La pioggia,che impetuosa s'infrangeva sulla finestra,era l'unico suono udibile.
Caroline era seduta sul letto della sua camera d'albergo,immobile. I suoi occhi guardavano un punto indefinito.
Erano due giorni che stava così. Si svegliava,andava con Harold a fare le varie interviste,o a registrare in studio,mangiava,e infine se ne tornava nella sua stanza.
Bussarono alla porta.
Si alzò per vedere chi fosse.
«chi è?»domandò.
«Christine».
Aprì subito l'amica.
Si abbracciarono.
«Caroline,hai deciso di sparire di nuovo?»le chiese,ancora sulla soglia della porta.
Caroline si spostò per farla entrare e si andò a sedere sulla sedia accanto alla scrivania.
«No,assolutamente no...».
«Carol,non mentirmi. Te ne andasti per prima dalla festa di Nash e vedemmo tutti Cameron correrti dietro. Cosa successe?».
Non aveva voglia di parlarne,il solo ricordare le parole dette da Cameron quella sera,le faceva venir voglia di piangere all'infinito,senza sosta.
«Ha detto che mi odia,mi odia così tanto da non volermi nemmeno a Los Angeles. Sapevo che fosse arrabbiato,deluso...ma non pensavo fino a questo punto. Sei mesi fa decisi che non sarei più tornata,ma poi il fato ha voluto che i miei piani andassero a rotoli,come sempre,ed eccomi qui ancora più incasinata e disperata di prima. Sono stanca,stanca di essere triste,delusa,ferita». Gli occhi iniziarono a bagnarsi,le lacrime le cadevano sulle guance così come le gocce scivolavano sul vetro.
Christine le si avvicinò e le asciugò le lacrime.
«Caroline,io sono stata molto con i ragazzi perché mi hanno aiutata durante la gravidanza,li ho visti stare male;Cameron più di tutti. Non scherza più,non sorride quasi mai. Forse non dovrei neanche dirtelo ma...si è portato a casa una ragazza quasi ogni sera diversa,nonostante Sharon. Appena andasti via,chiuse la tua camera a chiave. Spesso Nash durante la notte l'ha trovato in camera tua,ma lo lasciava stare. Ma sai,piano piano doveva averci fatto l'abitudine,e ora rivedendoti quel muro che si era creato attorno si è come raddoppiato. Ha solo paura che crolli».
Caroline si alzò dalla sedia e si diresse vicino alla finestra.
«Lo sai perché mi innamorai di Cameron?» chiese all'improvviso a Christine,che rimase sbalordita dalla domanda.
Il silenzio di quest'ultima fece andare avanti Caroline.
«A dir la verità non lo so nemmeno io,lo amo...non c'è un perché. L'amore non si spiega Christine,l'amore si prova e basta. È qualcosa che ti nasce dal cuore,e non piano piano,ma da sempre. Sai che stavi aspettando quella persona da tutta la vita. Io l'ho trovato e l'ho perso. So che potrei da oggi in poi stare con altri ragazzi,e forse li potrei anche amare,però so che se tra cinquant'anni rivedessi Cameron,proverei sempre le stesse cose che provo adesso,non sarebbe cambiato nulla. E lo sai perché? Perché è l'amore della mia vita,e l'ho capito quasi subito. L'ho capito quando le porte dell'ascensore il quindici giugno si chiusero e io sapevo che lui non mi avrebbe più guardata come aveva sempre fatto. Lo amo,ma l'ho perso».
Anche Christine aveva le lacrime agli occhi,forse le ricordava la sua situazione con Logan.
«Ehi mammina,non piangere anche tu! Logan ti perdonerà,anzi,penso sia ora di dirgli la verità. Non fare i miei stessi errori Chris. Ora stesso,mi vesto e andiamo».
Christine si pietrificò.
«No Caroline,non ce la faccio».
«Allora pensaci un attimo: vuoi vivere la tua vita crescendo da sola questo bambino,o affrontare tutto con Logan? Christine,lui è l'amore della tua vita e tu sei il suo,va' e riprenditelo!».
Christine annuì:«ok,andiamo».Le ragazze erano davanti la villa di Logan.
Bussarono.
Le aprì subito. Quando le andò incontrò,il solo guardare Christine gli faceva brillare gli occhi.
«Logan,perdonami»iniziò a balbettare Chris.
Lui la guardava interrogativo.
«Il figlio che porto in grembo è tuo...».
Christine non finì nemmeno di parlare che Logan l'abbracciò forte a se' ,baciandole ogni angolo del viso.
«...non volevo che ti prendessero d'assalto i media,scusami amore».
«Non m'interessa. Ti amo Christine! Ti amo!» urlò Logan. In quel momento era la felicità fatta persona.
Caroline ammirò la scena per poi lasciarli soli.
Christine si meritava quella felicità,Logan se la meritava,e soprattutto il piccolo che portava in grembo meritava una famiglia felice.
E forse anche Caroline si meritava un po' di pace,e amore.Era fuori il suo hotel,pronta a passare un'altra sera nel letto a vedere qualche film,quando vide Alana nella hall.
Le sorrise,ma quest'ultima non ricambiò;aveva un viso triste.
Caroline le si avvicinò.
«Alana,cosa c'è?» chiese preoccupata.
«Devo darti una brutta notizia. Nash non voleva te ne parlassi...non ancora almeno».
Caroline portò Alana in un angolo perché tutti gli occhi erano puntati su di loro.
«Mi stai facendo preoccupare,di cosa si tratta?» le chiese ancora.
«Cameron ha deciso di andare via».
Caroline rimase spiazzata,l'odiava così tanto da voler scappare subito?
«Quando partirà?».
«Tra una settimana e mezzo,andrà in Australia con Sharon. Ha accettato di girare un film che aveva sempre rimandato. Caroline,sei l'unica che può fermarlo».
«Alana,non posso,non più. Inoltre le riprese di un film durano poco,massimo qualche mese».
L'amica scosse la testa.
«Caroline...è una saga. Cameron starà via tre anni».
Bastarono quelle poche parole per far crollare quella poca forza che ancora la sorreggeva. Quell'ultimo appiglio di speranza le si disintegrò davanti agli occhi.
«Nash?» domandò Caroline,come se fosse rinvenuta tutta d'un tratto.
«È a casa».
Caroline iniziò a correre,la strada la conosceva bene. Alana rimase all'hotel,sapeva che Nash si sarebbe arrabbiato molto.
Mentre correva ripensò a tutti i momenti con Cameron:quello fuori al balcone,la prima volta che lui dormì al suo fianco,l'abbraccio nel bar,il bacio tanto atteso...Arrivò all'appartamento,citofonò e Nash le rispose.
«aprimi subito»disse veloce.
Le porte dell'ascensore si aprirono e lei entrò. Le faceva uno strano effetto rientrare in quell'aggeggio.
Il solito "din" annunciò l'arrivo all'attico. Le mancò il fiato,quanti ricordi in quella casa...
Nash era sul divano.
«Alana te l'ha detto?» le chiese appena la vide.
«Si capisce così tanto?» domandò Caroline.
Lui annuì.
«Tre anni,Nash,non voglio che vada via per così tanto tempo».
«Neanch'io. Non immagino nemmeno lontanamente la mia vita senza il mio migliore amico».
Caroline si sedette accanto a lui e poggiò la testa sulla sua spalla.
Nash le accarezzava i capelli,mentre Caroline si lanciò in un pianto disperato.
«perché non gli parli?».
«No Nash,perché finiremmo per ucciderci,troppi rancori. Se penso a lui,penso a tutte le cose belle che abbiamo vissuto,ma quando è davanti a me ricordo quello che ha fatto e quello che mi ha detto al tuo compleanno».
«mi dispiace per voi due».
«Anche a me,tanto».
Dopo mezz'ora,il tempo di ricomporsi,andò via. Quella casa l'opprimeva.
Stava voltando l'angolo quando una macchina nera le si fermò accanto.
Accelerò il passò non sapendo chi fosse,quando una figura la bloccò prendendola per il polso.
«Ehi lasc...» stava per urlare quando vide chi aveva davanti e tutte le parole le morirono in fondo alla gola.
«Che ci fai all'una per strada da sola? Sei impazzita?».
«Cameron,fatti i cazzi tuoi!» gli disse divincolandosi dalla sua stretta.
«Hai pianto...perché?» le domandò ancora.
Caroline rise.
«Perché ridi?».
«Perché sei ridicolo,cosa te ne importa se ho pianto,o se sto camminando per strada a quest'ora,tanto mi odi».
Cameron la fissò a lungo,poi la prese in braccio e la caricò in macchina,nonostante Caroline si dimenasse furibonda.
Cam chiuse le sicure per evitare fughe da parte di lei.
«Ma che fai?! Apri queste porte!».
«Dove abiti?» le chiese semplicemente.
«Allo Chateau Marmont».
Cameron accelerò,guidava velocemente.
Nessuno dei due proferì parola,il silenzio era ancora più opprimente dello stare nell'attico.
Arrivarono in breve,l'hotel era vicinissimo a dove abitavano i ragazzi.
«Prima di lasciarti andare voglio risponderti a quello che hai detto prima,cioè cosa m'importasse se stessi piangendo o altro...hai ragione non me ne frega niente. Dimentica tutto quello che abbiamo passato sei mesi fa,io l'ho fatto».
Caroline lo guardò con disprezzo,era davvero diventato così bastardo?
«Sai cosa ti dico Cameron? Vaffanculo! Sono felice che tu te ne vada in Australia,non tornare più! Non voglio vederti mai più,ti metterò da parte nell'angolino più buio del mio cuore. Buona fortuna,e ora apri queste cazzo di porte!» sputò tutto fuori con una rabbia che non credeva di possedere. Le sicure si aprirono e lei scese sbattendo forte la porta. Cameron partì all'istante. Che stronzo. Le parole di Harold le tornarono in mente: "Non farti mettere i piedi in testa da nessuno,neanche se ne vale la pena".
Non l'avrebbe fatto,non avrebbe pregato Cameron di restare,anche se il suo cuore le implorava di farlo.
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Voli alto con me?
FanfictionCaroline vive con sua zia a New York. La città,nonostante la sua grandezza, le sembra una prigione. Un giorno,qualcuno le farà aprire gli occhi e lei prenderà una decisione che la catapulterà in una nuova vita. E si sa,i viaggi portano inevitabilm...