«Signore,possiamo assicurarle che la ragazza qui non c'è mai stata». La voce dell'uomo era intimorita dinanzi all'autorità che si ergeva a pochi centimetri da lui.
«Bene,la ringrazio. Buona giornata» salutò l'altro.
Uscì veloce dall'edificio e si diresse verso la proprio auto,dove la figlia lo aspettava.
«Allora papà?» chiese la ragazza dai capelli rosa,impaziente.
«Sharon,questa Cassandra Doyle non è mai vissuta qui a Miami». Il viso della ragazza si illuminò.
Il padre di Sharon era un imprenditore molto potente a Toronto. Aveva agganci in tutto il mondo. Per la sua "piccolina" avrebbe fatto di tutto,persino volare a Miami e usare il suo potere per corrompere un agente del FBI di Miami.
«Papà non puoi scoprire qualcos'altro su questa stronza?» disse Sharon,usando un tono nervoso.
«No,è stato già abbastanza pericoloso per la mia immagine espormi tanto con l'FBI» le rispose in tono duro il signor Kordels. Sharon mise il broncio,incrociò le braccia come una bambina piccola e guardò fuori dal finestrino.
Aveva scoperto nonostante tutto che Caroline aveva mentito. Non vedeva l'ora di scoprire la verità.«Nash!» urlò Caroline.
Le rubava sempre la crema per il viso.
«Nash! Dove hai messo la mia crema?!». Bussò alla sua porta ancora chiusa a chiave.
«Ehi,cosa c'è?» le chiese Cameron uscendo dalla sua stanza.
«Ha di nuovo rubato la mia crema per il viso» disse continuando a bussare.
Cameron le si avvicinò e le cinse la vita con le braccia,la tirò a se' e le diede un bacio sul collo,posandole la testa sulla spalla.
«Dai Andra,diciamo che ha avuto una notte difficile. Lascialo dormire».
Caroline si voltò verso Cameron,gli fece un'occhiataccia e continuò a bussare. Nash non l'apriva. Si spostò dall'abbraccio di Cameron e corse a prendere una forcina. Quando tornò,Cameron la guardò divertito.
«Tu vorresti aprire la porta con quella?» le chiese.
«Sì,assolutamente sì. Se non uso la mia crema quando sono nel periodo peggiore della vita di ogni ragazza,mi usciranno dei brufoli orribili!».
Cameron scoppiò a ridere ancora più rumorosamente.
Caroline iniziò a forzare la serratura.
«Stupida porta!» sussurrò,quando invano tentò di aprirla. Si appoggiò alla porta e dopo un secondo si ritrovò a terra perché Nash aveva finalmente aperto. L'aiutò ad alzarsi e le porse la crema.
«Eccola la tua crema,ora la smetti di urlare? Stiamo cercando di domire» disse Nash,sbadigliando.
«State dormendo?Cameron sta qui...».
Caroline guardò oltre Nash e notò un'altra figura. Arrossì immediatamente,realizzando anche che Nash indossava solo i boxer.
«Oh,scusami Nash! Non lo sapevo!».
Ora capì perché Cameron stava ridendo così tanto.
«Non preoccuparti,dopo te la faccio conoscere» le diede un bacio sulla guancia e ritornò in camera.
«Cameron sei uno stupido!» gli disse Caroline. Lui fece spallucce e si diresse in cucina,lei lo seguì.
«Manca esattamente una settimana al tuo compleanno,sei felice?» le chiese mentre prendeva del latte dal frigo.
«Sto aspettando questo compleanno più di ogni altra cosa al mondo».
Cameron le diede una tazza dove versò il latte,e le passò i cereali.
«Cameron,Cassandra lei è Alana» disse Nash entrando in cucina,seguito da una ragazza alta quanto lui,quindi più di Cameron e Caroline.
«Piacere,mi chiamo Cassandra»la salutò con la mano e la ragazza le ricambiò con un sorriso.
«Cameron,il bello della casa e non solo» si presentò Cam.
Nash rise,seguito da Caroline.
«Sei solo una scimmia» gli disse Caroline,lanciandogli un cereale.
«tu sei solo invidiosa!».
Nash guardava Alana,che sorrideva alla scena di quei due che litigavano come bambini.
Si accomodarono anche loro.
Il cellulare di Cameron squillò,interrompendo la discussione con Caroline. Guardò un po' perplesso il telefono,si alzò e uscì dalla cucina per rispondere.
«Perché è andato fuori?» chiese Caroline.
«non lo so» le rispose Nash.
«forse perché è la sua ragazza» ipotizzò Alana,facendo andare di traverso il latte a Caroline. Nash le diede dei colpetti sulla schiena.
«Devi sapere che Cassandra è la sua ragazza»le spiegò.
«Scusami! Non ne sapevo nulla...». Alana fece un'occhiataccia a Nash,per rimproverarlo di non averle detto niente.
«Non preoccuparti»le disse Caroline.
Cameron tornò in cucina,aveva un espressione come assente.
«tutto bene?» gli chiese Nash.
Cameron annuì e poi disse:«era Carter,devo andare da lui per aiutarlo con una cosa. Ci vediamo dopo». Così dicendo corse via.
Dopo cinque minuti di silenzio,dove nessuno proferì parola,Alana ruppe il ghiaccio.
«sta mentendo».
Sia Caroline che Nash la guardarono.
«Cosa te lo fa pensare?» le chiese Caroline.
«Io vengo,beh,dalla strada. Mentire per sopravvivere è uno stile di vita...so riconoscere una menzogna quando la sento».
"Mentire per sopravvivere",rimbombava nella testa di Caroline come il "sta mentendo".
Ma perché avrebbe dovuto mentirle?
«Io non so cosa dire,mi dispiace Alana...so come ci si sente ad essere da soli. Io voglio dare fiducia a Cameron,non lo seguirò».
«Va bene.Spero di rivederci presto.Ora io e Nash dobbiamo andare a fare una commissione» disse Alana alzandosi.
Caroline annuì,poi si rivolse verso Nash.
«Ah brutto ladro,voglio sapere tutto quando torni»gli fece l'occhiolino. Nash arrossì,le sorrise e seguì Alana che si era già avviata.«Locks,Mc Callister,sono quasi quattro mesi che Caroline Hastins è sparita. Vi sbatto dentro entrambi! So per certo che sapete dov'è!»urlò furioso il poliziotto che li stava interrogando da ormai cinque ore.
Abigail aveva delle occhiaie sotto gli occhi e il mascara sciolto.
«Avete mai pensato al fatto che lei non volesse tornare? Che senza quella strega di sua zia sta meglio? Voi non sapete un cazzo!». Abigail si era alzata e aveva spinto la sedia a terra. Jason la guardava atterrito.
«Mc Callister,dimmi dov'è»le disse il poliziotto con un tono speranzoso.
Aveva capito che Abigail stava cedendo allo stress.
«Caroline è a Los Angeles,più di questo non sappiamo» l'anticipò Jason.
Abigail lo guardò esterrefatta,non riusciva a crederci.
Voleva dirgli qualcosa,offenderlo ma le parole le morivano in gola.
Il poliziotto soddisfatto uscì dalla stanza.
«Abigail,l'ho dovuto fare. L'avresti fatto tu,guardati stai malissimo. Almeno la colpa ricadrà su di me,è stato meglio che quelle parole le abbia pronunciate io». Jason guardava in basso,Abigail iniziò a piangere. Restarono in silenzio,ormai era fatto. Caroline sarebbe tornata a New York.«Mancano quattro giorni al tuo compleanno Caroline»disse Dorotha entusiasta.
Caroline era andata a trovarla. Dopo l'infarto che ebbe un mese prima,si era ripresa. Lavorava di nuovo al "The Belmount".
«Mi sembra sia passata un eternità da quando decisi di scappare».
Le squillò il cellulare.
"«Nash,dimmi»" disse rispondendo.
"«Sono arrivato»".
Caroline attaccò e guardò Dorotha mentre si versava del caffè.
«Dor io vado,ci vediamo presto»
«A presto bambina mia». Si abbracciarono.La macchina di Nash era parcheggiata fuori al locale.
«Ciao Nashy,ehi Alana» li salutò Caroline.
Alana stava sempre con Nash,ora abitava con loro. Era una brava ragazza.
Lui raccontò a Caroline di averla conosciuta per caso. Stava al parco e c'era questa ragazza per terra che dormiva affianco ad un albero. Le si avvicinò e le chiese se avesse bisogno d'aiuto. Da lì si era occupato di lei personalmente. Non l'aveva detto a nessuno perché Alana era il suo segreto,il suo momento di libertà. Caroline si era dispiaciuta del fatto che non glielo avesse detto,ma capiva che l'amico aveva trovato in Alana quello che lei aveva trovato nel fuggire da New York.
Arrivarono a casa. Cameron era seduto sul divano,aveva il computer sulle gambe che chiuse appena entrarono.
Caroline corse verso di lui e gli diede un bacio che lui ricambiò anche se in modo più freddo.
«Tutto bene?» gli domandò Caroline.
«Sì,certo» le sorrise.
Caroline guardò Alana che si trovava alle spalle di Cameron,aveva un espressione strana.
Alana e Cameron,infatti,non avevano legato molto. Alana diceva a Caroline sempre di stare attenta.
«Ci sarà una sorpresa al tuo compleanno,sarà indimenticabile»le disse ad un tratto Cameron.
«Cam,non volevo nulla...davvero»
«Invece sì. Te lo meriti. Già immagino la tua faccia in quel momento».
Il sorriso di Cameron era perfetto,ma perché allora Caroline aveva una strana sensazione? Lo strinse a se',e lui fece lo stesso.
Mancavano solo quattro giorni e tutto si sarebbe completato.
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Voli alto con me?
FanfictionCaroline vive con sua zia a New York. La città,nonostante la sua grandezza, le sembra una prigione. Un giorno,qualcuno le farà aprire gli occhi e lei prenderà una decisione che la catapulterà in una nuova vita. E si sa,i viaggi portano inevitabilm...