14. Stivens

2.5K 68 2
                                    

NOBODY’S POINT OF VIEW.

Aubrey si avvicinò ad Harry mentre passava una mano sulla sua fronte sudata, Harry indietreggiò . la testa gli girava,  e non  vedeva bene. Gli occhi chiari di Aubrey erano come due diamanti nel buio di quella notte, Aubrey lo fissò cercando capire cos’era che non andava.

“Lasciami entrare aub.” Sussurrò Harry mentre si aggrappava allo stipite della porta.

Aubrey scosse la testa,  ma contro la sua volontà aprì di più la porta per farlo entrare. Era innamorata, all’amore non c’era rimedio. Harry entrò barcollando  e singhiozzando a causa della sua ubriachezza, Aubrey tremava. Non sapeva cosa fare.

AUBREYS POV

“Harry.” Cercai di avvicinarmi a lui che però scosse la testa. I suoi occhi verdi emanavano una luce bellissima , la piccola lampada nel salotto faceva da luce fioca rendendo i suoi lineamenti più scuri e più marcati. Mi osservò da testa ai piedi, fissando le mie cosce scoperte a causa della t-shirt poco lunga. Arrossii e girai la testa di lato, sorrise e venne verso di me. I suoi stivaletti marroni strusciarono contro il parquet creando un rumore poco piacevole. Sentivo il suo respiro su di me, i suoi occhi si spostavano rapidamente sul mio viso, da un punto all’altro come se volesse immortalare quel momento. Il suo alito puzzava d’alcol, aveva bevuto. Scoppiò in  una sonora risata, io scossi la testa per l’ennesima delusione avuta. Che voleva? Perché era da me?  

“Harry, devi andare via.” Sbottai infastidita, le mie labbra tremavano. Non andava per niente bene.  Le sue affusolate dita passarono sulla mia guancia scendendo fino alle labbra  e creando dei cerchi immaginari, soffiò su di esse e sorrise.

“Non ho voglia di stare solo.”  I suoi occhi incrociarono i miei, oh Harry. M’ispirava coccole, mani unite, baci sul collo e sulla mascella, gambe intrecciate, risate e respiri persi nel nulla. Ma quell’Harry per me non c’era. Quell’Harry non esisteva.

“Cosa vuoi da me, non puoi venire qui quando ti pare.” Sussurrai accarezzandogli i capelli. Fece spallucce, e mi intenerii.

“Perché? Sei tutto quello che mi rimane.” Risi scuotendo la testa, l’indomani non avrebbe ricordato nulla e avrebbe negato tutto. Lo spinsi verso la porta gentilmente mentre lui sussurrava ‘no’.

“Lo sai che non è giusto Harry, oggi abbiamo messo un punto a tutto questo io non posso davvero.” Il mio cuore mi tradiva dicendomi di farlo restare con me per tutta la notte. Harry mi abbracciò, un gesto inaspettato, rimasi immobile mentre la sua altezza mi copriva, mentre le sue forti braccia mi stringevano al suo petto, il suo profumo, non quel fottuto profumo Abercrombie, il profumo di Harry. Il suo odore m’invase i sensi, prese ogni parte di me. Harry questo stava facendo da quando era entrato nella mia vita, aveva preso ogni parte di me.

“Harry , cosa vuoi?” le sue mani scesero sulle mie gambe prendendomi in braccio, protestai cercando di scendere ma fu inutile, chiuse la porta alle sue spalle e camminò lungo il corridoio fino ad arrivare alle scale, il rumore dei suoi passi e quello del suo cuore fu l’unico che ascoltai prima di arrivare in camera mia, chiuse la porta e io cercai con tutte le mie forze di scendere. Ma fu davvero impossibile data la sua stretta. Chiuse a chiave e conservò la chiave nei jeans scuri. Poi mi mise giù. Non parlava, nemmeno una parola.

“Harry cazzo, lasciami stare.” Urlai cercando di prendere le chiavi, afferrò le mie mani e appoggiò la sua fronte alla mia.

“Aiutami Aubrey.” Il suo respiro affannato sulla mia pelle si fermò poco dopo, Harry cadde a terra in un sonno profondo.

“Harry?” urlai, lo scossi più volte ma l’unica cosa che sentii furono dei mugolii forzati, spostai i suoi capelli sudati dalla fronte e  notai che era bagnato dal sudore in ogni parte del corpo.

FallenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora