PER IL MOMENTO

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Nessuno dei due disse nulla durante il ritorno in macchina. C'erano solo stati degli scambi di sguardi imbarazzati,e una volta arrivati a casa,Cameron era corso in camera sua e Caroline aveva fatto lo stesso. Nash non era ancora rientrato.
Verso le nove,mentre Caroline stava in bagno, le era arrivato un messaggio. Prese il telefono,inserì il codice e lo sbloccò.
"domani per la festa ti passo a prendere alle nove meno dieci-Taylor"
La festa! Se ne era dimenticata,all'inizio aveva pensato di non andarci,ma ora ne era più che felice. Voleva cambiare aria. Ad un tratto ricordò anche di quando Taylor le aveva dato quella busta. La trovò appoggiata all'armadio; conteneva un abito nero,corto fino al ginocchio,il corpetto stretto e la gonna voluminosa. Semplice ma elegante. Mandò immediatamente un messaggio a Taylor per confermare e ringraziarlo.
"A domani,è stato un piacere" le rispose. Si ripromise che l'indomani sarebbe andata a comprare delle scarpe adatte,assolutamente. Per una newyorkese,che aveva frequentato "le zone alte",non c'era nulla di meglio di un sano shopping.
Un "din" la riportò sulla terra,era il suono dell'ascensore.
«Ho portato la pizza! Muovetevi o la mangerò tutta io!» urlò Nash. Caroline non si era accorta di avere fame fino a quel momento.
«Non ci provare,dammeno immediatamente un pezzo» disse afferrando la scatola contenente la pizza. Corse in cucina,prese tre piatti,delle posate,la coca-cola e i bicchieri. Nash la guardava divertito.
«Cos'ho fatto di male?» chiese Caroline.
«Mangi la pizza con le posate?» le chiese a sua volta Nash.
«Sono una ragazza educata!» mugugnò,sorridendo.
«Tua nonna ti ha insegnato bene».
«mia nonna?»,Caroline si maledisse mentalmente,era ovvio! Sua nonna,la vecchietta che in realtà non esisteva,cioè esisteva ma non l'aveva mai conosciuta e sicuramente non abitava a Miami. Da ciò che era riuscita a scoprire:una viveva in Italia(quella materna),l'altra era morta da un secolo.
«Sì,tua nonna...» Nash sembrava confuso. «Lo so chi è mia nonna,ti stavo prendendo in giro»,era diventata un abile bugiarda. In quel momento entrò Cameron.
«Sto morendo di fame! Passamene una Nash»,si protese per afferrare una fetta di pizza e urtò il braccio di Caroline,si ritrasse senza dirle nulla. Mangiarono tutto,erano tutti parecchio affamati.
«Cameron, Jack ha detto che è tutto pronto. Tra due giorni partiamo» disse Nash.
«Dove andate?» chiese Caroline,curiosa. « a Toronto,dobbiamo fare delle apparizioni in alcuni programmi,abbiamo delle interviste. Staremo via quasi due settimane,se non tre» le spiegò Nash. Caroline si sentì incredibilmente triste,le sarebbero mancati tantissimo.
«Oh,starete via parecchio quindi» il suo tono era malinconico.
Poi si ricordò della festa a cui avrebbe dovuto partecipare.
«Domani vado alla festa con Taylor» annunciò. Cameron che stava bevendo,tossì e divenne tutto rosso. Nash dopo avergli battuto la mano sulla schiena,si voltò con uno sguardo gelido verso Caroline.
«Non puoi,e mentre siamo via non avvicinarti troppo a Taylor»disse Nash.
«Perché non posso?» gli chiese lei,accigliata.
«Taylor ti ha invitata solo per...» ma Nash non continuò la frase. «Per cosa? Continua» lo incalzò Caroline.
«Non ha importanza! Tu non ci andrai e basta,non c'è altro da spiegare» sbottò Cameron. Chi si credeva di essere?
«Non sei nessuno! Faccio quello che voglio,domani andrò con Taylor alla festa» Caroline si alzò e incrociò le braccia.Cameron alzò lo sguardo verso di lei.« Taylor pensa di fare un favore a tutti,ma non è così. Non ha pensato che ci saranno paparazzi,se ti vedono ora,capiranno. Penseranno che tu sia stata avvantaggiata per quando ti farai conoscere come cantante».
Caroline si sentì stanca,e arrabbiata. «E perché vi dovrebbe fare un favore? Anzi,ci farebbe un favore?» chiese.
«Senti Andra è tardi,andiamo a dormire» tagliò corto Nash.
«Ogni volta è la stessa storia,perché non mi dite la verità? La sapete una cosa? Grazie,per tutto! Ma forse è stato un errore restare qui,sto portando solo scompiglio».
«No Andra,non dire stupidaggini. Ma non è il caso. Merda! Stavamo passando una bella serata,possiamo terminarla in modo almeno decente?» Nash era supplichevole. «Ok» gli rispose. Prese il cellulare e scrisse a Taylor che non sarebbe potuta andare alla festa. Spense il telefono e accennando appena ad un "buonanotte" ,si diresse in camera sua.
Il giorno successivo,i ragazzi furono impegnati e Caroline andò a fare un po' di shopping. Non poteva restare con gli stessi abiti per sempre. La sera era andata a dormire prima che tornassero,dopo qualche ora aveva sentito la porta della sua camera aprirsi per poi richiudersi.
«Andra»,sussurrò Cameron«sei sveglia?».
«Sì,cosa vuoi?» era ancora un po' arrabbiata per come si era comportato la sera prima.
«Domani partiamo,posso restare a dormire qui?». Caroline si appoggiò sui gomiti per guardarlo negli occhi. «E se entra Nash? Cosa potrebbe pensare?».
«Non mi importa,starò via per tre settimane. Se tu me lo permetti vorrei restare qui». Per lei era strano,la richiesta di Cameron ovviamente non aveva secondi fini,sarebbe stato comunque imbarazzante se Nash fosse entrato all'improvviso. Però sapeva che per Cameron provava qualcosa,non l'avrebbe visto per tre settimane! Se le mancava normalmente,figuriamoci per tre settimane. Caroline gli prese la mano e lo tirò accanto a se'. «Promettimi che chiamerai quando sarete via».
« Tu promettimi che non vedrai Taylor»
«L'unica persona di cui mi interessa in questo momento sei tu,lo so che dobbiamo fare un passo alla volta,e va bene. Infatti non posso dirti nulla di più,per il momento». Cameron si avvicinò ancora di più e l'abbracciò. «E mi va anche bene,per il momento». Lo sentì sorridere e non potette negarsi un sorriso anche lei.
Dopo un po' entrambi caddero in un sonno profondo. Caroline aveva la testa appoggiata al petto di Cameron,e lui la cingeva tra le braccia. Le sarebbe mancato. Anche se era poco quello che avevano costruito,lo sapeva che quelle fondamenta sarebbero poi diventate un grattacielo di Manhattan,uno di quelli grandi,con ampie vetrate e baciati dal sole al tramonto per poi risorgere ogni mattina all'alba.

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