16. Who am I

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Cal's pov

-Hey straniera-

Mi girai verso la voce che mi stava chiamando. Tox aveva una mano sollevata e quel ciuffo ribelle che minacciava di sbarrargli la vista ogni volta.

-Oh no, non mi addestrerò più con te!- esclamai. Era un no categorico.

-Ma dai! Proprio ora che stavi diventando bravina- commentò sarcastico.

-Io...Io non sono solo bravina!- mi difesi offesa.

-La scorsa volta mi hai quasi trafitto a morte. Ti devo ricordare che devi uccidere il nemico e non me?- domandò Tox.

Spostai il mio sguardo sull'arco che teneva in mano. Era fatto di legno ed era circondato da tralci di piante. Lo strinse come se ne valesse della sua vita. Forse era anche vero.

-Almeno so come usare un pugnale- dissi soddisfatta.

Okay! Era stato Tox ad insegnarmi come impugnarlo, come colpire e come nasconderlo, ma non avrei mai ammesso che fosse un ottimo insegnante. Ne valeva del mio orgoglio.

-Bene, ora c'è un altro dettaglio da sistemare- aggiunse finalmente serio.

-Cioè?- chiesi.

-La tua tendenza al suicidio- commentò con tono di rimprovero.

-Perchè dovete rinfacciarmelo tutti?- domandai nervosa. Se c'era una cosa che odiavo oltre all'essere all'oscuro di tutto, era quando la gente mi rinfacciava qualsiasi cosa io facessi.

-Perchè è stata una mossa stupida, Cal- rispose avvicinandosi piano, come se potessi mordere.

-Se non lo avessi fatto, Hunter sarebbe morto- mi giustificai, mentre lo guardavo negli occhi. Perché nessuno lo capiva?

-No, invece. Siamo tutti più esperti di te qui, sappiamo come reagire in questi casi. Conosco Hunter da una vita, è la persona più responsabile che io abbia mai incontrato- spiegò con una certezza allarmante.

-Scusami tanto se il mio primo istinto è quello di salvare i miei amici- gridai arrabbiata.

-Hey, abbassa la voce- mi sussurrò. -Non ti sto incolpando per questo, Cal. Solo che ho l'impressione che tu creda di essere sola il più delle volte. Non sei sola, hai degli amici pronti ad aiutarti. Non dimenticarlo- disse, colpendomi leggermente con un pugno sulla spalla.

Avrei potuto commentare, andare avanti per ore a sostenere le mie scelte, ma sotto sotto, lo sapevo che aveva ragione lui.

Per tutta la vita ero stata sola, ma ora era tutto diverso.
Sentivo di poter contare su qualcuno. Solo...non sapevo come farlo.

-Hai ragione- dissi infine.

Tox si portì una mano sull'orecchio e fece una faccia confusa.

-Scusa? Ho sentito male? Potresti ripetere?- chiese.

Gli diedi una leggera spinta, come lui aveva fatto un minuto prima con me, e socchiusi gli occhi.

-Vai al diavolo, Tox- ripetei più volte, ma non mi prese mai sul serio.

Senza dirmi alcuna parola, si incamminò verso una meta a me sconosciuta. Sembrava così attratto e concentrato da qualcosa di invisibile, che venni assalita dalla curiosità.
Lo seguì, un passo dopo l'altro, fino a quando capì dove volesse andare. La foresta al confine tra il mondo magico e quello umano. Non avevo mai notato quanto fosse effettivamente bella. Ero sicura che Tox sapesse distinguere tutte le specie di alberi e piante presenti(ed erano veramente tante). Quando posavo lo sguardo su una di queste, venivo attirata da un'altra ancora. La foresta era un'esplosione di colori e forme. Era praticamente impossibile concentrarsi su una sola cosa alla volta.

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