Il cellulare di Caroline squillò;era Nash.
Da ormai otto giorni,esattamente quelli da quando era tornata a New York,non rispondeva alle sue telefonate.
Non perché non volesse sentirlo,ma perché sapeva che non sarebbe mai più tornata a Los Angeles. L'aveva deciso la prima sera che era tornata. Voleva lasciarsi Cameron alle spalle,e per farlo doveva sacrificare anche persone alle quali teneva,Nash incluso.
In questi otto giorni aveva chiarito davanti al giudice che con la zia non voleva averci più nulla a che fare. Quest'ultimo,considerando la maggior età di Caroline,le aveva dato la piena libertà. Anche il suo conto in banca,vincolato fino ai diciotto anni,le era stato restituito. Nonostante tutto,aveva il permesso di stare dalla zia fino a quando non avesse trovato una casa tutta sua.
Aveva una nuova insegnante di canto,Fergie Donnel. Era bravissima,tanto quanto Isabelle,anche se quest'ultima le mancava.
Zia Jenna entrò in camera.
«Caroline,giù c'è una persona che vorrebbe vederti».
Caroline che era distesa sul letto si mise a sedere.
«Chi è?» le chiese.
«Ha fatto molta strada per vederti,ma non voglio rovinarti la sorpresa».
La zia chiuse la porta,quasi sbattendola,dopo averle riservato un sorriso derisorio.
Caroline sbuffò,si diresse verso il bagno,dove si pettinò i capelli e lavò i denti.
Scese in soggiorno,e appena entrata un forte odore di lavanda le invase le narici.
Seduta sul divano antico verde c'era una donna anziana,ben vestita,di fronte la zia.
«Buonasera» salutò Caroline,avvicinandosi alla poltrona accanto a zia Jenna.
«Sei più bella di quanto immaginassi!» esordì la signora.
Zia Jenna rise sotto i baffi e scosse la testa. Caroline la fulminò con lo sguardo.
«Mia cara,tu,ovviamente,non ti ricorderai di me. Ebbene io sono tua nonna Alessandra».
Caroline non provò nulla,sapeva dell'esistenza di questa donna,ma non aveva mai avuto alcun tipo di rapporto con lei. L'unica volta che l'aveva vista era stato al funerale dei suoi genitori.
«Ah,ehm...». Non sapeva cosa dire.
«Tesoro,è normale che tu sia imbarazzata,non ci conosciamo,ma spero di rimediare! È per questo che sono qui» sorrise speranzosa nonna Alessandra.
«Tua nonna vuole portati in Italia,e io sarei felice se tu te ne andassi» disse Zia Jenna ,interrompendo il momento imbarazzante che si era venuto a creare.
«Jenna! Buon Dio,volevo essere io a dirlo alla ragazza!» si lamentò la nonna.
«Alessandra ci stavi mettendo una vita e io non ho tempo da sprecare qui con voi!». A queste parole zia Jenna si alzò e andò di sopra.
Caroline guardò la nonna che la fissava a sua volta aspettandosi una risposta.
«Mi piacerebbe ma penso che non sia il caso. Scusa».
La donna era delusa,ma subito le ritornò il sorriso.
«Pazienza! Vorrà dire che resterò un po' di più io qui».
Caroline le sorrise.
Passarono il resto del pomeriggio insieme. La nonna era davvero simpatica. La mamma di Caroline le assomigliava molto.Le raccontò tutto del viaggio,e non tralasciò nemmeno Cameron. Si sfogò molto liberamente.
«Mi dispiace che tu abbia dovuto affrontare questa situazione spiacevole,ma ti aiuterò io da oggi in poi a realizzare tutti i tuoi sogni!».E così fu nei mesi a seguire. Caroline raggiunse un manager,Harold Mc Call,in Canada,a Toronto. All'inizio fu difficile,perché quella città le faceva riaffiorare ricordi tristi.
Nash aveva smesso di chiamarla. Si doveva essere rassegnato. Caroline anche su internet cercava di evitare qualsiasi notizia riguardante i ragazzi. L'unica con cui si sentiva era Dorotha.
Cameron non lo nominava più,solo nei momenti in cui restava da sola i pensieri ricominciavano ad affiorare,ma si costringeva a pensare a qualcos'altro.
In quei mesi aveva già inciso un album,dove aveva raccolto le canzoni che aveva scritto e che aveva perfezionato con Isabelle e Fergie.
Stava riscuotendo molta fama. Era finita anche su MTV ,come cantante emergente. Aveva il suo piccolo gruppo di fans che aumentava di volta in volta.
La vita le stava andando decisamente bene.«Caroline abbiamo saputo della tua fuga,e sappiamo che non ne fai parola con nessuno. Dove sei stata durante quei quattro mesi?» le chiese l'intervistatrice.
«Mi dispiace,ma preferirei non parlarne».
Susan,la donna dell'intervista,continuò con le domande.
«E del rapporto con tua zia?» le chiese sperando di ricavarne qualche risposta.
«Prima vivevo con lei,ora si è sposata,io ho un lavoro e viaggio tanto. Non ci vediamo mai». Sì,zia Jenna si era sposata con il preside della Eleonor Tools high school. Era andata al matrimonio e dopo allora non aveva mai più ne' visto ne' sentito la zia.
A intervista finita Caroline venne accompagnata dal suo manager,Harold,nel camerino.
«Mon Cherì,devi essere più esaustiva nelle tue risposte!» la rimproverò.
«E tu devi smetterla di parlare francese. Sei più americano tu che il presidente» scherzò Caroline.
«Comunque Cherì,domani partiamo per Hollywood,e non puoi dire di no! Quel party è il tuo ingresso nel mondo della musica definitivamente!».
Caroline mise il broncio,stava rinviando il viaggio a Hollywood da sette mesi. Non voleva tornare a Los Angeles. Ma oramai non poteva fare altrimenti.
Uscirono fuori dagli studi e subito vennero ad acclamarla delle ragazze che appena la videro l'abbracciarono e le chiesero gli autografi che Caroline rilasciò entusiasta. Non era ancora abituata ma le faceva piacere.Tornò in albergo pronta a mettere le sue cose in valigia. Dopo sei mesi,anche se aveva visitato vari posti,avrebbe lasciato Toronto. La permanenza ad Hollywood sarebbe durata circa un mese e mezzo.
Chiamò Dorotha che fu felicissima di poter rivedere Caroline.Passò la notte insonne in quanto tra meno di tre giorni sarebbe dovuta andare a quella festa dove erano presenti stelle della musica,attori e tanti altri. Sapeva che le possibilità di incontrare Nash e Cameron erano molto alte. Si sentiva in colpa per Nash,ma non per Cameron. Semplicemente non voleva vederlo,aveva resistito sette mesi.
Il giorno dopo ,Harold era corso a chiamarla,in meno di un'ora erano già partiti. Era così che funzionava,tutto di fretta,mai un attimo di tregua. Ora capiva tutti i disagi che provavano Cameron e Nash. Ora capiva perché Christine aveva deciso di tenere nascosta la sua gravidanza a Logan.
Più si avvicinava a Los Angeles,più si sentiva in agitazione.
Una volta arrivati all'aeroporto,venne raggiunta da delle ragazze. Non poteva crederci che sapessero esattamente quando fosse partita e quando quindi sarebbe arrivata.
Harold la tirò via ed entrarono in un van. Caroline mimò un "scusatemi" alle ragazze.
Il suo manager controllava il cellulare poi si voltò verso di lei e le disse:«Alloggeremo allo"Chateau Marmont" sulla sunset boulevard nel west Hollywood».
«Cosa?!». L'urlo di Caroline fece spaventare anche l'autista che aveva perso per pochi secondi il controllo del van.
«Caroline! Non urlare! Cosa c'è?!» la rimproverò Harold.
Il problema era che quell'hotel distanziava nemmeno cinque minuti da casa di Cameron e Nash,a North la Brea Avenue...
«Non ci sono altri hotel?» chiese disperata.
«Hai capito cosa ho dovuto fare per poter soggiornare in quest'hotel? Ho prenotato cinque mesi fa! Approfittando della tua indecisione sul venire,decisi di darti quattro mesi. Dovresti esserne entusiasta! Solo le star famose e i pezzi grossi alloggiano lì».
Caroline annuì. Sarebbe stato un lungo mese,ne era certa.
Tenne gli occhi chiusi fino a quando non furono arrivati. Vennero accolti da uno dei camerieri. Caroline aveva una stanza bellissima. Harold le aveva dato del tempo libero per farle comprare un abito.
Si fece una doccia,si cambiò e indossò un paio di occhiali scuri e un cappello.
Sapeva dove dirigersi,conosceva bene quella zona.
Si recò in un negozio dove trovò un abito di Elie Saab.
Stanca si diresse verso una gelateria.
Entrò e aspettò la fila.
Stava guardando il cellulare per rispondere a qualche fan su Twitter quando qualcuno le cadde addosso e le fece finire il cellulare a terra.
«Scusami!» le disse il ragazzo che si piegò per prenderle il cellulare. Quella voce,capelli biondi...oh no! Matthew!
Quando le porse il cellulare,anche lui rimase colpito nel vederla.Evidentemente anche con gli occhiali era facilmente riconoscibile.
«Cassandra sei tornata». Le si avvicinò per abbracciarla,ma Caroline si spostò.
«Il mio nome è Caroline. Matthew ti prego di non farne parola con nessuno,e con nessuno spero che tu capisca chi intendo».
Lui annuì.
«Bene,è stato un piacere. Ciao Matthew». Lasciò perdere il gelato e se ne andò. La sua solita fortuna! Ma perché doveva incontrate proprio uno di loro? Corse verso l'hotel. Per quella sera aveva già fatto troppi incontri.«Amico,sono Matthew,devo darti una notizia che ti lascerà spiazzato».
«Ti sei trovato finalmente una fidanzata?» scherzò il ragazzo.
«No stronzo» si finse offeso Matt.
«E cosa allora?»chiese impaziente l'altro.
«Caroline è tornata».
Il silenzio che seguì e la telefonata che venne staccata fecero capire a Matthew che la notizia era stata percepita e come temeva non positivamente.~SPAZIO AUTRICE
Se volete conoscere i personaggi (gli attori che interpretano i ruoli) potete passare sulla pagina instagram dedicata alla storia: VOLIALTOCONME .
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Voli alto con me?
FanficCaroline vive con sua zia a New York. La città,nonostante la sua grandezza, le sembra una prigione. Un giorno,qualcuno le farà aprire gli occhi e lei prenderà una decisione che la catapulterà in una nuova vita. E si sa,i viaggi portano inevitabilm...