𝑺𝒂𝒏
«Gli hai promesso un'uscita?» le parole del mio amico risuonarono nella stanza bianca, che sapeva ancora di vernice fresca appena messa, l'unico pensiero al momento non era rivolto a Wooyoung, ma bensì ad un mazzo di fiori in mezzo al tavolo.
«Chi ti ha dato quei fiori, Hongjoong?» domandai evitando il suo stupore e avvicinandomi al bouquet sul tavolo: erano gli stessi gigli lavanda che avevo visto comprare a Yeosang qualche giorno prima nel parco centrale e strani pensieri iniziarono a vagarmi per la mente.
«Non è l'argomento di cui stavamo parlando», mi rispose Hongjoong volendo sviare il discorso, ma a me importava più di quei fiori che del ragazzo in quell'istante.
«Yeosang ne ha comprati di identici, l'ho visto uscire dal negozio»
«San, ho del lavoro da fare, sei passato da qua disperato, mi vuoi dire cosa c'è?» la voce spazientita del ragazzo mi fece creare un piccolo broncio in viso, da quando ero così di disturbo?
Fin da quando ero entrato nel suo salotto avevo notato il vaso nero contenente i fiori, ancora perfettamente in forma, con il colore sfacciato e brillante che mi saltava all'occhio facilmente in quel salotto bianco e dai mobili organici. Il loro profumo aveva già riempito la stanza del solito odore dei gigli, accompagnato da un aroma pungente di terra.
«Si, scusa», mi sforzai di distogliere l'attenzione dai fiori.
«Quindi? Con il ragazzo che vuoi fare?»,
«Volevo chiedergli di uscire ma non saprei dove, ormai sono passati un paio di giorni dalla promessa. Te esci spesso, hai qualche posto carino da consigliarmi? Magari un pub»
Ci pensò qualche istante prima di annuire con il capo, provocando la caduta di alcuni capelli rossi davanti al viso.
«Ad Itaewon ce ne sono molti, ti dire il Soul o lo Sweet night, ci vado spesso.», ma i consigli del ragazzo non terminarono lì, in una decina di minuti mi diede una lista di una quarantina di locali che non avevo ne visto né sentito, non andavo molto in quei locali e quando uscivo, sicuramente non ci facevo molto caso, mi lasciavo guidare dai miei amici. Non ero molto sicuro di quella scelta ma lo ringraziai per l'aiuto prima di uscire da quella casa. Provai un ultimo tentativo per scoprire qualcosa di più su quei fiori, ma Hongjoong mi sbatté fuori, con la porta in faccia, senza troppi problemi.
«Amico del cazzo», farneticai infastidito da quei suoi modi rudi di quel giorno.
Durante il mio quotidiano pranzo in solitudine mi misi a scrivere qualche frase da mandare a Wooyoung, nelle note del cellulare. Riuscii a mettere assieme qualche parola a fatica e con molto imbarazzo, ma si doveva pur sempre iniziare in qualche modo una conversazione in chat. Premetti il pulsante di invio, trattenendo il respiro, per invitare il ragazzo fuori a cena, il problema principale non fu tanto la sua risposta, che risultò positiva in breve tempo, ma il luogo adatto da trovare per quella sera. Pensai a lungo scartando velocemente le proposte che Hongjoong mi aveva proposto. Ricercai anche sui vari social quale fosse il posto più adatto ad una serata per noi due: due persone che si erano trovate fin dal primo momento così bene assieme che avrebbero potuto parlare per l'intera nottata, lo speravo almeno. Dopo varie e scarse ricerche optai per un alto piano, affacciato appena sopra la città dove si poteva godere di una vista mozzafiato, soprattutto per il tramonto. Decisi di approfittarne anche di quel luogo visto che le giornate si stavano allungando e perciò mi impegnai ad organizzare tutto, a caricare in macchina il necessario prima di raggiungere il punto di ritrovo che entrambi ci eravamo segnati. Le ore di attesa dal suo incontro sembravano non passare più, ero agitato ed elettrizzato, era una sensazione che non ero più riuscito a provare per molti anni. Mi ritrovai incantato da quel ragazzo, dalla sua persona a cui volevo fare, a tutti i costi, un'impressione positiva. Ero convinto che nessuno al mondo lo volesse mentalmente e fisicamente quanto me, che nessuno fosse disposto a percorrere la distanza che io avrei percorso per lui
20:07
Finalmente, l'ora dell'incontro era arrivata. Rimasi accomodato in auto, controllando ossessionatamene il marciapiede al lato della strada, assieme all'orologio sul cruscotto. Le venti erano passate da una decina di minuti scarsi, i lampioni avevano iniziato ad accendersi uno in fila all'altro, assieme alle luci neon dei vari locali che popolavano la strada, ma di lui non vidi l'ombra. I pensieri che mi avesse potuto dar buca si fecero strada nella mia mente, portandomi a realizzare che non era scritto da nessuna parte che eravamo destinati a stare assieme, eppure per me era scontato. Lui non mi aveva mai dato un chiaro segnale su cosa provasse, non come lo feci io nella corrispondenza. Ma magari, invece, lo aveva ben espresso in modo molto più silenzioso e velato del mio, che probabilmente gli era risultato molto più eccentrico.
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Egeo Woosan
Fiksi PenggemarWooyoung e San hanno vent'anni ed entrambi abitano a Seoul. Si incontrano un giorno sul treno per puro caso e fin da subito nasce un interesse l'uno nei confronti dell'altro, ma si lasciano senza nomi o collegamenti per ritrovarsi, San ha solo un pi...
