a strizzarli per il fastidio. Li riaprii qualche istante dopo, con una musica classica in sottofondo e una voce di donna che chiamava il mio nome. Mi trovai davanti al viso una donna bionda che mi sorrideva gentilmente, affiancata da mio padre. Per l'ennesima volta mi ero perso in quel ricordo di un paio di giorni prima. Mi drizzai con la schiena appena appresi che la mia posizione attuale non era ben adeguata al posto in cui mi trovavo. Come avevo annunciato un paio di giorni prima a Wooyoung, mio padre sarebbe stato in città per qualche giorno e, come prima uscita, aveva portato me e la sua compagna in un ristorante di lusso lì a Seoul. La donna bionda, appena apprese che mi aveva sorpreso in un momento di pensieri, mi sorrise dolcemente, scostandosi i capelli da una spalla. Si chiamava Ruth e mio padre l'aveva incontrata cinque anni dopo la scomparsa di mia madre; Il suo aspetto ingannava, aveva superato la cinquantina di età, ma di estetica sembrava più giovane. I suoi capelli folti e ancora colorati del colore del grano andavano a braccetto con i suoi occhi cristallini e il suo sorriso bianco. La sua pelle chiara rivelava poche rughe sul viso, ben nascoste da quel perenne rossore che aveva sul viso, era quasi una caratteristica del suo paese ai miei occhi. Mio padre si limitò a schiarirsi la voce quando mi ripresi dai miei pensieri, rivolgendomi uno sguardo abbastanza severo senza esprime parola siccome i camerieri iniziarono a portare a tavola i primi piatti.
«Oggi ti vedo molto assorto nei tuoi pensieri, è stata una giornata pesante?» Ruth mi rivolse quelle parole con un inglese perfetto e le rivolsi un sorriso per ringraziarla di non avermi parlato in tedesco, una lingua che avevo dimenticato ormai in parte. Alla sua domanda sorrisi negando con il capo, era stata tutt'altro che pesante, ma ciò che era accaduto mi era ben rimasto impigliato nella testa, in un luogo ben visibile dove potevo notarlo ogni istante. Probabilmente ne ero rimasto così sorpreso perché non me lo ero aspettato un gesto simile da parte sua. Wooyoung quella mattina mi aveva parlato poco riguardo al bacio, ma intesi quel suo gesto come un impulso proveniente da quell'animo romantico e irrazionale che esisteva sotto un cumulo di regole e restrizioni imposte da lui stesso.

«A cosa era dovuto?»

La mia testa tornò quella mattina ancora più velocemente di prima, appena dopo il bacio. Mi ricordai la risata imbarazzata che Wooyoung si fece sfuggire dalle labbra, le stesse su cui si passò la lingua poco dopo, assaporandosi la mia traccia rimasta. Le sue dita si intrecciarono in quei ciuffi neri, che all'inizio si erano intrufolati tra i nostri visi, e li spostò dietro all'orecchio con ancora lo sguardo vagante sullo spigolo di legno affianco a me
«Secondo te?»,
La sua domanda mi lasciò senza respiro. Cosa era significato per me quel bacio? Non lo sapevo realmente, forse una speranza?
«Pensavo di non interessarti, mi avevi detto che non ricambiavi i miei sentimenti.»
«No, ho detto che non capivo ancora i miei sentimenti.»
Il moro chiarì imbarazzato, guardandosi i piedi mentre gonfiava leggermente le guance, guardandosi i piedi come un bambino.
«Li hai capiti mentre leggevo?» domandai divertito e un po' stupito, ma lo sguardo di Wooyoung mi fece morire il sorriso in viso. 
«É più complicato di quello che do a vedere.» 
Se non avessi conosciuto il suo modo di pensare, se non avessi letto i suoi ragionamenti in quei libri, sicuramente mi sarei sentito preso in giro, con l'ennesima frase fatta che la gente attaccava li quando non sapeva più cosa dire. Ma conoscevo in piccola parte la sua mente, potevo comprendere quali sfide stesse combattendo dentro di sé, in silenzio. Mi limitai a sorridere ed annuire semplicemente, ringraziandolo poco dopo con un abbraccio da dietro, mentre il ragazzo era tornato a sistemare i libri negli scaffali. Chiusi gli occhi appoggiando la guancia al suo capo scuro, mentre il suo corpo si irrigidì qualche istante tra le mie braccia.
«Ne sono sicuro, grazie» Mi limitai a quelle parole prima di lasciargli un piccolo bacio sul capo, volendo veramente ringraziarlo di quello sforzo che aveva compiuto.

Egeo WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora