𝐗𝐈𝐈

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𝑾𝒐𝒐𝒚𝒐𝒖𝒏𝒈

La mia attenzione venne catturata dal solito campanello scassato che segnava l'entrata di un nuovo cliente nel locale. I miei occhi si alzarono da Blake per trovare davanti a sé Yunho, sorridente come se avesse finito il suo libro, a quanto disse era proprio così. 
«Hai finito? ma non eri indietro anni luce?» chiesi abbastanza stupito da quella sua rivelazione. Si era lamentato per mesi sul suo lavoro bloccato e incompiuto, ed ora era pronto a farmelo leggere con una bozza di fogli in mano, pronti per essere revisionati dal sottoscritto.
Yunho era molto attento a certi particolari, come quello: mi portava il libro stampato poiché sapeva che non amavo la tecnologia, viziandomi in quel modo lieve a gentile.
«Si, ma la scadenza è fra qualche giorno e allora mi sono messo a pensare per molti giorni e alla fine ho tratto la mia ispirazione dalla tua situazione con San.»
«Dalla mia??»
Domandai stupefatto oltre che un po oltraggiato, aveva usato così la mia vita. Senza chiedere o altro?
Rimasi con un leggero broncio sul viso finché il ragazzo non girò gli occhi al cielo scusandosi di non avermi avvertito, ma a detta sua fu un colpo di genio all'istante, si era accorto che tipo di storia io stessi vivendo e ne fu di colpo attratto, successe la sera in cui gli raccontai dell prima uscita con San. Ormai da quel giorno erano passate settimane ed ero uscito molte altre volte con San, di sera o di giorno che fosse, passavamo le giornate assieme al parco, sotto al gazebo delle rose a leggere, camminavamo in giro per la città ci trovavamo fuori per colazione o ad altre ore, spendevamo interi pomeriggi assieme a non fare nulla nel mio salotto, se non leggere e commentare ad alta voce assieme libri o serie tv. Era rilassante quella nostra amicizia instaurata, anche se avevo ben notato ancora le avance e i sentimenti del ragazzo: più volte mi aveva portato un piccolo fiore assieme al libro nuovo, avevo sentito dai suoi amici di come parlava di me anche dopo la mia domanda abbastanza invasiva. Era gentile e disponibile, ma il problema ero io.
«Cosa hai scritto?», chiesi curioso, sfogliando velocemente le pagine del manoscritto tra le mie dita, Yunho alzò le spalle appoggiandosi coi gomiti al bancone prima di aprir bocca.
«Praticamente la vostra storia, cambiando i personaggi e varie cose. E il tuo personaggio ovviamente ricambia i sentimenti del altro».
Quella precisazione mi diede fastidio, abbastanza da chiudere il libro e guardare in modo torvo il ragazzo che rimase con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. Era scocciante di come mi rinfacciasse certi miei atteggiamenti, sicuramente non lo facevo per cattiveria.
«Cuor non si comanda, Yuhno.»,
«Oh si, lo so. Il problema è che il tuo è stra cotto ma non te ne accorgi.»,
«Ma di cosa stai parlando?»,
«Ti prego Wooyoung. Se non fosse stato per le tue speranze e i tuoi sentimenti non avresti mai spedito quel libro, non avresti mai azzardato a spedire quei fiori secchi e soprattutto non avresti tenuto i suoi, sappiamo entrambi che sai benissimo i significati dei fiori, soprattutto del Ranuncolo. Non sono stati sentimenti di amicizia platonica o come vuoi definirlo te, ma sentimenti reali e concreti di amore.»
Yunho si mise a farmi la ramanzina, una ramanzina strana e tristemente vera, ma finsi di non ascoltarlo mentre iniziai a mettere via vari volumi vecchi di libri, ma Yunho era abbastanza sveglio per sapere che era solo panico quello che mi invadeva la testa ogni qual volta che San si presentava con un gesto romantico.
«Sai letteralmente tutti i libri e i posti, qui in libreria, in cui San ti ha lasciato una lettera o una frase nei mesi di corrispondenza, perché non lo ammetti e gli vai in contro? Siete perfetti per stare assieme andiamo!»,
«L'hai detto anche per Jongho e sai come è finita?»,
«Ti prego Wooyoung» si lamentò affondando il viso tra le proprie braccia
«Era un fottuta psicopatica quella ragazza!»
«Lo credi anche per San?»,
«Cosa?»,
«Che mi stia sbagliando?».
Rimasi in silenzio a fissare il viso di Yunho che semplicemente mi chiedeva di dire la verità, ma io avevo paura, avevo il terrore di dirlo, di realizzare quei sentimenti che provavo, di dimostrarli, di essere ricambiato, perché tutto sarebbe terminato o risultato complicato dalla nostra natura. Cazzo eravamo due maschi, la società coreana ci avrebbe fucilato, le nostre famiglie ci avrebbero cancellato e non volevo causare tutto quello.
«Si, ti sbagli. Non sono portato per delle relazioni, sto meglio da solo».
Lo schiocco delle labbra di Yunho mi fece sobbalzare, osservai il ragazzo scuotere semplicemente il capo battendo poi una mano sul pacco di libri.
«Leggilo e dimmi cosa ne pensi. Wooyoung, pensaci bene su.»
Avrei dovuto chiedere a cosa, ma lo sapevo bene. Non ero mai stato bravo ad ordinare i miei sentimenti per gli altri, o anche solo a comprenderli. Fin toppe volte avevo confuso l'amore per l'amicizia, un legame con una semplice conoscenza, facevo lo stesso con le risposte che dovevo dare: molte volte rispondevo con una risposta che non c'entrava con la frase che mi era stata data, era frustante, ma era solo un mix di ansia, frustrazione e agitazione che mi portava a complicare tutto da solo.
Quella sera mi ero accomodato sul divano del mio salotto mentre Seonghwa stava cenando tranquillamente in cucina, da cui proveniva l'unica fonte di luce accesa in quel momento, procurava un ambiente soffuso e tranquilla, l'ideale per leggere il romanzo di Yuhno. Mi misi a leggere le prime pagine, partendo dall'introduzione del mio amico, in cui presentava il processo di realizzazione di quel suo libro, commentando la relazione di un suo amico stretto che aveva seguito con attenzione, che bugiardo. Continuai la lettura fino a notte fonda, trovando scorrevole e interessante la storia e di come l'avesse evoluta. Per quanto la conoscessi non riuscì a provare sorpresa ad ogni frase o azione ben descritta. Ovviamente era tutto romanzato e più sdolcinato, soprattutto il primo appuntamento: i personaggi si scambiarono di già un bacio tranquillamente sotto il cielo stellato.
Per un istante riuscii ad immaginare io e San baciarci, provai ad immaginare come sarebbe stato, probabilmente mi avrebbe accarezzato una guancia dolcemente prima di spingere le labbra contro le mie, chiedendomi il permesso poco prima con uno sguardo dolce, io avrei acconsentito con un leggero sorriso e ci saremmo baciati.
Sorrisi come uno scemo a quell'immagine che avevo, purtroppo, fatto morire a causa della mia paura.
Un dettaglio che non mi piacque molto, difatti lo segnai con un appunto al margine del foglio con una penna rossa, fu la parte dove si capii che il protagonista maschile aveva già premeditato tutto, ossia l'uscita e l'intenzione di baciare la ragazza. Mi trovai molto a disagio, nonché contrario a quelle parole: per me un bacio doveva essere spontaneo, per nulla sforzato, totalmente innocente e indipendente dalla situazione, trascinato dal sentimento e dalla passione; dal nascere dalla tensione che si creava tra le due persone.
Non c'era momento o luogo ideale per un bacio.
I baci per me non erano quelli perfetti nei film, dati una sera di pioggia davanti a casa o nel parco, magari dopo essersi rincorsi qualche minuto per rabbia o altri sentimenti. No, i baci veri sono quelli dati a caso, in modo disordinato. Si tratta di un'azione che serve a descrivere i propri sentimenti nei momenti in cui le parole non ci riescono, sono impulsivi come un sorriso o una smorfia, solo che si condividono, non è quello il fine dell'amore? Condividere qualcosa di proprio e personale, come i sentimenti, con qualcun'altro?
La mia mente non poté che fermarsi per qualche istante dal leggere per pensare: Ero sempre stato negativo su una probabile relazione con San, era vero, ma leggendo mi si erano chiarite molte idee. I miei pensieri ormai si erano adattati alla realtà dei libri, ossia alla solita storia romanzata in cui una relazione veniva di forza, dopo una dichiarazione o sarebbe morto li il libro. Ma al mondo esistevano così tante sfaccettature che era improbabile che io finissi realmente in una relazione duratura, al massimo un flirt. Una dichiarazione non condannava nessuno ad una relazione, non per forza almeno.
«Yunho, ti odio», mormorai sospirando prima di chiudere il plico di fogli sulle mie gambe, ormai a mezzanotte passata. Probabilmente quello screanzato aveva fatto tutto quello per mettermi in una situazione complicata, in modo da capire i miei sentimenti. Ma mi conoscevo, il problema era come esporli e il dopo, odiavo quando mi si addossava così tanta fretta per questioni personali. 


Spazio Autrice:

La storia ha appena superato le 700 letture e, per quanto possano sembrare poche, per me sono sufficienti per sentirmi felice 🤧💖
Ringrazio per chi mi sta aiutando ad individuare gli errori nei capitoli, purtroppo sono abituata a ruolare in seconda persona e mi sfuggono certi verbi HAHAAH
Spero che vi sia piaciuto il capitolo anche perché il mio modo di scrivere è leggermente variato e spero di non rendere la storia troppo pesante o con distacchi strani.

Comunque, spero di leggere al più presto i vostri pensieri a riguardo di questo capitolo e vedere molte ⭐ e pochi ‼️

Grazie mille, come sempre, a chi legge, vota o commenta!🤍

Egeo WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora