7. We hide under the sunlight

288 23 19
                                    

-Perché stai lì impalata?- chiese Izzy sconcertata. Lei e Kaori uscirono dal nascondiglio che si erano inventate sul momento. Ovvero un cespuglio piccolissimo. Chiunque avrebbe potuto vederle.

-Mi ha...non voleva parlarmi- dissi ancora confusa.

Che cosa era appena successo?

-Non voleva parlarti? Dannazione Cal, abbiamo bisogno di sapere cosa sta escogitando con i suoi amici- mi rimproverò Kaori con evidente nervosismo. Si asciugava le mani sui jeans di continuo e si guardava attorno furtivamente come se qualcuno ci stesse ascoltando. Poteva anche rivelarsi vero, ma speravo di non essere arrivata a quel punto.

-Lo so, lo so. Si è comportato in modo strano, mi ha detto che voleva che io fossi una deceiver e se n'è andato- ripetei ciò che era accaduto. Le due mi guardarono con gli occhi spalancati.

-Ci ha scoperti, sta utilizzando la psicologia inversa, vuole che tu vada a dirgli che sei una deceiver- annunciò Kaori, con una sicurezza che mi spiazzò.

Mi massaggiai le tempie perché la testa minacciava di scoppiarmi. Mi serviva un manuale per capirci qualcosa.

-Quindi che facciamo?- domandai.

Izzy mise le sue braccia attorno alle mie spalle e a quelle di Kaori.

-Quindi ora mangiamo della cioccolata ed escogitiamo un nuovo piano- annunciò.

-Tu fai schifo ad escogitare piani- disse Kaori, con il tono di chi la sa lunga.

-Lo so, per escogitiamo intendo che voi trovate le idee mentre io procuro il cibo. Mi sembra equo no?- domandò, ricevendo un grosso sospiro dalla corvina.

Tutte e tre tornammo in camera, ma Kaori notò subito che la mia testa era altrove. D'altronde, non potevo dimenticare la voce e gli occhi feriti di Luke. Non riuscivo a togliermi dalla testa il suono della vita che abbandonava il corpo di Margot

-Stai bene?- mi chiese preoccupata. Scossi la testa.

-Prima Andy poi Margot, e ora il modo in cui si comporta Luke. Niente di tutto questo va bene-

E poi c'era Simmons, ma evitai di ricordarlo a Kaori, che fino ad allora pensava e forse ancora in quel momento, che fosse uno dei buoni pur non conoscendolo.

Mi alzai bruscamente dal letto ed uscì senza alcun avviso. Con immensa gratitudine, nessuna delle due mi seguì e gliene fui grata.

Con passo affrettato uscì nel grande giardino, inspirai profondamente l'aria fresca e corsi verso la quercia sperando di non trovare nessuno.

Sfortunatamente una volta raggiunto l'albero notai un ragazzo appoggiato alla corteccia, perciò mi voltai e pensai ad un posto alternativo, uno in cui potevo stare sola. Nessun posto avrebbe mai potuto competere con quello, ma ce ne doveva per forza essere uno vuoto.

-Cal-

Mi girai verso di lui, incrociando per qualche secondo i suoi occhi blu.

-Volevi stare in questo posto?-
La sua voce era seria, ma calorosa.

-No tranquillo, è solo che questo posto è...-
Non sapevo descriverlo. Era molto più di un albero, era pace e libertà. Dal modo in cui lui annuì, intuì che lo stesso valeva per lui.

-Quando sono arrivato in accademia, questa quercia è la prima che mi ha accolto. Da allora vengo qui ogni sera. Niente rumori, niente persone, solo io e i
miei pensieri-
Lo guardai sorpresa di quanto aveva detto ed un'altra volta mi ritrovai bloccata nei suoi occhi blu. C'era qualcosa di tremendamente complicato al loro interno.

The deceivers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora