"V" PER VENDETTA

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Quella mattina,il sole era sorto verso le sette ed era entrato attraverso la finestra colpendo con la sua luce il viso di Caroline,ancora addormenta tra le braccia di Cameron. Quel fastidioso,tiepido raggio non si spostò e la costrinse ad aprire gli occhi. Si alzò lentamente,diede un bacio veloce sulla guancia di Cameron. Il suo viso era rilassato,sembrava un bambino. E sarebbe andato via per circa tre settimane. Aveva sete,si diresse in cucina e trovò Nash che beveva un caffè.
«buongiorno»«ciao Andra». Nash,le spostò una sedia per farla sedere accanto a lui.
«prima volevo chiamarti ma ho visto che dormivi e ho lasciato stare». Quindi aveva visto Cameron,chissà cosa aveva pensato!
«non è successo nulla,abbiamo solo dormito» «tranquilla non avevo avuto dubbi su questo» le sorrise.
Caroline era un po' imbarazzata e bevve velocemente il suo caffè. Posò la tazza e corse in camera. Scosse Cameron,affinché si svegliasse.
«altri cinque minuti,ti prego» Cameron parlò con un filo di voce,e si riaddormentò.
«No,Cam. Alzati,devi fare le valigie!» Caroline,provò ancora a scuoterlo. Lui le afferrò il braccio e la tirò accanto a se' .« E così vuoi che me ne vada?» Aveva il suo viso vicinissimo a quello di lei,i respiri profondi e caldi sul petto le facevano sentire brividi su tutto il corpo. «Cam,smettila. Dai alzati,Nash già ci ha visti stamattina» .
«E quindi? Non abbiamo fatto nulla,e appena il contratto terminerà...» «si,ma non è ancora accaduto e non dobbiamo peggiorare la situazione,vado a vestirmi.» Prese degli abiti dall'armadio e si fece una doccia. Quando tornò in soggiorno,trovò Cameron e Nash in un'accesa discussione che terminò non appena la videro.
«Tutto bene?» chiese Caroline.
«Sì,partiamo stesso ora. Sei pronta?» le chiese Nash,ancora rosso in viso.
Non voleva che partissero,voleva che restassero con lei «sì,sono pronta».
Si diressero all'aeroporto e li accompagnò fino all'imbarco.
«Saremo di ritorno tra tre settimane,se non quattro. Mi mancherai Andra,per qualsiasi cosa chiama! Ti risponderò a qualsiasi ora,promesso.» Nash,l'abbracciò forte mentre le lacrime le rigavano il viso.«Nash,ti voglio davvero bene. Mi mancherai anche tu». Nash la salutò e iniziò ad imbarcarsi.Cameron,invece,aveva aspettato. «Promettimi che farai la brava,promettimi che...Cassandra,giuro che se potessi restare qui lo farei. Per te. Per me. ti ho promesso che ci saremmo conosciuti meglio,ma a me sembra di conoscerti da sempre.Ogni volta che ti guardo sento che tu,che tu sei come me...»la sua voce s'incrinò,e tentò di trattenere le lacrime«...ci vediamo presto,ok? Devo andare» le diede un bacio sulla fronte e corse via. Le si spezzò il cuore,ma non poteva lasciarlo andare senza dirgli nulla. Lo seguì correndo. «Cameron!» urlò,strattonandosi tra le persone. Lo trovò che stava per consegnare il biglietto. «Io...volevo dirti che sono qui,sempre. Ti aspetto,perché anche per me è come conoscerti da sempre,e..non sono brava con le parole,ma sappi che per me ci sei solo tu,nom ho bisogno di nessun altro». Odiava piangere,ma non riusciva ad evitarlo. Lo abbracciò forte,e dopo averlo lasciato si voltò e andò via,più tempo sarebbe rimasta lì,più sarebbe stato difficile lasciarlo andare.
Fermò il primo taxi e si fece accompagnare da Dorotha. Corse nel pub e trovò l'anziana donna pulire dei bicchieri. Era presto,non c'era nessuno. Dorotha,appena la vide le corse incontro. «Cosa c'è bambina?»«Sono partiti,per un mese» Dorotha le sorrise e l'abbracciò« un mese passa in fretta,puoi stare da me se vuoi. Non ho figli e come ti dissi puoi contare su di me» Caroline si asciugò le lacrime«Non potevi essere tu mia zia? Sei una delle persone più belle che io abbia mai conosciuto Dor».

Passarono due giorni prima che Cameron e Nash si facessero sentire,i loro cellulari erano sempre irraggiungibili. L'aveva risposta Nash e le aveva assicurato che stavano bene,e che Cameron in quel momento fosse troppo occupato. Le disse anche che una vocal coach sarebbe stata da lei per allenarla. Dovevano essere davvero occupati. Caroline aveva anche incontrato la vocal coach,Isabelle, una donna di cinquantanove anni simpatica,ma esigente. Le aveva detto che era brava ma che dovevano lavorare molto. Passarono due settimane,non aveva mai sentito Cameron,solo Nash tre volte. Era confusa,possibile che non trovasse un momento per chiamarla?
Si era trasferita da Dorotha,ma quest'ultima era sempre al pub. Spesso si era sentita con Abigail,che le aveva confermato che la stavano ancora cercando,ma che la zia ripeteva che ormai fosse inutile. Stupida zia Jenna.
Mentre andava alla lezione di Isabelle,le squillò il cellulare. "«Pronto?»""«Ciao Cassandra,sono Christine. Il numero me l'ha dato Cameron,l'ho incontrato una settimana fa e ho chiesto di te perché volevo soprattutto scusarmi»""«Christine,non preoccuparti,davvero»" . Non faceva nulla,del resto aveva avuto ragione. Grazie a lei,Cameron si era "dichiarato". "«e invece mi dispiace,perché ho frainteso. Tu e Cameron non state insieme,lui sta con quella ragazza con i capelli rosa»". Caroline si bloccò,cosa aveva detto? "«quale ragazza con i capelli rosa?»" "«quella con cui si è baciato,infatti è successo un putiferio. Ha infranto il contrat...»". Caroline non sentiva più nulla. Il cuore le si era frantumato e una rabbia enorme le crebbe in petto fino ad irradiarsi ovunque. Pensava che tra di loro ci fosse qualcosa di speciale. Dovevano fare un passo alla volta,e invece? Cameron non aveva impiegato molto a trovarsi una qualunque,e baciarla. "«Cassandra ci sei?»" le chiese Christine. "«Scusa...devo andare»". Attaccò e chiamò subito Cameron,voleva una spiegazione. Niente,non rispose. Provò con Nash,ma niente. Li odiava,le avevano mentito. Lei,al contrario, era rimasta fedele a entrambi.Anziché dirigersi da Isabelle,tornò nell'appartamento dei ragazzi,corse in camera sua e scoppiò in lacrime. Dopo due ore,si asciugò gli occhi gonfi e rossi,e chiamò Abigail.
"«Abigail»" "«Caroline! Che hai?»"
Le raccontò tutto e Abigail rimase in silenzio per buona parte della conversazione. "«Carol,stammi a sentire! Tu non meriti questo! Esci e fai quello che vuoi,questo Cameron non ha perso tempo. Non li conosci nemmeno,sì gli sei grata e tutto il resto ma che t'importa. Ora devo andare,chiamami più tardi! Un bacio,mi manchi! Senza di te è orribile»". Si salutarono. Abigail aveva ragione. Anche se non ne aveva voglia,doveva far capire a Cameron che lei non era un giocattolo,e ne avrebbe pagato le conseguenze. Cercò tra i contatti del suo cellulare "Taylor Caniff". L'aveva voluto lui,Cameron. E forse da una parte Mahogany aveva ragione,lei era una principessa di Manhattan e si sapeva far rispettare. New York ti insegna anche questo: nessuno può e deve abbatterti.
"«Ciao Taylor,ti va se oggi ci vediamo?»" "«Finalmente mi hai chiamato,ti passo a prendere tra poco! Ti porto in un posto bellissimo»".
Non provava nulla per Taylor,era solo un conoscente,simpatico. Non sarebbe stata così stupida da far si che i paparazzi la riconoscessero,ma Cameron doveva capire il suo sbaglio.

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