18. Fifteen

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Mia's pov

Impugnai la balestra con la mano sinistra e chiusi un occhio per centrare il bersaglio. Era la seconda volta che usavo quell'arma. Prima d'allora avevo usato solo pugnali o spade. Avevo imparato ad usarle tutte, ma prediligevo le armi a breve distanza.

-Tienila più sollevata. Non vorrai che il dardo manchi il bersaglio, no?- mi chiese.

Sbuffai annoiata. Era da almeno un'ora che stavamo lì.
-Perchè devo usare la balestra? Lo sai che preferisco il mio pugnale- dissi alzando le spalle.

-Il pugnale è un'arma che puoi utilizzare solo da vicino. Devi saper usare anche le armi da distanza- rispose con fare ovvio. Sapevo avesse ragione. Ce l'aveva sempre.

-Posso lanciarlo contro il nemico- suggerì io.

-Ah si? E una volta lanciato cosa ti resta?- mi domandò, lasciandomi senza una risposta.

Incrociai le braccia, nervosa.

-Okay, va bene- mi arresi infine. Ripresi la balestra e mirai il centro del bersaglio.

-Dio mio, togli la mano dalla presa superiore. Vuoi tagliarti la mano?- chiese, per poi correggermi la presa.

Prima che mi dicesse altro, decisi di scagliare il dardo, che colpì l'estremità del cuore.

Ancora.

-Okay, sai cosa? Mi porterò dietro 2 pugnali- dissi, alzando le mani.

Se proprio fossi dovuta trovarmi in una lotta senza poteri, due pugnali mi sarebbero bastati. Anche 3 sì.

-Che bello vedervi così, ragazze- annunciò mia mamma facendo capolinea dalla stanza.

Mi ricomposi in fretta e cercai di assumere una posa più sicura possibile.

-Credo che Mia stia migliorando molto- disse la ragazza accanto a me. Mi stava proteggendo.

Non stavo migliorando per niente.

-Penso abbia un talento naturale-

Non sapevo nemmeno impugnare correttamente la balestra.

-Dovrebbe essere fiera. Ucciderà un deceiver molto presto-

Lo avrei fatto?

L'aveva detto per farmi sembrare tutto quello che mia mamma voleva che io fossi, lo sapevo. Lo apprezzavo molto. Ma la mia domanda era: credeva almeno un po' a quello che aveva detto?
Gli occhi di mia madre si illuminarono di orgoglio. Passarono dal blu scuro al celeste. Dalla notte al giorno. E per una volta erano rivolti verso di me.

Solo verso di me, nessun'altro.

Ripresi la balestra e questa volta non mi feci mancare il bersaglio. Il dardo colpì il centro del cuore, dandomi una sicurezza mai avuta prima d'allora.

La mia intera vita era fatta di quelle contraddizioni: un momento ero consapevole delle mie capacità e l'istante dopo le mettevo in dubbio. Detestavo essere così suscettibile.

Scacciai quei pensieri. Non era il momento di ascoltarli.

Sì. Lo avrei fatto.

-Sono fiera di te, Mia. Non so quanti deceivers si stiano nascondendo qui, ma vi assicuro che li uccideremo uno ad uno, fino a sterminarli tutti. Tuo padre è già all'opera- disse con una determinazione da far paura.

Le rivolsi un sorriso debole. La balestra nelle mie mani sembrò farsi più pesante. Com'è che allora usciva tutto così facile? Com'è che Luke riusciva ad agire in modo naturale?

The deceivers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora