FA MALE PIÙ DI UN PUGNO

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Nash era impegnatissimo nell'organizzazione della festa che sarebbe avvenuta la sera stessa:il suo compleanno.
Molte cose le avrebbe dovute risolvere il giorno prima,ma era stato troppo impegnato a pensare a Caroline che finalmente dopo sei mesi era tornata.
Non l'aveva detto a nessuno del loro incontro al galà,nemmeno ad Alana.
Il giorno dopo il galà non l'aveva chiamata,non voleva opprimerla,ma il desiderio di vederla lo spinse a raggiungerla in hotel. Lei fu felicissima di vederlo,passarono una serata all'insegna di gelato e film,aspettando la mezzanotte. Caroline gli aveva fatto gli auguri e poi lui era tornato a casa con tanto di Alana arrabbiata.
Nash aveva paura che se Cameron fosse venuto a conoscenza dell'invito che aveva fatto a Caroline,non sarebbe più venuto alla festa.
La tensione lo stava divorando quindi si lasciò cadere sul divano e chiuse gli occhi,massaggiandosi le tempie.
«Amore tutto bene?»la voce di Alana era dolce. Quest'ultima gli si sedette accanto e lo abbracciò.
«Mi fa solo un po' male la testa».
Nash la guardò e non poté fare altro che sorriderle;Alana per lui era la più bella ragazza della terra. L'amava tanto,ed era onorato di averla al suo fianco.
Le diede un bacio.
«Ti amo Alana».
Lei sorrise,gli prese il viso tra le mani e gli sussurrò a pochi centimetri dalla bocca:«Ti amo anch'io più di ogni altra cosa».

Caroline era appena tornata in hotel, dopo un intervista da Ellen. A differenze di tutte le altre interviste si era divertita tantissimo.
«Mon Cherì,questa festa dove devi andare stasera è ok?» le chiese Harold.
«Sì» gli rispose di rimando Caroline,che stava cercando un abito adatto nel suo armadio.
«Eccolo!» enunciò entusiasta.
Aveva preso un abito di paillette oro,che aveva uno scollo a "V" era stretto in vita e leggermente a campana sotto.
«Su chi vuoi fare colpo?» Harold sorrideva divertito.
«Su nessuno!».
«Sì certo,è vero quanto è possibile che io mi fidanzi con Brad Pitt!».
Caroline rimase un po' scioccata,ma del resto aveva sempre pensato che Harold fosse gay,questa era la conferma.
«Harold,ti sembrerà inopportuna come domanda...ma mi chiedevo se tu...»
«Se io fossi gay? Sì mon cherì,lo sono» e sospirò in modo teatrale.
Caroline non ribatté e gli sorrise.
«Ora ti lascio,fatti ancora più bella,bonsoir mon cherì».Harold lasciò la camera e lei si mise subito all'opera.
Dopo due ore e mezza fu pronta.
Erano le nove e mezza,la festa era appena iniziata,ma Nash le aveva detto di andare verso le dieci e un quarto.
L'ansia le cresceva in modo sproporzionato nel petto.
Nel frattempo chiamò Abigail.
Lei e Jason,quattro mesi prima erano partiti per l'Inghilterra per un viaggio insieme,erano carinissimi.
"«Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile»". Caroline sbuffò,le serviva qualcuno con cui sfogarsi. La festa era allo "Sky Bar" sulla terrazza del hotel Mondrian,sempre sulla sunset Boulevard nel west Hollywood.
Nel frattempo rispose a dei fans su Twitter. Senza accorgersene si fecero le dieci e sette.
Si alzò e corse verso la macchina che l'aspettava all'entrata.
Mandò un messaggio a Nash:
-Sto arrivando.
Lui le rispose dopo un minuto.
-Recati alla reception,dì il tuo nome,loro ti scorteranno sul palco. Ricordi,hai promesso di cantarmi una canzone!
Caroline stava letteralmente morendo.
Era molto più facile cantare di fronte a migliaia di persone,che davanti coloro che in un certo senso avevi abbandonato.
Poi il solo pensiero di Cameron la faceva rabbrividire.
Arrivò all'hotel,scese e si recò alla reception.
«Salve,sono Caroline Hastins» disse.
«Buona sera,prego indossi questa...» la signorina le porse una maschera«...e mi segua».
Caroline indossò la maschera e la seguì in ascensore.
Il suo cuore accelerò,sentiva i battiti che quasi le facevano scoppiare il petto.
"Din".
L'ascensore si aprì dietro al palco,sentì voci e musica.
Le luci si spensero e si incentrarono sul palco. Capì dal silenzio che si era venuto a creare che tutti si erano voltati verso il palco.
La signorina le fece segno di salire e così fece;ogni passo le sembrava un macigno.
I volti delle persone erano oscurate,e quindi non li distinse,inoltre portavano anche loro delle maschere.
Il suo abito brillava sotto i riflettori.
La musica iniziò e lei cantò "Count on me" di Whitney Houston.
Era tutta dedicata a Nash. Cercò di non pensare a nient'altro mentre cantava.
Finì e nello stesso istante si accesero le luci. Nash era davanti a tutto senza maschera,con gli occhi lucidi.
Anche Caroline aveva gli occhi lucidi,e non ci pensò due volte quando con un gesto veloce tolse la maschera.
Gli applausi cessarono,lasciando spazio a un silenzio impressionante.
Nash salì sul palco e l'abbracciò.
«Grazie» le sussurrò all'orecchio.
«Ora potete tutti togliere le maschere» disse voltandosi. Piano piano,più nessuno aveva la maschera. C'erano tutti,e fissavano Caroline,immobili,fino a quando a rompere il silenzio non fu Mahogany.
«Wow Caroline,ora sono sempre più sicura che tu sia una principessa di Manhattan. Le entrate a sorpresa ti riescono benissimo» le sorrise e si avviò verso il palco,dove una volta raggiunta l'abbracciò.
«Grazie Mahogany».
Tutti le si avvicinarono e la salutarono felici.
Matthew,Carter,Hayes,i Jack e gli altri.
«Ci sei mancata tanto» urlarono in coro Alana e Christine.
Quest'ultima aveva un pancione enorme.
«Ragazze! Anche voi!»,le abbracciò,e iniziarono a chiacchierare di tutto quello che era accaduto dalla sera del quindici giugno.

Quando tutti ormai l'avevano lasciata, Caroline si trovò a cercare con lo sguardo Cameron. La curiosità e la voglia di vederlo superavano ogni tipo di paura.
Non lo vedeva da nessuna parte. Cominciò a girovagare per la festa,quando due mani le si misero davanti agli occhi,per poi voltarla subito dopo.
«Taylor!» disse lei,appena lui le si parò davanti.
La strinse forte e le diede un bacio sulla guancia.
«Mi sei mancata».
Caroline era abituata alla sfacciataggine di Taylor.
«anche voi mi siete mancati» disse.
«Voi? Ti sto dicendo che sei mancata a me» .Taylor sembrava infastidito.
«Oh,scusa. Anche tu mi sei mancato».
Lui sorrise con il suo solito ghigno e le disse:« L'ho visto da quella parte».
Non ci fu bisogno di dire il suo nome,Caroline capì a chi Taylor si stesse riferendo. Gli sorrise e si avviò perso la direzione dove si doveva trovare Cameron. Nulla,non c'era da nessuna parte.
Doveva andare in bagno così lasciò perdere e proseguì verso l'hotel.
Impiegò poco per trovare il bagno,e dopo aver fatto,uscì.
Si ritrovò con le braccia sopra la testa,i polsi bloccati da due mani che li stringevano forte e il corpo completamente contro il muro. Aveva gli occhi chiusi,e sentiva solo il respiro dell'altra persona sul collo.
«Sei tornata per rovinarmi ancora di più la vita?».
Rabbrividì. La sua voce era cambiata,più dura,esprimeva quanto più odio era possibile. Aprì gli occhi e cercò di posizionarsi difronte a lui. Le loro fronti si toccavano e i suoi occhi lo scrutavano avidamente. Dov'era stato per tutta la serata? Un enorme voragine nel petto sembrava rigenerarsi solo grazie al suo respiro così vicino.
«Cameron...».
Non riusciva a parlargli,solo le guance rosse che le bruciavano,le facevano capire che non era un sogno;lui era lì difronte a lei,dopo tanto tempo.
«...mi stai facendo male».
«Non penso,almeno non quanto tu ne abbia fatto a me! Questo non è niente! Mi hai distrutto,non saresti dovuta tornare!» le urlò contro,e le strinse ancora di più i polsi.
Caroline era spaventata e triste. La odiava,si vedeva chiaramente. «Cameron ti prego lasciami!».
Lui la guardò negli occhi,castani-verde, e vedendo le lacrime bagnarle il viso la lasciò.
La ragazza si massaggiò i polsi prima di dargli uno schiaffo sulla guancia,che gli fece voltare il capo.
«Mi dispiace ma tu non puoi permetterti di trattarmi così! Non sei stato un santo o devo ricordati quello che hai fatto?!».
Cameron non si aspettava una reazione da parte sua,era ancora più furioso.
«Sparisci dalla mia vita! Ti odio Caroline».
«Non preoccuparti dopo questa sera,se prima pensavo di poter avere un rapporto di pace con te,ora voglio solo allontanarmi il più possibile.Non aspettarti però che io vada via. Resto perché nonostante te,ci sono persone buone,alle quali io voglio bene».
Cameron le si avvicinò minacciosamente.
«Mettiamo in chiaro due cose: questi sono i miei amici e la mia città,tu non sei la benvenuta».
Caroline sorrise beffarda:«apri bene le orecchie Dallas,non sei nessuno».
E con fare disinvolto si voltò e lasciò Cameron nel corridoio,furibondo.

Si assicurò di essersi allontanata abbastanza prima di scoppiare in lacrime. Cameron che quasi la picchiava era l'ultima cosa che si aspettava.
Tornò alla festa,dove cercò Nash,voleva andar via.
«Ehi Nash» lo chiamò mentre lui parlava con Carter.
«Caroline,tutto ok?» notando il suo viso ancora rosso per il pianto.
«Sì,ma devo salutarti,Harold è venuto a prendermi».
«Aspetta! Ecco la torta». Infatti, in quel istante, dei camerieri trasportarono un capolavoro di cioccolato e panna a forma di "N".
Caroline si fece da parte. Tutti cantarono tanti auguri e Nash spense le candeline.
«Voglio,prima di tutto,ringraziare tutti e poi che mi raggiungano i miei due più cari amici,che per me sono come fratelli:Cameron e Caroline».
Quest'ultima venne spinta verso di lui da Jack,il biondo,e Matthew. Si ritrovò accanto a Nash che la cinse per la vita. Poco dopo anche Cameron li raggiunse. Il suo viso era contratto,guardò di sbieco Caroline per poi sorridere verso la macchina fotografica. Una volta scattata la foto,Cameron venne raggiunto da una chioma rosa,Sharon,che riservò un' occhiataccia a Caroline prima di avvinghiarsi a Cam.
A Caroline venne il volta stomaco.
«Nash ora devo andare» gli disse avvicinandosi all'orecchio in modo che la sentisse a causa della musica troppo alta.
«A domani Caroline,grazie di tutto. A proposito devi raccontarmi un paio di cose». L'abbracciò e le fece l'occhiolino.
Caroline raccolse la sua pochette e si diresse verso l'uscita.
Mentre era all'entrata dell'hotel venne bloccata da una persona che la fece voltare verso di se'.
«Cosa vuoi?» chiese seccata.
«Lascia Los Angeles,ti prego»;era Cameron che l'aveva inseguita.
«Sei impazzito Cameron?».
«Non ce la faccio a saperti nello stesso luogo dove sono anch'io»,il suo tono non era duro,solo come disperato.
«Perché?».
«Perché non ti voglio qui,perché vedendoti si risvegliano in me tutti i ricordi e li detesto,li detesto tanto quanto te...ora vado Sharon mi starà aspettando. Sapevo fossi tornata,me l'ha detto Matthew. Speravo non accadesse mai,speravo di non rivederti più » lasciò la presa e scappò via verso la festa,lasciando Caroline immobile sulla soglia dell'hotel. Le aveva detto chiaramente i suoi sentimenti: la odiava e non sarebbe cambiato. L'odiava così tanto da essere disperato,così tanto da non voler respirare nemmeno la sua stessa aria e questo faceva male più di qualsiasi pugno o calcio.

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