2. Dan

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Aubrey rimase a fissare il bianco del muro enorme di fronte a lei, poi posò i suoi occhi su qualche macchia di sporco che vi era rimasta,e pensò chi l'avesse fatta ora cosa stesse facendo.
Fissò la porta con un certo senso di mancanza dentro di lei, perché era sempre cosi. Quando qualcuno se ne andava si sentiva una mancanza dentro. Aubrey si ricompose afferrando il borsone , arrivò nella sala degli attrezzi e pensò che sarebbe stato inutile continuare a stare li,allora si allontanò dal ferro degli attrezzi e arrivò alla porta.. Harry si girò e trovò gli occhi di Aubrey che si perdevano nei suoi, un brivido percorse la sua schiena, poi scosse la testa facendo fuori uscire un piccolo sospiro dalla sua bocca a forma di cuore. Aubrey sospirò anche lei ed usci.
La pioggia bagnava i suoi capelli,ma a Aubrey poco importava perché lei amava la pioggia. Pensava che almeno per un po' non era la sola a piangere e a cadere.
Arrivò a casa di Dan il suo migliore amico, bussò più volte alla porta fin quando non senti dei passi.
Dan era bello, ma non bello : muscoloso, palestrato o cose simili.
Dan era bello dentro, Dan era bello perché quando i suoi occhi neri incontravano quelli di Aubrey lui riusciva a capire quanto dolore potesse portare una diciannovenne addosso.
E Aubrey si sentiva sempre protetta quando stava con lui.
Dan apri la porta, i capelli neri gli scendevano sulla fronte un po' scompigliati e bagnati a causa della doccia appena fatta. Le labbra piene di Dan si posarono sulla guancia di Aubrey e lei sorrise.
Entrò e si senti a casa.

'Dan dovresti asciugare i capelli.' Aubrey sorrise all'affermazione del suo migliore amico, si alzò dal divano e lo segui, non parlavano si sentivano solo i rumori pesanti dei passi. E i respiri dei due.

Arrivarono al bagno, era molto luminoso. Aubrey afferrò un fiore bianco posato sulla vasca. Dan si fermò a fissarla, i capelli le scendevano lungo le spalle, gli occhi erano abbassati ma nonostante ciò Dan riusci a vedere le sfumature blu, le labbra di Aubrey s'incurvavano in un perfetto sorriso che non sfoggiava mai.

Dan pensava che lei fosse bellissima, e .. lo era.
Aubrey posò il fiore e alzò lo sguardo.

'Be'? che guardi? ' sorrise a Dan.

'Sei bella Aubrey .' Aubrey rise scuotendo la testa amareggiata. Dan glielo diceva sempre, ma lei non ci credeva. Mai.

'Asciughiamo questi capelli?' sospirò Aubrey, Dan si avvicinò alla ragazza e le diede il phon. Lei lo azionò premendo il pulsante rosso. Iniziò ad asciugare i capelli, ogni tanto Dan girava l'asciugacapelli verso di lei e lei strizzava gli occhi ridendo per il vento caldo.

Le mani di Aubrey passavano nei capelli di Dan , e lui non smetteva di sorridere. Cosi come lei.

'Aub devo dirti una cosa. ' sospirò Dan.
'Cosa? – rise mentre riposava il phon- sei tornato etero Dan?' Dan scosse il capo.

'No, ho conosciuto un ragazzo. Mi piace Aubr . ' arrossi Dan.

'Oh, che bella cosa. Come si chiama? Lo conosco? E' carino? Mica è etero? Gli piaci?' disse Aubrey senza fiato.

Dan scoppiò a ridere, poi l'abbracciò.
Era tenera quando faceva cosi.

'Si chiama Louis, è amico di Harry Styles, è bellissimo, non so il suo orientamento sessuale e no non gli piaccio,non sa nemmeno della mia esistenza.' Sospirò Dan abbassando lo sguardo e girando i pollici.

Aubrey gli praticamente saltò addosso e gli baciò la faccia.

'Beh non sa cosa si perde allora!'
Dan sorrise, amava quando Aubrey faceva cosi.
'E tu?' le chiese mentre si allontanava da lei per prendere il fiore bianco.

'E io niente Dan, proprio niente.'

'Aubrey.' Sospirò Dan posando il fiore bianco sul suo orecchio, contrastava con il colore scuro dei suoi capelli.

Aubrey alzò il viso fissando il suo migliore amico. E lui non pensò altro se non che lei era bellissima.

'Sei bellissima, e chi non lo capisce è un coglione. E li uccido io tutti i mostri che hai dentro.'

Aubrey abbracciò forte Dan sorridendogli.
La giornata passò in fretta, Aubrey lasciò la casa del suo migliore amico e s'incamminò verso casa sua.

Il freddo le perforava le guance arrossate, e congelava le piccole mani.

E il giubbino che aveva, beh quello non copriva abbastanza il freddo che aveva dentro.
Aubrey raggiunse casa sua, si girò guardò la città e chiuse la porta.

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