SÌ È SUO

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Alana era arrivata davanti ad una caffetteria a DownTown.
C'erano molte persone quella mattina,persone che sorseggiavano un caffè veloce,altri che mangiavano una fetta di torta intenti a finire il loro libro.
Infondo alla sala individuò una ragazza dalla folta chioma castana,occhiali da sole,rigorosamente "miu miu",che beveva il suo caffè-latte.
Si fece strada tra i tavoli e la raggiunse.
Si accomodò difronte a lei sulla poltroncina di pelle rossa.
La ragazza alzò lo sguardo dalla sua bevanda e la salutò con un gesto della mano.
«Newyorkese a tutti gli effetti!» la schernì Alana,indicando il caffè-latte.
Caroline rise.
«Perché qui a Los Angeles di solito cosa prendete la mattina?».
«Oh,sai,di solito usiamo altri modi per svegliarci»sorrise maliziosa e le fece l'occhiolino.
«Lo sai di essere pazza,giusto?»le disse Caroline prendendola in giro.
Alana si fece seria e si sporse sul tavolo;con un gesto veloce tolse gli occhiali a Caroline,che rimase impassibile.
«Cos'è successo?»le chiese preoccupata.
Caroline aveva gli occhi gonfi ed era pallida.
«Ieri,Cameron,è venuto da me».
Alana annuì,pensava di sapere già cosa fosse successo,infatti,la sera precedente lui era tornato a casa furioso,aveva rotto un joystick,e da come Nash era accorso,aveva intuito che qualcosa non andava.
«Non devi darmi spiegazioni,ho capito già tutto».
Caroline fu felice di non dover scendere nei particolari,anche perché avrebbe dovuto raccontare qualcosa che riteneva doloroso ricordare.
La scena di Cameron che la baciava e la toccava le attraversò la mente. Probabilmente era diventata tutta rossa,perché Alana le passò una mano davanti al viso.
«Ehi,torni sul pianeta terra? Sto parlando con te!».
«Scusa! Avevo solo...ehm...niente lasciamo stare. Cosa stavi dicendo?»le chiese cercando di tornare ad un normale colorito e non sembrare una che ha appena preso un ustione di diciottesimo grado!
«Ti ho chiesto come intendi risolvere questa situazione» le richiese Alana.
«Io non intendo risolvere niente! Lui deve poter vivere,deve essere felice»si lamentò Caroline,a voce forse un po' troppo alta,infatti,molte persone si girarono verso di loro;a questo punto continuò con un tono più pacato: «Stanotte non ho chiuso occhio,sto così male che non riesco neanche a piangere,e credimi sono una che piange sempre. Sento come se avessi perso una parte di me,sento che ormai non sono più io. Il cambiare identità mi ha portato a delle difficoltà nel riconoscere la vera me stessa! Mi guardo allo specchio e non so se vedo Caroline o Cassandra...e la cosa peggiore è che preferirei tornare ad essere Cassandra».
Alana le poggiò una mano sul braccio.
«Senti,voi due siete stupidi,questo vostro "ti amo,ma non possiamo stare insieme"...è insensato! Siete patetici,vi amate,quindi sono tutte stronzate! Tu hai paura,ecco la verità. Cameron ti tradì prima con Sharon e poi chiamando tua zia,la prima volta per proteggerti,la seconda perché si sentì tradito. Caroline,avete sempre cercato di proteggervi a vicenda e questo vi ha portato a non stare mai sereni l'uno con l'altro,avete paura che qualcosa possa rovinare tutto,però adesso basta! Fermalo! Lo sai che lascerebbe tutto per te,perché lui vuole solo te,come tu vuoi lui!».
Caroline si ritirò sulla poltroncina,e finì il suo caffè-latte.
«Alana è finita,fatevene una ragione».
Si risistemò gli occhiali e si alzò.
«Ora devo andare. Harold mi aspetta nel suo hotel,ha detto che c'era una sorpresa per me,dal suo tono sembrava più una disgrazia»alzò gli occhi al cielo, e si avvicinò ad Alana per darle un bacio sulla guancia.
«Caroline...»la chiamò quest'ultima«...Nash mi raccontò delle ultime parole di Dorotha,quelle per te,ricordi? Ti disse "non permettere all'orgoglio di impedirti di amare",ti prego tienilo presente».
A quelle parole si rabbuiò,guardò un'ultima volta l'amica per poi raggiungere il bancone,pagare e andarsene.
L'autista era fuori che l'aspettava.

«Grazie» gli disse non appena arrivata all'hotel.
Una volta fuori la porta di Harold,bussò.
«Chi è?». La solita voce,quasi femminile,si udì dall'altro lato della porta.
«Cherì»scherzò Caroline,imitando la voce del manger.
L'aprì immediatamente.
«Caroline,spero tu non mi licenzi,voglio che resti calma,e ti prego non rompere nulla».
Rimase colpita dalle parole di Harold. In cosa consisteva questa sorpresa?
Lo fissò sospettosa e gli passò accanto per entrare.

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