𝐗𝐗𝐈𝐈

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𝑺𝒂𝒏

La sensazione di sonnolenza fu la prima che sentì quel mattino, aprendo gentilmente le dita, attorcigliate attorno a delle ciocche corvine di Wooyoung, ancora beatamente addormentato al mio fianco. Come secondo gesto aprì timidamente gli occhi, notando con mia enorme sorpresa di come la stanza fosse ancora in penombra. Sbattei lentamente un paio di volte le palpebre, piene di sonno, anche quel giorno la mia mente si era svegliata prima del previsto, prima del mio corpo ancora sdraiato sopra la stuoia che mi separava dal legno del pavimento.
Soltanto uno sbuffo riuscì ad alzarmi da terra, portando la mia schiena ad alzarsi e le mie dita ad abbandonare l'intreccio dei capelli del ragazzo al mio fianco. Le lenzuola caddero sul mio ventre nudo con un tonfo silenzioso, mentre gli occhi correvano sul muro fino ad incontrarne l'apertura, da cui potei notare semplicemente il cielo schiarito in varie sfumature dell'imminente alba. L'orologio segnava neppure le sei di mattina, ed io ero già sveglio ad osservarlo, mentre Wooyoung riposava stremato ancora al mio fianco.
Non faticai mai come quel periodo per dormire, le preoccupazioni si avvinghiavano ad ogni lampo di serenità, distruggendoli e divorandoli avidamente.
Un paio di giorni soltanto rimanevano per me e Wooyoung.
Meno di cinquanta ore pronte a scadere in fretta, a distanziarci per anni se non per sempre. Quante cose avevo promesso a quel ragazzo, ne avevo perso il conto, assieme alle delusioni che stavo preparando a dargli prima del viaggio.
Non sarei riuscito a tenere i contatti, mi conoscevo e assieme a me anche l'ambito in cui sarei finito per studiare: severo, rigido, rigoroso, avrei detto addio alla libertà che possedevo in Corea.
«San?..»
Un sussurro assonnato strascicò fuori dalle labbra del moro al mio fianco, i miei occhi corsero lungo il suo corpo nudo, soffermandosi sul suo viso qualche istante, assicurandosi che stesse ancora dormendo e per fortuna era così. Si girò su un fianco, innocentemente, denudandosi del leggero lenzuolo che durante la notte avevo fatto su io con i piedi. Non dissi nulla a me stesso, mi godei l'attimo, assaporandomi quello spettacolo unico costituito dalla luce, natura, aria fresca, dalla persona che amavo e dalla nostra intimità. Mi chinai leggermente verso il ragazzo e abbandonai un bacio sulla sua spalla, socchiudendo gli occhi e abbandonandomi ad abbracciare a sua pelle nuda.

Una brezza marina mi investì la pelle del volto quando lo rialzai da quella spalla, non più nuda come quella mattina, ma vestita di un leggero cotone bianco che svolazzava mosso dal vento di Gangneung. Quella mattina avevamo preso un aereo per spostarci ed ora, poco dopo pranzo, eravamo sul lungo la costa più famosa di Corea, sotto il sole cuocente dei primi giorni di estate, circondati dal rumore delle onde, schiamazzi della gente, afa e cicale annoiate in quella giornata estiva.
Quel giorno il mio umore non era adeguato al mare, i pensieri pesanti e pressanti che mi avevano tormentato la notte, si stavano prendendo gioco di me sotto a quel sole brillante, pronto a riscaldare e a colorare il paesaggio, la vita di moltissime persone, ma non la mia. Volevo fuggire, fuggire lontano con Wooyoung, ribellarmi alle mie stesse decisioni, ma i miei piedi erano fusi con la terra, pesanti come il piombo, legati al cemento tramite sensi di colpa e disperazione.
«Cosa ti va di fare oggi?»
Il tono sereno di Wooyoung scacciò tutti quelle sensazioni, la sua mano accarezzò il mio collo leggermente e mi sentì sotto una mano benedetta, docile, pronta a proteggermi e fu la prima volta. I miei occhi avevano sempre visto Wooyoung come una personalità da proteggere, curare, rinsanire e far sbocciare, ma la verità era che anche lui stava lavorando su di me, tutto quello lo stavo facendo anche per il mio bene.
«C'è una passeggiata stupenda, possiamo andare lì, ti va?»
Il moro annuì sorridendo con le sue labbra segnate dalla sua ansia e i suoi occhi dolci, con la serenità che poco prima intravidi nelle sue gesta, come poteva riuscirci?
I nostri piedi camminarono per ore su e giù per il lungo mare, attraversando spiagge, ponti sospesi sulle scogliere, mentre i nostri occhi si muovevano il più piano possibile per assaporarsi quell'ultimo paesaggio assieme, con dolore catturavano gli ultimi frammenti della nostra vita assieme per congelarli a tempo indeterminato nei nostri cuori.
«Vorrei fare un giro in centro più tardi»
Riflettei ad alta voce ad un certo punto, mentre eravamo fermi a riposare su una panchina, lungo uno spiazzo sul mare. Wooyoung si limitò ad annuire con un grande sbadiglio, il suo gesto innocente e così normale mi fece sorridere, potei godermi quella quotidianità con lui ancora per molto poco, desiderando di averne il ricordo migliore perni prossimi anni.
Nessun angolo di quella cittadina era tranquillo, il tumulto per le strade, il via vai di gente che rendeva inaccessibili alcune strade complicava il nostro giro turistico di quel giorno, andando a rovinare la nostra ultima giornata assieme.
«Andiamo per di qua», la mano calda di Wooyoung afferrò saldamente la mia per trascinarla poi, di corsa in un vicolo, così corremmo in una seconda via, una terza, quarta e quinta, fino a perderci nel labirinto della città. Non so per quanto tempo vagammo, ma abbastanza per stancarci, stare soli il tempo necessario per assaporare quegli ultimi istanti, baciarci contro le pareti ogni tanto, volendo sigillare il nostro amore.
Arrivammo così ad una ripida apertura nella parete, adornata semplicemente da una lampadina storta ed un ferro attaccato alla parete, il quale, ormai ossidato, rincorreva una serie di gradini. Le vertigini che davano le scale creavano una sensazione di claustrofobia, instabilità, ma non furono quelle a fermare Wooyoung dallo scendere quella instabile strada, spinto dalla scritta invecchiata all'esterno: "Antica Libreria".
Ancora una volta era riuscito a scovare quell'angolo di paradiso.
Lo seguì insicuro di quelle scale, avvinghiandomi al ferro vecchio più della mia vita, non sapevo se avrebbe ceduto prima il corrimano o gli scalini, ma per fortuna nessuno dei due mi riservò scherzi di malo gusto. Appena il mio piede toccò il pavimento di quel buco scavato sotto una casa, potei respirare di nuovo, alzando lo sguardo dai miei piedi e rimanendo affascinato dal piccolo locale che mi si presentava davanti.
Non era un negozio, bensì una specie di bunker pieno zeppo di libri, vecchi e nuovi, di tutti i generi: romanzi rosa, scienze, gialli, horror, poesia, filastrocche, libri per bambini, di scuola, enciclopedie, tutti i generi erano stipati lì! In quel piccolo posto sotterrato in silenzio e al sicuro dagli sguardi indiscreti.
Ne estrassi uno, pregando che nulla mi crollasse addosso: era un libricino fine, bianco, inerito dalla fuliggine e polvere.
Il mio viso contrasse una smorfia appena le mie dita vennero sporcate, ma iniziai a studiare il libricino di poesie italiane: piccolo, compatto e tascabile non più di quaranta pagine ad occhio e croce.
«Cesare Pavese», lessi mormorando il nome scolorito dell'autore. Quando aprì il libricino, però i miei occhi vennero rapiti da un dettaglio interessanti: in ogni pagina c'erano inseriti dei fiori secchi, di varie tipologie e dimensioni, alcuni spuntavano addirittura fuori dalle pagine, ma non ci avevo fatto caso. Lessi il titolo a fatica, non conoscendo, né capendo, una sola parola di quello che stessi leggendo nella mia mente: "Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi".
Non mi interessò, onestamente, capire cosa ci fosse scritto, ne rimasi affascinato più che altro dai fiori all'interno, che mi portarono alla memoria il piccolo papavero che avevo scovato all'interno del primo libro di Wooyoung.
Gli occhi cercano il bel ragazzo, alle mie spalle, anch'esso perso nella lettura di un libro a me sconosciuto. Non sapevo se quel posto era per uno scambio di libri, compra vendita o quant'altro, ma provai un senso di benvenuto in quel luogo, di appartenenza, ma mai quanto lo provò Wooyoung.
Tormentando il libro bianco fra le mie sporche dita, mi avvicinai al ragazzo, picchiettando dolcemente con un dito sulla sua spalla. Il moro mi rivolse subito l'attenzione, anche se un po' sorpreso che lo avessi interrotto; i suoi occhi si aprirono di più in un'espressione di sorpresa quando la mia mano porse verso di lui l'oggetto che impugnavo.
«Mi ha ricordato te.»
Mormorai timidamente, mentre Wooyoung sfogliava con attenzione le pagine.
Alla vista dei fiori secchi il suo sguardo si addolcì, divenne nostalgico e pieno di felicità, un dettaglio che mi fece piangere il cuore, mi fece capire come avesse vissuto positivamente il periodo di amore con me.
«Non ho mai capito di dove sia nato questo nostro scambio di fiori secchi.»
Commentò prendendomi alla sprovvista, era stato tutto involontario dunque? Sorrisi, quasi ridetti al suo commento, negando con il capo alla sua espressione confusa.
« Nell "Amico ritrovato" avevi lasciato un piccolo papavero secco fra le pagine e pensavo fosse fatto per un motivo, così ho preso questo dettaglio e l'ho proposto nei libri seguenti.»
La sua espressione si illuminò in un attimo, capendo e ridendo di quel dettaglio nostro nato per distrazione.
«Ma perché hai continuato coi fiori secchi?»,
«Perché pensavo al loro significato: indicano il desiderio che in qualcosa duri a lungo. Pensavo a noi o comunque ai sentimenti che avevo iniziato a maturare in quel periodo.»
Rivelai sorridendo imbarazzato. Non lo avevo mai confessato a voce alta, in sua presenza soprattutto, ma forse era tempo di ammetterlo.
«Beh, fra cinque anni potremmo iniziare con quelli freschi.»
Alle sue parole rimasi stupito dall'azzardo che fece verso il futuro, ma sorrisi, trattenendo le lacrime per la felicità, create dalle sue dolci parole.
Ora sapevo che non ero il solo a desiderare un futuro per entrambi.

Spazio Autrice:

4 Novembre è la data dell'ultimo capitolo, per favore, tenete d'occhio la storia anche se sembrerà concluso prima 💗

Comunque, spero di leggere al più presto i vostri pensieri a riguardo di questo capitolo e vedere molte ⭐ e pochi ‼️

Grazie mille, come sempre, a chi legge, vota o commenta!🤍

Bibliografia:
- "Verrà la morte e avrà i suoi occhi", Cesare Pavese

Luoghi:
- Badabuche Searoad Simgok, Gangneung

Egeo WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora