«È così bello riaverti con me bambina»le disse Dorotha abbracciandola affettuosamente.
«Non sai quanto tu mi sia mancata! Dor ,a proposito,so che forse ti coglierà un po' di sorpresa...ma io mi domandavo se quando tra un mese e mezzo dovrò ripartire tu non voglia venire con me» .
Dorotha le sorrise dolcemente e le accarezzò il braccio.
«Caroline,io ti voglio bene come ne avrei voluto a mia figlia,o a mia nipote,lo sai. Ma non potrò venire con te,non potrei stare a passo con la tua nuova vita frenetica,non ce la farei. Però tu sai che qui hai una casa dove poterti rifugiare,sempre».
Caroline la strinse forte. Dorotha era debole e non avrebbe mai potuto correre dietro lei e Harold.
Oh no,Harold! Erano le sei e quaranta e alle otto e mezza sarebbero dovuti arrivare alla festa. Nei giorni precedenti,da quando aveva incontrato Matthew si era rifugiata nell'hotel ed era venuta a trovare Dorotha. Le stava crescendo un'ansia incredibile nel petto,che si stava trasformando in un macigno insostenibile.
«Dor,devo andare...Harold mi aspetta per la festa».
«Vai tesoro e,mi raccomando, se dovessi incontrare "qualcuno" non scappare. Lo sai che Nash ha sofferto molto per la tua partenza».
Caroline si rabbuiò,non voleva pensarci.
«Non posso promettertelo» le sorrise debolmente e uscì. In dieci minuti era di ritorno all'hotel. Avere un autista era davvero utile.
Harold l'aspettava all'ingresso,e quando la vide arrivare si fece rosso per la rabbia.
«Sei un incosciente! Sali in camera tua,le truccatrici e il parrucchiere sono già arrivati da trenta minuti! Mi toccherà pagare un extra!».
Caroline rise di gusto. Harold arrabbiato era buffissimo,gli diede un bacio sulla guancia e corse in camera.
Tutti la guardarono un po' annoiati e arrabbiati,ma subito si misero all'opera.
Il vestito che aveva acquistato era lungo,con le maniche che le arrivavano sotto il gomito e aveva un piccolo scollo davanti al petto. Era nero sulla parte superiore e andava a sfumare in un colore chiaro sulle tonalità del rosa pesca. Le lasciarono i capelli sciolti, ondulati e le fecero un trucco leggero. Stava davvero bene.
Harold corse in camera annunciando che dovevano muoversi e Caroline presa la pochette si diresse verso l'auto che l'avrebbe dovuta scortare al galà.
In macchina il manager le fece la solita ramanzina:"schiena dritta","mantieni un profilo neutro! I paparazzi non aspettano altro che qualche espressione rozza o da trans". Caroline rise per il paragone che aveva fatto Harold.
«Ah,mon cherì,a parte tutte queste cose sulla postura e sul come metterti in posa...caratterialmente mostrati per quella che sei. Se ho scelto di aiutarti,dopo che tua nonna,mia carissima amica,mi ha pregato,è perché in te ho visto la stoffa della star».
Caroline si sentì rincuorata,quello era il massimo che Harold riuscisse a esporre come "complimento",ma a lei bastò.
L'auto giunse al galà. C'erano altre auto davanti alla loro,dalle quali scendevano personaggi famossimi. Da quella davanti uscì Rihanna,in un abito giallo.
«Non ci posso credere!». Caroline stava letteralmente impazzendo di gioia.
La macchina si fermò davanti al red carpet.
«È il tuo momento,vai e fatti onore!» le disse Harold stringendole la mano.
«Non verrai con me?» gli chiese.
«No,il compito di un manager è far arrivare le stelle in cielo,ma poi tocca a loro brillare e irradiare tutto con la loro lucentezza».
Caroline fece un grande respiro profondo e aprì la portiera.
Flash,paparazzi,fans,giornalisti,tutti pronti ad acclamarla.
Il cuore le batteva all'impazzata,per miracolo non inciampò nel lungo abito.
Ecco cosa intendeva Harold. Fino ad allora aveva vissuto solo a metà quella nuova vita,ora capiva perché Harold le aveva detto "fino a quando non sfilerai su un red carpet non sarai mai nessuno". Tutte quelle persone la rendevano viva.
Le fecero molte foto e interviste,molti le vennero a fare le congratulazioni.
Venne scortata all'interno della sala.
Harold l'attendeva al tavolo con un sorriso fiero.
«Mon cherì! Sei stata fantastica! Come sono felice! Stasera abbiamo vinto!» le disse emozionato.
«Non posso credere di stare qui,avevi ragione! A saperlo avrei accettato subito...»
Si accomodarono.
«Benvenuti signore e signori al galà duemila e quindici. Tra poco apriremo le danze,ma prima lasciate che vi mostri uno spettacolo di magia che vi lascerà senza fiato» disse il presentatore.
Ci fu questo magnifico spettacolo,dove venivano fatte levitare persone e oggetti. Poi fu il momento di alcuni spettacoli fatti con le luci,dalle quali uscivano ragazze vestite come fate. Caroline stava applaudendo e si guardava intorno per cogliere ogni istante.
Fu nel momento in cui voltò il capo verso destra che incrociò due occhi che sperava di non rivedere mai più. Smise di applaudire,e lo stesso fece l'altro. Si fissarono a lungo prima che una luce esplodesse nel centro della stanza emanando una luce fortissima. Ogni persona fu costretta a coprirsi il viso. Applaudirono tutti,tranne Caroline che cercava quegli occhi ancora,ma non li trovò più. Si sentiva strana,si sentiva un peso sulla bocca dello stomaco enorme.
«Ora apriamo le danze! Cavalieri invitate le dame a danzare e non abbiate vergogna di invitare anche chi non conoscete!».
Caroline non riusciva a muoversi,nonostante Harold l'avesse sollecitata più volte.
«Puoi concedermi questo ballo?».
La sua voce era inconfondibile,si voltò di scatto.
Nash...
Lui precedendola la tirò a se' e la scortò al centro della sala da ballo.
Iniziarono a ballare. Aveva la testa appoggiata alla sua spalla e le lacrime le rigavano il viso.
Nash la stringeva forte. Caroline si sentì così indifesa,si sentì un mostro,si sentì come la più vigliacca della terra,ma soprattutto si sentì finalmente a casa. Il profumo di quel ragazzo le era mancato come l'aria,i suoi occhi li aveva cercati in tante altre persone. Nessuno era riuscito a farle sentire quel calore familiare,nemmeno la nonna Alessandra. Si staccarono leggermente,Nash le asciugò le lacrime.
«Nash...mi dispiace così tanto»cercò di dire,ma lui l'abbracciò di nuovo.
«Perché mi hai abbandonato?».
«Io stavo male per Cameron e pensai che se mi fossi allontanata per sempre,alla fine,ci saremmo dimenticati di quei quattro mesi,speravo che dimenticando sarebbe passato anche il dolore».
«Caroline,quando ami una persona possono passare secoli che continuerai ad amarla sempre! Sono stato malissimo,mi mancava mia sorella,mi mancava una parte di me».
Caroline gli accarezzò il volto,lui posò una mano su quella di lei e gliel'accarezzò,per poi darle un bacio sulla guancia.
«Il ventotto dicembre,dopodomani,è il mio compleanno. Vieni,ti prego».
«Nash...è troppo presto. Ti farò gli auguri ma non posso venire,non me la sento». Non voleva incontrare tutto quello da cui era sfuggita per sei mesi.
«Fallo per me. E voglio che canti,voglio sentirti cantare»le disse supplichevole.
Non poteva ferirlo ancora,non poteva permetterselo.
«Verrò,ma ti prego tienimi lontana da lui». Nash,capendo al volo a chi Caroline si riferisse,annuì.
«Voglio avvisarti di una cosa però,da quando successe quel fatto...lui sta con Sharon».
Dei brividi le percorsero la schiena.
«Ah,grazie per avermelo detto ora. Domani non penso avrei retto il colpo».
«Andrà tutto bene,ci sono io con te».
Parlarono di tutto quello che era accaduto durante quei mesi.
Nash stava ancora con Alana,anche se due mesi fa si erano lasciati a causa di Mahogany,ma ora erano tornati insieme. Le aveva detto che dopo che era andata via,Cameron aveva chiuso a chiave la sua stanza e da allora non era stata mai più riaperta.
Più il tempo passava e più aveva paura,paura che quell'incontro la portasse dritto nella bocca del leone.
«Mon cherì,andiamo,è tardi».Harold l'aveva raggiunta.
«Sì arrivo,avviati in macchina» gli disse Caroline.
«Allora ci dobbiamo salutare. A dopo domani Nash. Ora che siamo insieme di nuovo sto bene,mi sento completa».
Nash le sorrise e l'abbracciò forte.
«Mi sei mancata Caroline,mi sei mancata tanto. Vorrei che le cose tornassero come prima. Ma mi
basta già riaverti nella mia vita».
Caroline si staccò e dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia si recò all'auto. Salì in macchina e si appoggiò al finestrino.
«Mon Cherì,tutto bene?» le chiese il suo manager.
«Sì Harold,ho solo bisogno di farmi un bagno caldo».
Harold sospirò,si voltò anche lui a guardare fuori dal finsestrino.
«Lo sai Caroline,non bisogna farsi abbattere. Ricordati sempre queste mie parole: puoi affrontare qualsiasi cosa se è necessario,mentre se la cosa devi riconquistarla o riprendertela allora non farti scrupoli,non in questo mondo! Non farti mettere i piedi in testa da nessuno,neanche se ne vale la pena».
Caroline non rispose ma sapeva che aveva ragione. A causa dei suoi sentimenti per Cameron aveva allontanato tutto ciò che la faceva stare bene. Lui era andato avanti,lei avrebbe fatto lo stesso. Non le importava se per farlo avrebbe dovuto percorrere la sua stessa strada senza avvicinarsi. Ora sapeva cosa voleva,voleva Nash di nuovo nella sua vita,Christine,Alana e tutti gli altri. Voleva dimostrargli che non aveva vinto,anche se in cuor suo l'avrebbe stretto forte a se' per tutta la vita. Perché lo sapeva,un altro come lui non l'avrebbe mai trovato,ma era finita sei mesi fa e così sarebbe stato per sempre.~SPAZIO AUTRICE
Se volete conoscere gli attori che interpretano i personaggi della storia passate su VOLIALTOCONME su instagram.
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Voli alto con me?
FanfictionCaroline vive con sua zia a New York. La città,nonostante la sua grandezza, le sembra una prigione. Un giorno,qualcuno le farà aprire gli occhi e lei prenderà una decisione che la catapulterà in una nuova vita. E si sa,i viaggi portano inevitabilm...