I ragazzi erano partiti,Cameron e Nash erano dovuti volare in Brasile per uno spot pubblicitario e poi alle Bahamas per un altro spot. Era passata già una settimana e quattro giorni,mancavano infatti solo tre giorni al loro ritorno.
Caroline stava seduta sul divano a studiare la canzone che Isabelle le aveva dato. Sembrerebbe strano e stupido dover studiare una canzone,ma non era così semplice. Isabelle era esigente e voleva che Caroline imparasse la canzone e che la cantasse con la giusta tonalità. Ogni parola secondo Isabelle aveva un suono e una pronuncia tutta sua,e per adattarla ad un testo bisogna conoscere ognuna di esse alla perfezione.
Il citofono la distrasse dal suo studio.
«Chi è?» chiese,alzando la cornetta.
«Sono Sharon».
Cosa ci faceva qui se Cameron era fuori per lavoro? L'aprì,anche se avrebbe preferito lasciarla giù.
Dopo cinque minuti le porte dell'ascensore si aprirono,e una chioma rosa entrò nell'appartamento.
«Ciao Cassandra» la salutò Sharon.
«Ehi Sharon,non ti aspettavo»,Caroline ostentò un sorriso.
«Sì,lo so. Sono venuta a trovarti,Nash mi disse che qui non conoscevi molte persone e ho pensato che avremmo potuto passare un po' di tempo inisieme. Non abbiamo legato molto e mi dispiace,non so cosa sia successo con Cameron,nonostante io gliel'abbia chiesto tante volte resta vago. Io mi sono trasferita qui per lui,vengo da Toronto. Potremo diventare amiche sempre se ti va,ovviamente»,le spiegò Sharon.
Caroline non sapeva cosa dire,avrebbe preferito che Sharon fosse una ragazza antipatica,e non una brava ragazza. Avrebbe avuto un motivo per tenerla alla larga.
«Sharon,io non ti odio,non ne avrei motivo perché tu non hai fatto nulla. Se sono stata fredda è perché ho avuto dei problemi con Cameron e quindi non mi sentivo di avvicinarmi a voi. Possiamo provare ad essere amiche,davvero mi farebbe piacere».
Dire a Sharon che avrebbe preferito che la lasciasse da sola,le era sembrato una cosa orribile. Un paio di ore non l'avrebbero uccisa.
«Bene,cosa ti va di fare?» le chiese Sharon.
«Vogliamo andare a Down Town?» propose Caroline.
«A fare un po' di shopping?»,disse Sharon sorridendo.
«Sì,era quello a cui stavo pensando» Caroline prese il cappotto e le due ragazze scesero. Presero l'autobus e in dieci minuti arrivarono.«Cassandra,non per essere invadente,ma ti andrebbe di spiegarmi cos'è successo con Cameron? Io vorrei saperlo davvero» ,le chiese Sharon,mangiando lo yogurt appena preso.
«Preferirei evitare l'argomento...»,disse Caroline,mangiando a sua volta il suo gelato.
«Ma io ho bisogno di sapere. Perché sono venuta qui da lontano e non voglio aver fatto tutto questo viaggio a vuoto. Lui dice di amarmi,ma io sento che c'è qualcosa che non va. Lo sento dal modo in cui ti guarda,e da come parla di te. Non sono stupida,lo capii dal primo momento che tornammo da Toronto e ti incontrammo. Cameron,era ed è così strano. È con me,ma è come se fosse da tutt'altra parte» Sharon aveva buttato lo yogurt e guardava Caroline aspettandosi una risposta. Aveva gli occhi lucidi.
Caroline non sapeva cosa fare. Dirle la verità,o dirle una bugia?
«Sharon,io e Cameron non siamo mai stati insieme. Però prima che partissero per Toronto noi due ci eravamo avvicinati,e lui mi aveva fatto delle promesse. Ma non era nulla di serio,lui a Toronto si è messo con te e credimi se l'ha fatto un motivo c'è,se amasse me non pensi che staremmo insieme? Ora è meglio se torniamo a casa,devo finire la canzone per Isabelle». Quello che aveva raccontato a Isabelle era una mezza verità. Caroline era convinta soprattutto dopo quello che Sharon aveva detto,che Cameron era legato a lei. Ma se Cameron aveva deciso di stare con Sharon un motivo ci doveva essere.Dopo quel giorno con Sharon,finalmente arrivò il ritorno di Cam e Nash.
Squillò il cellulare di Caroline,era Nash.
"«Pronto?»".
"«Andra,prepara le valigie tra poco viene a prenderti un nostro amico,Carter, che andiamo in North Carolina»" . Caroline andò in panico,l'avrebbero presa sicuramente!
"«Nash,ma io non posso»" gli disse supplichevole.
"«per caso sei claustrofobia?»" le chiese.
"«Perché me lo stai chiedendo?»".
"«Te lo dico perché non vuoi mai stare dove ci sono troppe persone,e se non è claustrofobia,allora proprio non saprei»" . Caroline tirò un sospiro di sollievo,la scusa giusta!
"«Sì,sono claustrofobica»" affermò,spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"«Stai tranquilla abbiamo un jet. Comunque io sono già in North Carolina,ti farà compagnia Cameron che doveva prendere alcune cose a Los Angeles»".
Ci mancava solo questo,sei ore d'aereo con Cameron...
Attaccò al cellulare e andò a preparare le valigie. Dopo un ora,suonò al citofono Carter.
«Piacere Carter» si presentò il ragazzo. Aveva dei tratti asiatici,era molto carino e alto.
«Cassandra»rispose sorridendogli.
Durante il tragitto scherzarono,era anche molto simpatico,come tutti gli amici di Nash e Cam,Mahogany a parte.
«Divertitevi!» le disse Carter,dandole un abbraccio.
«Ciao Carter,ci vediamo al ritorno. È stato un piacere!».
Si diresse verso l'entrata. Nash le aveva detto di chiedere al check-in.
Un hostess la scortò fino al jet. Strano che non le avessero chiesto documenti.
«Buon viaggio signorina» la salutò l'hostess. Caroline le sorrise ed entrò.
Era davvero bello,l'interno era in pelle bianca e in legno.
«Sei arrivata,pensavo fossi caduta da qualche parte».
Cameron era poggiato alla porta del pilota e la guardava con quello sguardo tipicamente suo:profondo e dolce.
Si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia.
Caroline lo guardò esterrefatta e non poté fare a meno di pensare a quanto le sarebbe piaciuto che il bacio fosse durato qualche secondo di più.
«Tutto bene?» le chiese,passandole una mano davanti al viso.
Che figuraccia,aveva capito che si era imbambolata.
«Si si! Scusa ero solo soprappensiero».
Si andò a sedere,e Cameron la seguì sedendosi accanto a lei.
«Dorotha come sta?».
«Molto meglio,è tornata a casa l'altro giorno» gli spiegò ,lui annuì e sorrise. A Caroline sembrò che il cuore avesse smesso di battere allora voltò il viso.
«Ma cosa c'è?» le chiese di nuovo Cameron,che aveva notato il comportamento bizzarro di Caroline.
«Niente,è che non amo gli aerei. Mi mettono agitazione».
«Se vuoi stringimi la mano,quando ti senti male»,in quel preciso istante,le prese mano;Caroline diventò tutta rossa.
«Andra,qualche ora prima di arrivare nel North Caroline devi cambiarti,abbiamo provveduto noi all'abito, è su quel sedile. Lo prendi e ti cambi,ok?» le raccomandò Cameron,che le stringeva ancora la mano.
«Dove andiamo?» gli chiese.
«La mamma di Nash dà una festa di ben tornato».
Scese un silenzio imbarazzante,che Cameron ruppe poco dopo.
«Ti dispiace se mi appoggio a te,sono stanco».
Caroline annuì e lui chinò il capo sulla sua spalla. Aveva un profumo buonissimo,e i capelli,che le accarezzavano la guancia,erano morbidi. Sembrava così piccolo e innocuo,l'avrebbe abbracciato.
Cameron sprofondò in un sonno profondo e Caroline anche.
Si svegliò,e trovò Cameron ancora addormentato e lei appoggiata a lui. Sembravano essere tornati a un mese e mezzo fa,quando lui prima di partire era entrato in camera sua e avevano dormito insieme.
Guardò l'ora e vide che erano già passate cinque ore,andò a prepararsi anche se allontanarsi da Cameron le costò un certo sforzo.
L'abito che le avevano preso era blu notte,e visto in controluce brillava,era lungo fino a un po' prima del ginocchio.
Il corpetto era stretto,aveva due bretelle sottili,scendeva un po' più largo a partire dalla vita. I tacchi che erano poggiati accanto al vestito erano delle stesso colore dell'abito.
Era bellissimo,lo adorava. Corse a cambiarsi in bagno. Lasciò i capelli sciolti mossi,così come li aveva quando erano partiti. Portò con se' la sua trousse e aggiustò il trucco. Era davvero carina.
Tornò a sedersi accanto a Cameron,e lo trovò sveglio che stava sbadigliando. Appena la vide spalancò gli occhi,si alzò e le si avvicinò.
«Wow,li so scegliere i vestiti» disse,e le fece fare una giravolta accompagnandola con la mano.
«sei bellissima» continuò.
«Grazie Cam» gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia;non ce la fece a resistere a quell'impulso.
Cameron le prese le mani e la fece allontanare per guardarla ancora.
«Non mi chiamavi Cam e non mi davi un bacio da tantissimo tempo» le puntualizzò con un accenno di tristezza nel tono della voce.
«Già,ma penso che essere ostili sia inutile,ti voglio bene Cameron e questo lo sai».
Lui la portò fino al sedile e la fece sedere di fronte a se'.
«Cosa c'è?» gli chiese.
«Guarda dal finestrino».
Caroline guardò in basso e vide le luci di New York. La sua città,quanto le mancava. Lì c'erano tutti i suoi vecchi amici e i ricordi della sua infanzia. Sentì un vuoto allo stomaco.
«È bellissima...è proprio bellissima» sussurrò a Cameron.
Si voltò verso di lui,che non guardava lo spettacolo di luci ma fissava lei. I suoi occhi erano di un marrone intenso,aveva la bocca dischiusa e sembrava senza parole.
Il cuore di Caroline cominciò a battere più rapidamente. Il suo viso e quello di Cameron erano così vicini;i loro respiri erano pesanti.
«È bella,ma non quanto lo sei tu. Niente è più bello di te» le sussurrò a sua volta.
Una lacrima le scese piano sul viso.
«Avevi ragione Andra,sono innamorato di te».
In quell'istante,il mondo scomparve. Le luci sembrarono esplodere. Il respiro di Cameron si unì completamente a quello di Caroline. Le loro labbra si unirono. La mano di Cameron accarezzò delicatamente il viso di Caroline. Dopo aver aspettato così a lungo,dopo aver trattenuto lacrime,dopo aver gridato,essere arrivati al punto di non volersi più vedere,era arrivato:il bacio che Caroline aveva aspettato con tutta se stessa.
Sembrava che tutto l'amore nascesse da quell'unione.
Si lasciarono per riprendere fiato. Sorrisero entrambi.
«Ti amo» le disse Cameron sorridendo,e continuando a baciarla.
«Ti amo anch'io Cameron».
Non esisteva nessun altro in quel momento. Si amavano,ed erano solo loro due. Cameron e Caroline.
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Voli alto con me?
FanfictionCaroline vive con sua zia a New York. La città,nonostante la sua grandezza, le sembra una prigione. Un giorno,qualcuno le farà aprire gli occhi e lei prenderà una decisione che la catapulterà in una nuova vita. E si sa,i viaggi portano inevitabilm...