16||la grande Lia||

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Quando arrivo davanti casa spengo il motore della moto e mi tolgo il casco dalla testa, mi rendo subito conto delle urla di papà che arrivano da dentro casa, anche perché sarebbe inutile ignorarle «l'hai messa in pericolo» lo sento urlare ma non capisco ancora contro chi, soprattutto perché papà non urla quasi mai, quando accade è qualcosa di grave. Mi avvicino alla porta e sto per aprirla quando sento «ora Lia è in pericolo Ryan» urla nuovamente papà, a quanto pare allora è arrabbiato con Ryan, cosa ancora più strana dato che papà non ha mai amato urlarci contro, solitamente mantiene la calma, lo fa solamente quando abbiamo combinato qualcosa di davvero grosso, ma che cazzo sta succedendo? La cosa che mi turba di più è il motivo per la quale io sarei in pericolo, quello che è successo sta sera a parte ovviamente, ma nulla di troppo grave è già successo che Ryan facesse a pugno con qualcuno.
Prima di sentire altro apro la porta e trovo Ryan e papà seduti sul tavolo della cucina, appena mi sentono arrivare si ammutoliscono
«buonasera» dico come se avessi paura di parlare, sento la tensione fin qui, mi chiudo la porta alle spalle e lascio le chiavi sul mobiletto lì vicino «di che parlavate?» chiedo come se nulla fosse
«nulla di che» dice papà appoggiando la schiena alla sedia e lanciando uno sguardo di fuoco a Ryan, io sospiro
«vi ho sentito» dico appoggiando la mani sullo schienale della sedia e guardando mio fratello e mio papà «in che senso mi ha messo in pericolo?» chiedo rivolgendomi a papà
«questa sera ha fatto vedere che sei il suo punto debole» sbotta papà guardando Ryan
«quel bastardo le ha preso il braccio» esclama Ryan, sullo zigomo si vede il segno rosso e il labbro ha un taglio, ma sembra ancora incazzato e parecchio
«non me ne frega un cazzo Ryan, facendo a botte con Blackwell solo perché lui si era avvicinato a Lia, hai fatto capire a tutti che lei è il tuo punto debole, sanno che se devono colpire te devono far male a Lia» butta fuori mio papà guardando Ryan negli occhi, quest'ultimo serra la mascella e si allontana dal tavolo
«Cazzo» esclama alla fine esasperato camminando per la cucina mentre si passa una mano tra i capelli, io sposto lo sguardo da papà a Ryan varie volte
«oh basta, ne ho abbastanza» esclamo attirando l'attenzione sia di mio papà che di Ryan «mi trattate come se fossi una bambina da proteggere, che cazzo avete quest'anno, non sono una ragazzina, ho provato più volte che mi so difendere, qual è il problema?» esclamo nuovamente sedendomi sul tavolo, Ryan e papà si scambiano diverse occhiate e io sono troppo stanca per decifrarle, dopo tutto quello che è successo questa sera che io sia ancora viva è un miracolo.
«lo deve sapere, papà» dice Ryan avvicinandosi nuovamente al tavolo, io sposto lo sguardo su papà guardandolo confusa, che cosa mi nascondono?
«Lia, tesoro, ieri non era la prima volta che gli Stone ci sfasciavano casa» mi dice papà prendendomi le mani tra le sue, io lo guardo ancora più confusa, che vuol dire che non era la prima volta?
«hanno provato ad entrare spesso in casa e in officina in cerca di informazioni» mi spiega Ryan
«e ora tuo fratello ti ha messo in pericolo, più di quanto tu già non fossi, ora sanno che se vogliono informazioni basta fare male a te e tuo fratello è ai loro piedi, e lo sai che lo farebbe come tu faresti se lui stesse male» dice mio papà, ed è vero mio fratello se io rischiassi qualcosa, sarebbe in grado di pagare milioni per farmi stare meglio. Mi massaggio le tempie con calma, mi sta partendo un mal di testa tremendo e ho bisogno di dormire per minimo 12 ore consecutive.
«quando pensavate di dirmelo?» chiedo guardandoli negli occhi, incrocio lo sguardo dei due uomini di fronte a me li trovo entrambi molto confusi «da quando va avanti?» Quando hanno iniziato ad entrare in casa nostra?
«da un paio di mesi, non molti» mi dice alla fine Ryan sedendosi accanto a me, appoggiandomi una mano sulla spalla, io trattengo un conato di vomito al pensiero di quante volte siano entrate in casa e quante volte abbiano toccato le nostre cose
«da un paio di mesi?! Sul serio, noi siamo una famiglia, dobbiamo dirci tutto, qualsiasi cosa che sia bella o brutta perché non me lo avete detto?» chiedo con aspro e guardando entrambi negli occhi
«volevamo solo proteggerti, Lia» dice papà con dolcezza ma io perdo le staffe, è da tutta la serata che tutti mi trattano come un bicchiere di cristallo, che al minimo sospiro si rompe in pezzi, come se fossi una piccola donzella in difficoltà, sono stanca di questa situazione
«smettetela di trattarmi come se potessi cadere in pezzi da un momento all'altro, entrambi mi avete visto crescere sapete benissimo che so proteggermi da sola, l'ho fatto più volte e sono ancora viva ed integra, anche senza il vostro aiuto, ma continuate comunque a trattarmi come una bambina» esclamo alzandomi rumorosamente da tavola. Sono esausta e non ce la faccio a lottare nuovamente contro qualcun altro, sono al limite e sto per scoppiare.
«Lia non parlare così» esclama mio papà, ma io lo guardo negli occhi
«e tu smettila di trattarmi come una bambina» gli dico sprezzante rivolgendomi a papà, dopo di che mi rivolgo a Ryan «e tu smettila di proteggermi come se sapessi cosa è meglio per me» esclamo stremata
«Vai in camera tua!» mi urla papà, io sbuffo
«non andrò in camera mia» dico riprendendo le chiavi della moto e uscendo di casa sbattendo la porta, così forte che mi meraviglio che non sia scardinata dai cardini.

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