NON ANDARTENE

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«Alza di più! E questo lo chiami un acuto? Cassandra,dove hai la testa? Abbiamo già perso troppo tempo» sbraitò Isabelle,sedendosi sulla poltrona di velluto verde del suo studio.
«Ci sto provando! Sono due ore che non mi dai tregua,ho la gola che tra un po' si spezza...»,Caroline era stanchissima.Isabelle era diventata più severa da quando avevano ricominciato,forse si era offesa quando un mese prima l'aveva "licenziata".
Era passata una settimana da quando era tornata a casa con Nash e Cam.
Quest'ultimo non c'era mai,e le poche volte che si erano incrociati tra i corridoi della casa,in cucina,o in un bagno,c'era una gara per chi scappasse prima.
«Ok,basta così. Ci vediamo domani,riposati e fatti un Tè caldo con il miele» le raccomandò Isabelle.
«Grazie,a domani». Caroline,prese la borsa,il cappotto e scese. Mandò un messaggio a Nash.
"-ho finito,torno a casa che sono stanca."
Ripose il cellulare in tasca,e si avviò verso un taxi.
«Salve» le disse la donna,nella macchina gialla. Di solito erano sempre uomini a guidare i taxi,era insolito trovare una donna.
«Buonasera,potrebbe accompagnarmi a "North La Brea Avenue" Hollywood?» le chiese Caroline.
«Le zone alte,non mi capita di accompagnare spesso persone da quelle parti» disse la signora,con un sorriso buffo.
«Non vivo lì,ma alcuni amici sì» le spiegò Caroline.
«Fattelo dire tesoro,te li sai scegliere gli amici». Entrambe risero.
Dopo diciassette minuti di macchina,era arrivata a casa.
«Grazie mille,arrivdederci» . Salutò la signora e pagò il tragitto.
Salì in casa,dove venne accolta da un profumo di pollo arrosto. Entrò in cucina e,sfortunatamente,trovò ai fornelli una ragazza dai capelli rosa.
«Cameron,hai già finito di farti la doccia?» chiese Sharon,voltandosi sorridente.
«Non sono Cameron,sono più carina» scherzò Caroline. Sharon era visibilmente imbarazzata.
«Non sapevo ci fossi anche t...».
«Oh non preoccuparti,pensavo di mangiarmi una pizza stasera» la interruppe Caroline.
Sharon le sorrise.
Poi continuò:«A proposito,l'altra volta non ce l'avevo con te. Ero solo un po' arrabbiata con Cameron. Di solito non vado in giro a dare pugni alla gente» . Non sapeva perché si stesse scusando con Sharon,ma la verità era che lei non aveva colpa,non sapeva quello che c'era tra loro,Cameron aveva fatto tutto da solo.
«Figurati,tutti hanno giornate no. Spero che d'ora in avanti possiamo diventare amiche» le disse Sharon.
Caroline annuì,ma sapeva in cuor suo che non sarebbe mai accaduto,la presenza di Cameron l'avrebbe sempre tormentata.

Si voltò per tornare in camera sua,ma in quel momento Cameron uscì dal bagno,avvolto solo da un asciugamani attorno alla vita. Si guardarono negli occhi senza dire nulla,Caroline aumentò il passo per superarlo,ma lui la bloccò.
«È strano come ci troviamo sempre in situazioni imbarazzanti noi due» disse scherzosamente,ripetendo quasi le stesse parole dette un mese prima.
«Già,ehm ora vado in camera. Ti conviene far presto Sharon sembra aver finito di cucinare», non sapeva cosa dirgli.
«Senti Andra,diamoci un taglio. Vivremo sotto lo stesso tetto per chissà quanto tempo,non possiamo guardarci come se volessimo ucciderci tutte le volte,che ne dici?».
Ma come poteva chiederle una cosa del genere,minimo le doveva spiegare cosa fosse successo a Toronto,ma soprattutto nella sua testa e nel suo cuore.
«Cameron,io...penso di meritarmi una spiegazione.Sei un ipocrita,non mi hai mai chiamata,e di punto in bianco ti sei fidanzato. Non chiedermi di far finta che nulla sia successo,non ce la faccio a farmi passare tutto». Lui le lasciò il braccio,sostennero entrambi lo sguardo,poi Caroline,stanca e amareggiata,tornò in camera sua. Chiuse la porta e si accasciò contro quest'ultima iniziando a piangere. Le faceva male vederlo con Sharon,sapere che nella stanza accanto,la persona che amava si stava baciando o ridendo con un'altra ragazza. Le faceva male sentirlo distante,come se nulla fosse accaduto tra di loro,le faceva male che dopo tutto lui senza lei stava più che bene.
Le si illuminò il cellulare,Nash le aveva risposto.
-Sto tornando a casa anche io,ho il gelato.
Sorrise al messaggio dell'amico. Nash,le era stato accanto in quest'ultimo periodo,l'aveva supportata tantissimo.
Arrivò dopo cinque minuti,bussò alla porta ed entrò.
Vide Caroline sul letto,con il mascara colato e gli occhi gonfi.
«Ehi Andra,andrà tutto bene,ok?»,le si avvicinò e l'abbracciò.
«È che per me è difficile,mi manca»gli disse piangendo sulla sua spalla.
Il cellulare le squillò di nuovo,pensando fosse Abigail si spostò da Nash e afferrò velocemente il cellulare.
Era Christine. Cosa voleva?
"«Christine,dimmi»",Caroline cercò di non far sentire il suo tono di voce,alterato dal pianto.
"«Cassandra,mi devi aiutare. Possiamo vederci adesso? Dove vuoi,ti prego»" dal tono della voce sembrava disperata.
"«va bene al "the Belmount"?»" . Christine,accettò. Tra venti minuti sarebbero dovute stare lì;non le aveva detto il motivo.
Nash si offrì di accompagnarla. In poco tempo arrivarono. Christine era già lì e sembrava molto agitata. Nash restò in macchina e Caroline le andò incontro.
«Tutto bene Christine?» le domandò.
«Chiamami Chris. Cassandra mi dispiace averti disturbata,ma non so a chi rivolgermi. Qui sono tutti dei tali stronzi,di te sento di potermi fidare. Entriamo?» . Caroline annuì,aveva imparato a conoscere le persone di quella zona,e non poteva che capirla.
Dorotha appena le vide le salutò calorosamente e le fece accomodare. Ordinarono due camomille alla vaniglia e miele.
«Allora,cos'è accaduto Chris?»,Caroline andò dritta al punto.
«Ti ripeto,mi dispiace averti importunata. Sono incinta,Logan ancora non lo sa,non so come sia accaduto,cioè lo so...ma pensavo fossimo stati attenti. Ho solo vent'anni e non è una cosa dignitosa essere incinta a quest'età in questo mondo. Prenderanno Logan d'assalto. Non posso dirglielo,e qui entri in gioco tu. Mi devi aiutare,ti prego!»,Chris era sconvolta.
«Puoi contare su di me,ti accompagnerò io a fare le varie visite. Ma non potrai nascondere il pancione per sempre» le ricordò Caroline.
«Lo so,ma è da due settimane che sono incinta. Ho ancora tempo. Grazie mille ancora Cassandra», si sporse sul tavolo e abbracciò forte Caroline.
Un improvviso tonfo le fece voltare di scatto. Caroline urlò,ma i piedi non si muovevano;era come paralizzata.
Dorotha era a terra,immobile.
Lasciò cadere la sedia alzandosi e si precipitò verso la donna.
«Dor,svegliati! Christine,chiama un ambulanza!» urlò Caroline.
Entrò anche Nash,che le corse accanto.
«Nash ti prego dimmi che non è morta!». Il ragazzo non rispose. Caroline stringeva Dor tra le braccia. Era come una mamma,non poteva lasciarla.
Arrivò l'ambulanza,Caroline andò con Nash. Quest'ultimo avvisò anche Cameron.
Aspettarono due ore prima di sapere qualcosa. Cam era arrivato dopo mezz'ora,non si era mosso da vicino a Caroline che piangeva appoggiata al petto di Nash.
«Siete parenti della signora Forks?» domandò un medico.
«Sì,sono sua nipote» si affrettò a mentire Caroline.
«Bene,la signora ha avuto un infarto. Ora si è ripresa ma dovrà restare qui per un po'». Caroline tirò un sospiro di sollievo.
«Possiamo vederla?» chiese Cameron.
«Uno alla volta,non bisogna affaticarla» gli rispose il medico.
«Allora va' tu Andra»disse Cam,rivolto verso Caroline.
«Grazie...»,era in questi casi che questo Cam,le ricordava il vecchio Cam.
Entrò nella camera di Dorotha,la donna aveva delle flebo nelle braccia,e l'ossigeno. Caroline le si avvicinò,le accarezzò il viso. Dorotha,era stata la figura materna che le mancava ormai da sei anni. Vederla a terra era stato un colpo. Le sembrava di aver rivissuto un episodio a lei già conosciuto;la morte dei suoi genitori. Dorotha aprì lentamente gli occhi.
«B-bam-bambina...»,la sua voce era debole.
«Ehi Dor,mi hai fatta spaventare! Non parlare,ti stanchi» ,la voce di Caroline era dolce. Dorotha le strinse la mano.
«Sei una brava ragazza Caroline,ti voglio bene». A Caroline scesero delle lacrime.
«Anch'io Dor,perciò ti prego non andartene anche tu»,le sussurò.
«Non vado da nessuna parte,bambina».
Si strinsero forte la mano,come se entrambe traessero forza da quella stretta. Una terza mano si aggiunse alla loro. Caroline si voltò e vide Cameron,che ricambiò lo sguardo.
«Andrà tutto bene» disse infine.
In quel momento l'avrebbe abbracciato,stretto a se' per sempre;lo amava così tanto. La sua mano,sulla sua le trasmetteva mille emozioni,si sentiva protetta e a casa.
Dorotha sorrise e poi si addormentò.
I ragazzi la lasciarono riposare,e uscirono in corridoio.
«Cassandra,mi dispiace» le disse Cameron all'improvviso.
«Per cosa?»,gli chiese.
«Per tutto» e l'avvolse in un abbraccio.
Caroline avrebbe voluto gridargli che lo amava,che lo avrebbe perdonato,ma non lo fece. Si godette quell'attimo,quelle braccia attorno a se',quel respiro sul collo e il profumo dell'unica persona che avrebbe aspettato tutta la vita.

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