39. Lies.

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HARRY’S POV.

Afferro il blocco da disegno nella borsa e inizio a disegnare, è il ventesimo ritratto che le faccio. Ovviamente lei non sa niente. Ma ogni volta che succede qualcosa mi piace ricordarlo immortalandolo su carta. In questo caso ho deciso di disegnare la sua espressione quando mi ha chiesto di restare.

Riguardo a questa notte, non so come mi sono sentito. Ho tolto tanti pesi dal mio stomaco, finalmente le ho detto che è l'unica perché è così, ma il pensiero di lei nel letto di quel manipolatore, depravato di Colton mi fa bollire il sangue nelle vene. Non ho mai voluto condividerla, dal primo momento in cui l'ho vista. Quando a scuola per sbaglio incrociava il mio sguardo mi venivano i brividi, il suo sguardo era così cupo e misterioso che inquietava ma era sola, si vedeva e io già la desideravo accanto a me, solo ero troppo orgoglioso per ammetterlo. Per cui, quando finalmente ci siamo dichiarati la mia è diventata pura possessione. Perderla ora sarebbe un colpo troppo forte per me, è stata una notte tranquilla..non ci siamo sfiorati nemmeno ma mi è bastato guardarla, di nuovo accanto a me. Il suo profumo e i suoi capelli lunghi, il modo in cui il suo corpo si contorce durante il sonno.

Mai avuta visione migliore, e io non posso condividere tutto questo. Passerà un po' prima che io riesca a toccarla sul serio di nuovo, ma non voglio lasciarla, ho un disperato bisogno di questa donna nella mia vita.

Ora è andata a pranzo, spero sia sincera con lui e che gli dica che io sono l'unico.  Perché voglio esserlo, devo esserlo. Qualcuno bussa alla porta, mi acciglio e vado ad aprire. Jess è sorpresa quando mi vede.

"Ciao anche a te." Dico lasciandola entrare. Sospira incredula e si siede su uno sgabello bianco, mi chiedo cosa voglia.

"Perché sei qui?" Sbotta, mi odia sicuramente.

"Perché non ho altro posto, e Aub mi ha chiesto di restare." Accendo una sigaretta,  non fumavo così da tempo.

"Ti ha chiesto di restare? Come sarebbe?" Chiede irritata.

"Hai bisogno di un disegnino? Diciamo che abbiamo chiarito, dopo il messaggio sul cellulare di Dean dove Colton cantava vittoria per esserle entrato nelle mutande. Abbiamo avuto una lunga notte di discussione." Parlo velocemente e sento la testa scoppiare.

"È andata a letto con Colton?" Ripete, questa ragazza ha seri problemi di comprensione.

"Si, cazzo smettila di ripeterlo!" Sbotto e lei fa spallucce.

"Non doveva, Colton non è giusto per lei. Nemmeno tu, ma Colton non è sincero, devo parlarle Harry le cose si sono messe peggio di quanto ti aspetti." Mi alzo di scatto.

"Come sarebbe? Dimmi tutto e poi la chiami." Jess rotea gli occhi al cielo e inizia a parlare.

"Quella sera a mettere in mezzo Brooklyn fu Colton, non aspettava altro dato che si erano organizzati precendentemente. Sembra che abbiano la testa da ragazzini di quindici anni, io non ho detto niente perché non pensavo Aubrey fosse così stupida, ma a quanto pare sbagliavo. Harry per favore devi aiutarmi, non permettere che tutto questo accada. Non sopporterei di vedere Aubrey distrutta davanti a tutti, per quanto io possa odiarti in questo momento sei l'unico a cui posso chiedere aiuto." I nervi mi si irrigidiscono a quelle parole.

Quel bastardo! Appena lo trovo gli stacco la testa dal collo, io lo sapevo. Dovevo aspettarmelo, lo ammazzo.

Ora lo ammazzo sul serio.

AUBREY’S POV.

Cammino fino al tavolo e Brooklyn mi si avvicina. È davvero bella.

"Ciao tu devi essere Aubrey!" Sorride e mi porge la mano, riluttante gliela stringo sorridendo.

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