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𝗅'𝖺𝗆𝗈𝗋𝖾 𝗇𝗈𝗇 𝖾̀ 𝗆𝖺𝗂 𝗎𝗇𝖺 𝖼𝗈𝗌𝖺 𝗌𝖾𝗆𝗉𝗅𝗂𝖼𝖾.
PARTE UNO SU TRE La festa di Mingi
«Hey..! Emma, giusto?» chiesero, costringendo la diretta interessata a fermarsi in mezzo al salone dei Song. Socchiuse gli occhi e sospirò: l'ennesimo ragazzo pronto a flirtare con lei. Si girò e con tutta la gentilezza - e pazienza - che aveva in corpo rispose: «Si, giusto.. Tu sei?»
«Jongho, piacere» disse porgendo la mano. «Oh.. Piacere mio» disse.
La casa di Mingi era già circondata da una miriade di persone nonostante la festa fosse iniziata solo da una mezz'ora; Emma si aggirava per la le stanze cercando Wooyoung e Yeosang che, puntualmente, sparivano per parlare con qualcuno di diverso.
"Quei due mi lasciano sola nei momenti meno opportuni, li odio" fece a sé stessa.
Jongho non sembrava un tipo strambo, a detta sua, era più piccolo di loro ma allo stesso tempo, era più maturo di molti di quell'età. Aveva due anni in meno di Emma e pareva pure anche simpatico. Peccato che lei non fosse interessata - non al poveretto in particolare, ma a tutto il genere maschile - e non sapeva proprio come uscire da quella situazione spiacevole.
Intanto che parlavano, con la coda dell'occhio, vide i suoi amici spassarsela nel guardarla: "Infami. Io questa me la segno e poi ve la faccio pure pagare." pensò mentre continuava a sorridere e cercare di risultare cordiale.
«Ti va di bere qualcosa?» chiese impacciato, guardandola con quei suoi occhi neri e piccini. «Guarda.. In realtà avevo appena preso..-» iniziò a parlare Emma, girandosi di scatto e afferrando il primo bicchiere trovatasi davanti, «Ecco.. Io avevo preso già questo» rispose.
Cercò invano di lanciare delle 'occhiatine d'aiuto' a Wooyoung e Yeosang che, tuttavia, si divertivano non poco osservandola appoggiati al muro. «Quasi mi dispiace per lei» disse uno poggiando il gomito sulla spalla dell'altro che, nel mentre, era piegato in due dalle risate. «Oh, a me dispiace per lui invece. Pensa che palo si prenderà!»
«Che si dice?»
Seonghwa interruppe la comica scena che i due si erano creati, chiedendo il motivo della loro ilarità. «Guarda Emma, sta parlando con quel tizio. Credo si chiami Choi Jongho o qualcosa di simile, è del secondo anno» spiegarono. «Ma Emma non è lesbica?» chiese Hwa. «Eh, appunto. Questo è il bello» disse il moro dandogli una pacca sulla spalla e, quasi, rovesciando il suo bicchierino. «Ah! Siete crudeli a non aiutarla!» fece il maggiore andandole appresso.