22||sbarre||

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Guardo le gocce di pioggia battere sulla mia finestra, oggi è il terzo giorno che piove, e io già non ne posso più. Non sono per nulla quel tipo di ragazza amante della pioggia, che ama stare sotto la coperta con la cioccolata calda e un bel film in tv. No io amo il sole che mi scalda la pelle, le giornate limpide senza una nuvola in cielo, amo uscire e stare all'aria aperta. Certo nemmeno la pioggia è male soprattutto di notte e durante l'inverno, ma durante l'estate mi mette troppa tristezza, il cielo grigio, la pigrizia che mi prende, insomma oggi non è proprio uno dei miei giorni preferiti.

Sbadiglio e mi lascio letteralmente cadere sul letto, mi sto annoiando. Devo fare qualcosa o rischio davvero di ammattire, io ho bisogno di fare qualcosa, devo muovermi e fare qualcosa sono stanca di stare ferma senza poter fare nulla. Anche perché rimanere così a non fare nulla non fa altro che riempirmi la testa dei ricordi di Isaak, il bacio tra di noi mi è venuto in mente parecchie volte. Mio Dio non era la prima volta che baciavo una persona, ma questa volta non riesco a togliermi dalla testa la sensazione delle sue labbra sulle mie; il problema è che subito dopo ricordo come mi ha rifiutata e io sono stanca di provare a fare qualcosa, se non fosse così fottutamente testardo, dal pensare di dovermi proteggere. Il suo continuo allontanarsi e tenere a me non fa altro che mettere confusione la mia testa, e io sto davvero impazzendo.

Il telefono inizia a squillare, distogliendomi dai pensieri. Lo afferro e vedo il viso di Leila che lampeggia sullo schermo, rispondo subito
«ehi Leila» esclamo entusiasta di sentire qualcuno che può distrarmi
«Lia devi venire subito» mi risponde una voce che riconosco subito, è la voce di Aston, allontano il telefono dall'orecchio e guardo nuovamente lo schermo per essere sicura che sia stata davvero Leila a chiamarmi, ed è così ma non capisco perché mi risponde Aston «Lia ci sei?» sento la voce di quest'ultimo chiamarmi nuovamente dall'altra parte del telefono
«sì sì ci sono, Leila sta bene?» chiede già alzandomi in piedi e afferrando una felpa pronta per uscire
«sì sì lei sta bene, solo Isaak è dietro le sbarre ed è meglio che tu venga qui» io mi blocco di colpo con il telefono che rischia di cadermi dalle mani. Isaak è in prigione. Nella mia testa diverse immagini mi passano velocemente davanti e sono una peggio dell'altra. Sento le orecchie fischiarmi, tanto che non sento più nulla, riesco solo a pensare a quel deficiente dietro le sbarre
«Lia?» mi distoglie dai pensieri Aston, io mi risveglio di colpo
«sì sono qui, ehm arrivo, 5 minuti e sono lì» chiudo la chiamata e infilo la felpa sopra i pantaloncini, che mi ero messa per stare a casa, e un paio di scarpe. Chissà perché ho una brutta sensazione e la cosa non mi piace affatto. Scendo le scale di corsa, afferro le chiavi della macchina al volo
«io esco» urlo per farmi sentire e non aspetto risposta perché volo letteralmente fuori. Salgo sulla mia Range Rover Evoque cabrio grigio metallico, è la macchina che mi ha regalato mamma, la stessa che ho usato per arrivare qui. La uso solitamente di giorno, quando non devo attirare l'attenzione e presentarmi con una Maserati alla centrale non credo sia una buona idea.
Faccio partire il motore e mi dirigo alla centrale di polizia, la strada è quasi del tutto libera, anche perché chi si muoverebbe di una estiva domenica pomeriggio piovosa, se non io, a causa di un idiota che ha scelto proprio oggi di farsi arrestare. Che cazzo ha combinato quell'idiota ora.

Arrivo davanti alla stazione di polizia relativamente molto in fretta, scendo dalla macchina e faccio una corsa verso l'entrata, per evitare di farmi la doccia a causa della pioggia che continua a cadere imperterrita.
Entro nel edificio, che come sempre è mezzo vuoto, è domenica pomeriggio, la metà dei poliziotti sono a casa e solo quattro sono in servizio, tra cui tre sono in giro per la città mentre gli altri due sono in caserma. Nonostante ciò appena entro vedo una faccia che riconosco in poco tempo
«che mi venga un colpo, Lia Wayland che si presenta in caserma di sua spontanea volontà» esclama il poliziotto da dietro il bancone, io alzo gli occhi al cielo e mi concedo un sorriso
«Mattias Barrent, che piacere rivederti» esclamo riconoscendo il poliziotto che mi ha visto dietro le sbarre fin troppe volte. Durante la mia vita e le estati passate qui, c'è stata più di una volta che a causa di una zuffa o problemi con gli Stone o io o la mia famiglia è finita qui, tanto che oramai io e Mattias siamo diventati quasi amici di vecchia data. Il poliziotto davanti a me, che non ho mai visto senza la sua divisa blu, mi scruta con gli occhi azzurri. Porta sempre i capelli biondi a spazzola sola che ora ha anche un po' di barba che gli solletica il mento e qualche ruga attorno agli occhi. Alla fine non è cambiato così tanto da l'ultima volta che l'ho visto. Non so se sia un bene oppure un male.
«allora che ci fai qui, signorina Wayland» mi chiede con voce autoritaria degna della sua posizione, io mi ricordo del motivo per la quale sono qui, mi guardo intorno in cerca di Isaak, che però non vedo. Torno con gli occhi sul poliziotto che mi sta davanti
«sono qui per vedere Isaak Blackwell»
«aia Amalia, in che casino ti sei cacciata questa volta?» mi chiede Mattias mentre mi fa cenno di seguirlo, decido volutamente di non rispondere perché solo con una frase ha capito benissimo quanto io sia nella merda. Attraverso il corridoio che conosco fin troppo bene, le pareti bianche che mi hanno obbligato a percorrere più di una volta, sono impresse di ricordi dentro la mia testa che mi fanno venire voglia di vomitare anche il pranzo del mio decimo compleanno. Prendo un respiro profondo e guardo avanti, Mattias si gira verso di me per essere sicuro che io lo stia seguendo e che non me ne sia andata, sa benissimo che sarei in grado di farlo, senza problemi.
La caserma è sorprendentemente silenziosa, cosa che solitamente non è, c'è sempre qualcuno che chiacchera, che interroga, che parla, o qualsiasi altra cosa pur di mettere a tacere il silenzio. Invece ora c'è un silenzio che opprime tutto, si sente solo il rumore della pioggia che batte fuori. Vengo scossa da un brivido a causa delle gambe lasciate scoperte dai pantaloncini, mi maledico mentalmente per non aver messo un paio di jeans, ora non avrei di certo freddo.
Entriamo nella prima stanza a destra, è in penombra a causa della scarsa illuminazione che proviene solo dalla piccola finestra della cella, ma vedo lo stesso la figura seduta a terra che guarda il pavimento. Alzo lo sguardo quando entriamo e spalanca gli occhi quando mi vede. Già Isaak sono arrivata, non so nemmeno io perché sono qui, ma ci sono.
In compenso lui si alza subito in piedi
«Storm?» chiede con voce roca
«ciao Isaak» rispondo, poi guardo Mattias chiedendogli di lasciarci soli con lo sguardo
«lo sai che non posso Amalia, è la prassi» mi risponde rimanendo però in disparte, io sospiro e mi avvicino alle sbarre. Più mi avvicino più mi rendo conto di quanto sia mal concio, sembra avere il naso insanguinato e uno zigomo arrossato, spalanco gli occhi
«ma che diavolo?» dico quando gli sono finalmente di fronte, ora a separaci ci sono solamente le sbarre. Rimango un attimo ferma, chiedendomi dentro di me se posso toccarlo o meno. Lui mi guarda negli occhi e in quel momento capisco che entrambi abbiamo bisogno di sentire il contatto tra di noi, per questo faccio passare la mani tra le sbarre e gli prendo il viso tra le mani.
«che hai combinato?» gli dico e vedo che il contatto della mia mano con il suo zigomo gli provoca un sobbalzo, ma non si scansa anzi appoggia le sue mani sopra le mie. Dentro di me sorrido, perché si sta appoggiando a me per una volta, cosa che non ha mai fatto da quando ci conosciamo
«che ci fai qui?» mi chiede ignorando la mia domanda, ma appoggiandosi alla mia guancia
«Aston mi ha chiamata» spiego studiandolo ancora con gli occhi, lui non sposta nemmeno un secondo dai miei
«non dovresti essere qui» mi dice ma continuando a bearsi della mia carezza «dovrei starti lontano, e tu non rendi le cose semplici» dice facendo un accenno a un sorriso che si trasforma in una mezza smorfia
«quando mai ti rendo le cose semplice, Blackwell?» dico sorridendo dolcemente «che hai combinato?» chiedo nuovamente aspettando davvero una risposta ora. Lui continua a guardarmi negli occhi
«una puttanata ecco cosa» mi dice allontanandosi da me, iniziando a camminare avanti e indietro per la piccola cella, non dico nulla lo osservo soltanto, sto aspettando che continui, sto aspettando che mi spieghi che cosa è successo, so che lo farà questa volta
«sono andato al bar e ho incontrato gli Stone, hanno iniziato a provocarmi, dicendo cose su di te» mi lascia un occhiata perché non vuole pronunciarle, ma dai suoi occhi capisco di che si tratta «non ci ho visto più e l'ho colpito per primo, e ora sono qui, Aston sta cercando di farmi uscire, mi fido di lui sarò fuori in poco tempo. Credo Leila sia incazzata a morte con me, ma la posso superare» conclude con una piccola risata che riecheggia per la cella, che è tremendamente vuota.
Mi ci vuole un secondo per capire quello che ha appena detto, merda ora gli Stone se la sono presa pure con lui. Lui non fa altro che cercare di tenermi fuori dai suoi casini e io che faccio? Gliene creo altri, fantastico, forse ha ragione lui dovrei stargli distante, non è giusto che gli vengano addossati pure i miei di problemi
«io mi dispiace, non volevo addossarti anche i miei problemi, gli Stone non dovevano prendersela con te, era una cosa contro di noi Wayland, tu non dovevi farti del male» dico abbassando lo sguardo sul pavimento. Sono stata una vera idiota a comportarmi così, ha già i suoi problemi e io vado a causargliene altri, non se lo merita.
Lo sento attraversare la piccola cella per venire di fronte a me, le mani passano attraverso le sbarre e mi prendono il viso, alzandolo obbligandomi a guardarlo dritto negli occhi
«non è colpa tua, quegli sono degli idioti e si meritavano un pugno da parecchio» mi dice facendo un sorriso, le sue mani sono morbide e calde a contatto con le mie guance, non mi ero resa conto di quanto facesse freddo finché non ho sentito il suo calore. Sorrido leggermente
«comunque non è per nulla giusto, praticamente sei dietro le sbarre a causa mia» dico guardandolo negli occhi con fare ovvio
«beh beh, quello è vero» mi dice ma sorride facendomi capire che mi sta prendendo per il culo, io sorrido
«ehi solo io posso darmi la colpa, tu devi dire che non è colpa mia e sostenermi» esclamo e lui sorride

«allora Mattias come stanno la piccola Chloe e il piccolo Mark?» chiede guardando il poliziotto seduto sulla panca all'entrata. È passato un po' da quando sono arrivata, dopo la chiacchierata con Isaak ho deciso di rimanere con lui aspettando che Aston riesca a trarlo fuori da lì. Più o meno mezz'oretta fa mi ha mandato un messaggio dicendo che le cose stanno andando bene e che arriverà tra poco.
Sono seduta sul pavimento vicino alle sbarre e dall'altra parte c'è Isaak che ogni 5 minuti mi fa il solletico sul fianco, ma non mi dà fastidio. Questo Isaak che non mi manda via mi piace davvero molto, vorrei restasse sempre così. Era da parecchi minuti che nessuno diceva nulla e il silenzio iniziava a farsi un po' assordante, infatti quando porgo la domanda al poliziotto all'inizio non mi risponde, probabilmente potrebbe anche essersi addormentato, ma poi alza la testa e mi guarda confuso. Io sorrido difronte alla sua faccia confusa e mi trattengo dal scoppiare a ridere «Chloe e Mark, i tuoi due bambini, te li ricordi?» dico nuovamente. Mattias mi guarda male
«stanno bene, sono a casa con la mamma ora» mi risponde sbadigliando e stiracchiandosi, stava decisamente dormendo
«quanti anni hanno ora?» chiedo pensando ai piccoli bambini di cui Mattias mi parlava ogni volta che ero qui
«Chloe ne ha 3 mentre Mark ne ha 4 e mezzo» dice sorridendo pensando ai suoi due figli, io sorrido guardandolo. Sarà anche un poliziotto e io non dovrei proprio avere a che fare con lui, ma onestamente quest'uomo mi ha tenuto compagnia durante le serate in cella, perciò non posso volergli male.
«ehi» sussurra Isaak accanto a me «ma com'è che sembra che voi due siate amici di vecchia data? Lui è un poliziotto e noi scappiamo da loro» sussurra nuovamente, io scoppio a ridere di gusto per la sua faccia confusa
«la ragazza in questione non è proprio una brava ragazza» dico alzando le spalle come se nulla fosse
«è stata dove sei tu ora parecchie volte durante gli anni, e chi doveva subirsi tutte le sue lamentele se non io?» dice Mattias, io mi volto verso di lui e lo trucido con lo sguardo
«ehi eri tu a rompere le palle a me!» esclamo puntando il dito contro di lui, che non chiude gli occhi nuovamente e sorride
«certo Wayland» sento Isaak scoppiare a ridere, e ammetto che anche io devo impegnarmi per non farlo anche io. Aston arriva di corsa in quel momento, ci alziamo in piedi tutti insieme contemporaneamente, lui sorride e alza delle carte
«sei fuori!» esclama Aston, io mi giro e sorrido al ragazzo dietro le sbarre che sorride a me.

In poco tempo siamo fuori dalla centrale, non ha ancora ben capito come ha fatto Aston a far uscire Isaak, ma ora è fuori e abbraccia l'amico perciò non c'è niente di meglio. Io sorrido guardandoli e Mattias mi viene accanto
«ti sei proprio cacciata in un casino questa volta eh, Amalia?» mi dice, io mi volto a guardarlo confusa «pensi che non abbia capito che tra voi c'è sicuro qualcosa, non so cosa ma qualcosa c'è» mi dice senza guardarmi, il mio viso da confuso si fa stupito, solo allora gli occhi azzurri del poliziotto si posano su di me «Lia sono padre e sono sposato, qualche cosa la vedo pure io» mi dice sorridendo e io sorrido
«spero di non vederti per il resto dell'estate» dico abbracciandolo
«nemmeno io Wayland» esclama quando sciogliamo l'abbraccio. Usciamo dalla caserma, Aston mi saluta abbracciandomi e ringraziandomi di essere venuta, io ricambio l'abbraccio sorridendo. Lui si dirige alla macchina mentre Isaak rimane accanto a me, quando i nostri sguardi si incrociano nessuno si noi due sorride, sappiamo entrambi che oggi ha cambiato in parte il nostro rapporto, ora non possiamo stare uno lontano dall'altra è chiaro per entrambi, ma nessuno dei due sa che cosa fare con ciò. Che cosa cambierà ora? Smetterà di allontanarmi cercando di proteggermi?
Quando alla fine sorride capisco che no non mi allontanerà, o almeno spero di no.
«sabato c'è una gara» dice, io sorrido
«pronto a perdere di nuovo, Blackwell?» dico ammiccando
«lo vedremo, Wayland» mi dice e si dirige verso l'auto dove Aston lo sta aspettando e io torno a casa con la mia.

*S.A* 
Buona sera lettori e lettrici, 
è arrivato mercoledì di nuovo eh, io non vedo l'ora arrivi sabato perché sono già stanca di nuovo e ho bisogno di riposo. Voi come ve la passate? il capitolo vi è piaciuto? Io spero di sì, perché a me è piaciuto scriverlo. 
Il rapporto tra Lia e Isaak è cambiato una volta per tutte o torneremo da capo? Che credete? Vorrei sapere la vostra opinione se vi va fatemela sapere, in ogni caso ci vediamo domenica con un altro capitolo. Un abbraccio 

-marty

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